
La favola delle api
(Vizi privati pubbliche virtù)
di
Bernard de Mandeville
Un numeroso sciame di api abitava un alveare spazioso. Là, in una felice abbondanza, esse vivevano tranquille. Questi insetti, celebri per le loro leggi, non lo erano meno per il successo delle loro armi e per il modo in cui si moltiplicavano. La loro dimora era un perfetto seminario di scienza e d’industria. Mai api vissero sotto un governo piú saggio; tuttavia mai ve ne furono di piú incostanti e di meno soddisfatte. Esse non erano né schiave infelici di una dura tirannia, né erano esposte ai crudeli disordini della feroce democrazia. Esse erano condotte da re che non potevano errare, perché il loro potere era saggiamente vincolato dalle leggi.
Questi insetti, imitando ciò che si fa in città, nell’esercito e nel foro, vivevano perfettamente come gli uomini ed eseguivano, per quanto in piccolo, tutte le loro azioni. Le opere meravigliose compiute dall’abilità incomparabile delle loro piccole membra sfuggivano alla debole vista degli uomini; tuttavia non vi sono presso di noi né macchine, né operai, né mestieri, né navi, né cittadelle, né armate, né artigiani, né astuzie, né scienza, né negozi, né strumenti, insomma non v’è nulla di ciò che si vede presso gli uomini di cui questi operosi animali pure non si servissero. E siccome il loro linguaggio ci è sconosciuto, non possiamo parlare di ciò che le riguarda se non impiegando le nostre impressioni. Si ritiene generalmente che tra le cose degne d’esser notate, questi animali non conoscevano affatto l’uso né dei bossoli né dei dadi; ma, poiché avevano dei re, e conseguentemente delle guardie, si può naturalmente presumere che conoscessero qualche specie di giochi. Si vedono mai, infatti, degli ufficiali e dei soldati che si astengono da questo divertimento?
Nel segno della parola: Viton, Cepollaro, Bertasa a Monza
[Giovedì 18, al Teatro Binario 7, un’occasione importante per ascoltare la poesia di Biagio Cepollaro, Mario Bertasa e Jean-Jacques Viton, uno dei maggiori poeti francesi. Di Viton, su NI, leggere qui.]
Giovedì 18 febbraio h. 21.00
MONZA Teatro Binario 7 (via Turati 8, di fianco alla stazione FS)
un’iniziativa di Poesiapresente
NEL SEGNO DELLA PAROLA
Jean-Jacques Viton (FRA), intervista e reading
Biagio Cepollaro (MI), reading con videoproiezioni
Mario Bertasa (MB), reading con videoproiezione
Viton (1933), uno dei poeti francesi contemporanei più significativi, leggerà il suo “commento definitivo” (traduzioni di Andrea Inglese). Inoltre, grazie all’intervista condotta dal poeta Andrea Raos, sarà possibile approfondire la poetica dell’autore, la cui ricerca presenta caratteristiche difficilmente rintracciabili negli autori Italiani.