Luigi Romolo Carrino ha esordito nella narrativa con Acqua Storta (Meridiano Zero 2008), un breve romanzo sulla travolgente passione di due camorristi gay, progettato e scritto come un ordigno ad orologeria, preciso al millisecondo: una tragedia che stilisticamente attingeva alla sceneggiata napoletana, monologanti flussi di coscienza al posto del cantato, una lingua essenziale screziata dal dialetto partenopeo, personaggi dilaniati da eros e thanatos in un dramma euripideo della provincia napoletana. Non a caso parliamo di teatro: il successo del libro (giunse in poco tempo alla quarta ristampa) permise a Carrino di trarne l’adattamento per un radiodramma, quest’ultimo ristampato in formato CD allegato alla nuova edizione che ebbe per titolo La versione dell’acqua.
Scrivo per essere capito
una lettera aperta a Gianni Biondillo di Alessandro Perissinotto
Caro Gianni,
questa è una lettera aperta, quindi, in quanto “lettera” avrà qualcosa di privato nei suoi contenuti, e in quanto “aperta”, avrà qualcosa di pubblico. E’ diretta a te, ma ovviamente credo che possa interessare anche gli altri lettori di NI e per questo ti prego di pubblicarla.
Circa tre anni fa, mi chiedesti se avevo voglia di scrivere qualcosa per Nazione Indiana: io nicchiai e, alla fine, non scrissi nulla senza addurre alcuna motivazione. Ora provo a vincere la mia naturale diffidenza verso i blog (specie quelli letterari), proprio per spiegarti quella mia diffidenza, ma anche per parlare della disputa Giglioli – Policastro – Biondillo (ah, già, Biondillo sei tu).
Tiresia – Studio e registrazione di un’opera
Mercoledì 11 novembre ore 19:30
Dopo piccolo buffet e brindisi per il compleanno dei 10 anni della Camera Verde
proiezione del film
Tiresia – Studio e registrazione di un’opera
di Giovanni Andrea Semerano
con Giuliano Mesa
e
M. Giovenale, B. Torregiani, F. Fusco, A. Baldacci, A. Raos, F. Forlani, A. Inglese
e gli amici della Camera.
Prenotazione obbligatoria.
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Errore di sistema
di Alessandro Busi
La settimana scorsa parlavo con F., un detenuto della redazione di Ristretti Orizzonti con un importante curriculum carcerario alle spalle. Gli chiedevo un parere sulla storia di Stefano Cucchi e lui, lapidariamente, mi ha guardato e mi ha detto:
Cosa c’è da dire Ale? In carcere queste cose sono normali. Infatti, io non capisco tutta questa attenzione da fuori, ‘sto giro.
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Il risultato dell’autopsia di Stefano Cucchi è stato questo: sangue nel suo stomaco e nella vescica, un vasto edema cerebrale, ecchimosi sul volto, traumi plurimi e due vertebre rotte (la terza lombare e la sacrale).
Ora, ciò che succede in questi giorni, è che giustamente la famiglia vuole sapere la verità di quanto accaduto a Stefano. Chi gli ha fatto queste lesioni, perché, perché nessuno li ha informati, perché gli hanno proibito di vederlo in quei giorni…La famiglia chiede tutto questo, perché è disumano quanto è stato fatto a lui e a loro, quindi vogliono sapere chi sono i responsabili. Ovviamente, anche la società civile si mobilita di fronte a questo fatto. I giornalisti si indignano, i politici si impegnano a fare interrogazioni parlamentari e la gente si costerna: si costerna, s’indigna, s’impegna, poi… A questo punto, quindi, la macchina è partita e procede per un percorso che, personalmente, trovo prevedibile e divisibile in due blocchi, in due fasi.
Il perfetto scrittore progressista
di Massimo Rizzante
(post rem)
Il perfetto scrittore progressista Walter Veltroni, autore di un romanzo intitolato Noi ha lasciato cadere, in una recente intervista, alcune perle. La prima è che, al di là di ogni facile lamento, «la letteratura ha ancora un peso enorme… Anche oggi. Non a caso, i regimi danno fuoco ai libri». La seconda è che «Le parole hanno sempre cambiato il mondo e lo faranno ancora». La terza è che «La letteratura è democrazia».
Mi chiedo che idea della letteratura abbia il perfetto scrittore progressista. Ma soprattutto quale sia la sua idea di democrazia.
Peter Huchel / da: Giorni contati (1972)
Si pubblica una scelta di poesie da Huchel, nella traduzione di Davide Racca.
Campagna nazionale “SALVA L’ACQUA”. Il popolo dell’acqua a Roma il 12 novembre
Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l’Art.15 del DL 135/09 che sottrae ai cittadini l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso.
Il decreto poi approderà alla Camera dei Deputati a partire da lunedì 09 Novembre (nella Commissione 1°) e verrà discusso dall’aula lunedì 16 Novembre.
Scaffali nascosti (3) – Zandegù Editore
di Andrea Gentile
«Scaffali nascosti», senza pretese di completezza, vuole disegnare una mappa dell’editoria indipendente dei nostri tempi. Medio-piccoli, piccoli, piccolissimi editori, spesso periferici, con idee e progetti ben precisi, che timidamente emergono, o forse emergeranno, o si spera che emergano, fra gli scaffali delle librerie. A cura di Andrea Gentile (andreagentilenazione_at_libero.it).
Dal marzo 2006 ha pile di manoscritti – rilegati, malspillati, formato A5, A4, A3 – sulla scrivania. Ogni tanto ne sceglie uno. Poi fa il redattore, il compositore, l’ufficio stampa, l’ufficio diritti, l’ufficio marketing e l’ufficio tecnico. È Marianna Martino, classe 1983, fondatrice della casa editrice Zandegù.
Su Taccuino nero di Nadia Agustoni
Nadia Agustoni ci consegna con Taccuino nero (edizioni Le Voci della Luna, 2009, prefazione di Francesco Marotta con note di Fabio Franzin e Francesco Tomada) uno degli esiti più felici della sua ricerca poetica. Scandito in tre sezioni (“Fabbrica”, “Paesaggio lombardo e voci” e le prose di “Frammenti” che assurgono quasi a postfazione) il libro narra la cronaca di un generale spaesamento e della resistenza sorda ma tenace che vi si oppone in un tentativo quasi alchemico di trasformazione.
Il lavoro operaio, i mutamenti antropici dei paesaggi, la solitudine collettiva costituiscono gli scenari plumbei di una reificazione quotidiana, delineata senza enfasi né retorica. La pesantezza opaca delle nostre vite viene infatti inquadrata di sghembo, attraverso squarci e lacerti (“le ferramenta che esplodono”; “messe al tornio le cervella”; “con 5 balene-macchine nel cuore vivo”) affidandosi ai “fatti spogli”, come recita uno dei testi che assume una valenza di dichiarazione di poetica. E tuttavia la vera protagonista di questo libro è un’innocenza ribelle che irrompe in scena sin dalla prima poesia, sprigionando un potenziale onirico che distorce il degrado per trasformarlo, cercando febbrilmente punti di rottura e vie di fuga che si sanno già prive di illusioni eppure ugualmente, e testardamente, tracciate. Non a caso l’“arca” è un’immagine ricorrente nei testi al pari degli angeli, sia pure “infermi” o “sadici”, per raffrenare qualunque ambigua soluzione di salvezza religiosa.
p2p e privacy in rete con OneSwarm
Pubblico qui l’introduzione del progetto OneSwarm, un progetto software a cui ho collaborato recentemente traducendolo in italiano. Il software è disponibile qui. – Jan Reister
Privacy-preserving P2P data sharing with OneSwarm – Tomas Isdal, Michael Piatek, Arvind Krishnamurthy, Thomas Anderson – Technical report, UW-CSE. 2009. (PDF)
La privacy – la protezione delle informazioni dagli accessi non autorizzati – è sempre più rara in Internet, eppure sta diventando sempre più importante nel momento in cui ciascuno di noi è diventato sia fruitore, sia produttore di contenuti.
La mancanza di privacy è particolarmente evidente per i programmi di condivisione dati peer-to-peer più diffusi, in cui i meccanismi di rendezvous pubblico e la partecipazione dinamica rendono molto facile sorvegliare il comportamento degli utenti.
In questo saggio presentiamo la progettazione, la realizzazione e l’esperienza pratica di OneSwarm, un nuovo sistema di scambio dati P2P che fornisce agli utilizzatori un controllo esplicito e flessibile sui loro dati: è possibile condividere i dati pubblicamente oppure in modo anonimo, con tutti i propri amici, solo con alcuni amici e non con altri, oppure solo tra i propri computer personali.
Il senso di Bessie per il blues
di Vincenzo Martorella
Gli americani usano una singolare perifrasi per indicare personaggi dalle esistenze leggendarie, che eccedono se stesse: «larger than life», più larghi della stessa vita. E la vita, a Bessie Smith andava davvero strettissima. Se esiste materia per la leggenda del blues, quella è l’esistenza veloce, bruciante, consapevole, determinata e inarrestabile di una delle più eclatanti regine della musica nera. Leggendaria fu anche la sua morte, coperta dal mistero e dal sospetto. Troppo stretta, la vita, se si è larger than life.
Appello a Sonia Gandhi in difesa della scrittrice Taslima Nasreen minacciata dai fondamentalisti
Gentile Signora Sonia Gandhi,
Lei, che ha a radici nel Paese in cui viviamo, è stata ed è da tempo una delle figure più importanti e influenti della politica di una nazione laica tanto grande, complessa e piena di energia come l’India.
Per questa ragione noi, intellettuali, poeti, artisti e scrittori italiani ci rivolgiamo a Lei e le chiediamo di intervenire in aiuto di una grande scrittrice, nota in tutto il mondo e perseguitata da tempo per la sola colpa di amare la libertà e di combattere, da non credente, in nome dei diritti e della dignità delle donne di tutto il mondo: Taslima Nasreen.
Come Lei certamente sa Taslima Nasreen è di lingua e cultura bengalese, e da tempo le viene impedito di vivere nel suo paese, il Bangladesh, a causa delle minacce e delle pressioni dei gruppi di integralisti musulmani che le hanno scagliato contro ben due fatwah e posto diverse taglie sulla sua testa, per punire il suo orgoglio e contrastare la battaglia per la libertà e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Asarotos oikos ( la camera non spazzata )
Sembrano intarsi, mosaici, motivi inanellati al marmo, capelli, fibre di organi dispersi, sparpagliati, sul campo dei possibili, dei passi in cerchio a contare i muri, le pareti e i dorsi, forse fili d’erba, elettrici, filamentosi tagli, grigi, riflessi, opachi artigli, afferrano ogni resto, rimanenza, di frattaglie di tempo che appaiono, polveri di verde e grigio tracciate per scivolamento, appiccicaticce molliche, grani che segnano la pelle, scivolate dai banchi e dalle tavole dei commensali, a tratti mollicci, li spingi e li discosti, con la punta del piede, della scarpa, di sguincio e ti chini a raccoglierli, scollarli, ficchi l’unghia al margine, all’incavo, e si annerisce, si scontorna, si incunea e gratta il polpastrello, l’orma, la scaglia si solleva, gratta, incide il tratto, la pelle, graffia, da interstizio a interstizio fa breccia si ficca, e accalda la vena che si ingrossa, fa male, fa sporco, fa terra che rimane piena di terra, il pavimento, di pietra, il mosaico, che appare dal parquet flottant su cui galleggiano i resti del naufragio, le rimanenze, le briciole da dare da mangiare ai morti o agli animali che proteggono casa.
Vincenzo Frungillo a Milano
Lunedì 9 novembre 2009, ore 18.00
in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino
presso la libreria Feltrinelli di Milano, via Manzoni, 12
sarà presentato il libro
Ogni cinque bracciate
con l’autore Vincenzo Frungillo
saranno presenti
Giancarlo Pontiggia (poeta, saggista e critico letterario)
Alessandra Iadicicco (giornalista e traduttrice dal tedesco)
Coccodrillo amoroso. Ricordo di Alda Merini a pochi giorni dalla morte
Fu nell’estate successiva al mio esaurimento nervoso. Stavo per compiere 16 anni. La Merini, cito a memoria da uno dei suoi molti testi in prosa, dice che l’adolescenza “è sempre alla ricerca disperata di un vertice (un verso) che la possa oltraggiare e al tempo stesso difendere”. Certamente io, adolescente borderline, mi sentivo ampiamente oltraggiato ma un verso-vertice che mi difendesse non l’avevo ancora trovato.
Questa breve precisazione esistenziale per ammettere che quando lessi su Oggi (settimanale da sala d’aspetto, da parrucchiera) di una “poetessa pazza” che scriveva della sua ventennale esperienza manicomiale, a colpirmi fu il sofferto dato biografico, non il fatto che si esprimesse in versi.
Come muore Enzo Biagi

di Giuseppe Zucco
Esente da memorie e da speranze, illimitato, astratto,
quasi futuro, il morto non è un morto, è la morte.
Jorge Luis Borges
Guardo la morte di Enzo Biagi. Lo guardo morire da domenica mattina. Muore infinite volte, il più autorevole dei giornalisti italiani, e prima di scendere sottoterra, scava dappertutto lo spazio in cui verrà sepolto. Non lo accoglie solo la terra dell’ultimo giorno. Ma continua a scavare il proprio spazio nella carta dei giornali, tra i pixel del televisore, nelle onde della radio, nella diramata espansione di internet. Si muore anche così, oggi. Trovando un ultimo posto – mai definitivo – tra le parole e le immagini.
Ed è un finale senza fine. La deflagrazione dell’addio. L’irradiazione del commiato. La dispersione della commozione e dell’affetto.
Le due lune
di Alessandro Mazzoncini
Pacini Duilio, detto Cartaccia, per la prima volta in vita sua ebbe pietà di sé. Pensava:”Certo che è brutto morire soli come cani.” La tosse era diventata un nodo che gli toglieva il fiato, le logge, che per quella notte erano la sua camera, facevano da cassa armonica e il suo rantolo rimbombava per tutto il rione da ore.
“Io non ce la fo più!”, pensò l’eroe. E scese. Chissà quante altre volte gli era venuto in mente di farlo, in tutto quel tempo che era stato appollaiato lassù nel mezzo della piazza che portava il suo nome.
“Tanto” si disse “chi vuoi che passi a quest’ora. E con questo tempo.”
Sciascia: Dove va la letteratura?
[Vorrei mettervi a conoscenza di una bella iniziativa della Libreria Ubik di Savona. Qui sotto il comunicato. G.B.]
“Dove va la letteratura italiana?”
In occasione del ventennale dalla scomparsa del grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia (novembre 1989), per 4 mesi la libreria UBIK espone dal 4 novembre in libreria in esclusiva nazionale un suo manoscritto originale inedito, mai pubblicato né esposto in visione (per gentile concessione del suo biografo, lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera Matteo Collura, che ringraziamo vivamente), sul tema del futuro della letteratura italiana: un autentico gioiello letterario, pieno di ironia e di passione: la letteratura non deve avere casa ma stare all’aperto “…con orecchie intente, sguardo acuto, sospettosa, guardinga, insicura, con soprassalti e freddo nelle ossa…”



L’Associazione Italiana Cultura del Tè e l’Istituto Confucio presso l’Università Ca’ Foscari Venezia organizzano il corso 
