di Antonio Sparzani

Vorrei tanto condividere con voi questa esperienza dei tetti, cioè farveli proprio vedere da qua – con vicino il tè scuro che fuma nel bicchiere di vetro – perché dopo un po’ che li guardo, vedo anche il brulichio di persone che si muovono sotto di essi. Vedo con intenso piacere il colore bruno-rossastro del tè e questo perché insisto a berlo nel bicchiere di vetro, quello col filtro pure di vetro, che si toglie dopo i regolamentari minuti, tre o quattro per questo pu-erh, e così penso i tetti anche di vetro e vedo tutti quelli che si agitano là sotto. Beh, non tutti si agitano, certo, c’è quel signore in poltrona che legge il suo romanzo preferito, sarà un noir del Biondillo, mi fantastico io, ma poi gli guardo i capelli così a postino e mi rassegno, quello al massimo legge Faletti, mentre la moglie, sull’altra poltrona, chignon e scialle di seta violetto, legge la Sveva Modignani, Sperling & Kupfer a go-go. Mi piacerebbe in ogni caso fargli segno da lontano e chiedergli cosa ne pensa, ma poi mi dico che non vorrà essere disturbato in uno dei suoi momenti di relax.
La ragazza del balcone qua di fronte la vedo bene anche nei momenti normali, quando il tetto non sembra di vetro,













