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Sulla linea più avanzata del fronte

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di Michele Sisto

La mia generazione ha un trucco buono
Critica tutti per non criticar nessuno
E fa rivoluzioni che non fanno male
Così che poi non cambi mai
Essere innocui insomma ché se no è volgare
(Afterhours, Baby, fiducia)

«…Negli anni che stiamo attraversando, quando una greve cappa di inerzia e di rassegnazione, un clima soffocante di ottusità e di atonia, sembra quasi paralizzare noi stessi e la maggior parte dei nostri conoscenti: al punto da farci desiderare che qualcuno possa tornare […] a destarci dal nostro sonno pesante, a farci sentire la scossa elettrica di una corrente vitale, a risvegliare in noi le energie sopite e la coscienza di ciò che sappiamo e ci sforziamo invano di dimenticare».

non Sanremo mai più gli stessi

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di Chiara Valerio

Adesso è avviato, non si ferma più. La storia d’Italia attraverso le canzoni, il Festival è l’ultimo romanzo popolare, la gara è il racconto collettivo di una società affaticata ma non arresa. La grande metafora, la sfida dei linguaggi, tradizione e contaminazione. Infinita notte di Alessandro Zaccuri è un romanzo composito, montato, colto. Quindi contemporaneo e popolare. Che attira aggettivi come fossero ciliegie e così, per me che sono golosa, non è proprio una lettura. È una vertigine.

Achille e la tartaruga

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di Antonio Sparzani

La cheli e 'l Tachipo
La cheli e 'l Tachipo

Non conosco alcuna miglior formulazione del cosiddetto paradosso di Achille e la tartaruga di quella fornita da Carlo Emilio Gadda (cui già accennavo qui): ascoltate la sua inimitabile prosa:

La cheli, estromesso il capo, annaspava un’idea: commise con il Piè Veloce che lo avrebbe superato nella corsa, quando bastavale alcuna precedenza alle mosse. Disse il Tachipo: “di buona misura, affè di Giove!: prenditi una parasanga in avanti”. “Che sì, che sì”, fece la scudata nonna: e biasciando non si sa che liquerizia codeste befane le le suggano, l’andava rivolgendo guancia scarna di là, poi di qua, non sopravvenissero e’ micidî, come son ghespe o lambruzze: finchè la si risolvette al cammino, da dover consumare quella anticipata parasanga. E poi di molto arrancare delle quattro spatole, con chel crostone del clipeo così rappreso in sulla sua testudinata pertinacia, alfine la vi pervenne.
Dal buon centauro, allora, sendogli in nell’antra mano la clepsidra, si abbassò la bandierola scarlatta: “Addio Chirone!”: “addio ragazzo!” Ed eccolo a perdifiato lasciare dietro di sè le pianure come liberata saetta: che davano scàlpito gli quattro zoccoli, al savio, con gran fersate di sua coda: e ne venía scintille dalle selci quasi da solicitata focaia.
Tre diti in nella superna fiala non avea scemato la polvere, e ‘l Tachipo aveva fatto il vantaggio. Ma la tortuca, in fra tanto, avacciò di chel vantaggio un millesimo.
Achille fece il millesimo. Ma la Tortuca, in fra tanto, avacciò un millesimo di chel millesimo.
Mai dunque potè chiapparla: e ancor oggi e’ fuggano.

(Carlo Emilio Gadda, Il primo libro delle favole, Garzanti, Milano1952, disegni di Mirko Vucetich, tra i quali quello in figura, pp. 49-50).

le costanti universali

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A gamba tesa : mira!

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mira

Il fuoco sotto la cenere
di
Andrea Bottalico

..Essi che si costruirono
leggi fuori dalla legge
essi che si adattarono
a un mondo sotto il mondo
essi che credettero
in un Dio servo di Dio
essi che cantavano
ai massacri dei re..

P.P. Pasolini

Corridoi sopraelevati d’asfalto scuro patinato, sovrapposti ad altri corridoi a due corsie arrampicate sopra i pilastri, camion e furgoncini bianchi guidati da carpentieri che schizzavano rapidi per poi imboccare uscite verso paesi che non esistono, betoniere maledette con la calce incrostata sul paraurti e le ruote consumate dai chilometri macinati, macchine che azzardavano sorpassi, irritate dal nostro passo da lumaca. Pompe di benzina arrugginite, stralci di campi arati, cani morti da chissà quanto ai bordi della carreggiata e campagne bagnate, senza braccianti. Segnaletiche confuse e corrose e direzioni che assomigliano piuttosto a contraddizioni.
La strada che da Caserta arriva in braccio alla Domitiana è un viaggio verso il futuro. Un breve viaggio, tutto sommato. La distanza, tanto per cominciare, è di trentacinque chilometri. In questo spazio si nasconde il preludio di tutto ciò che rappresenta l’avvenire.

La legge delle altalene

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di Paolo Nori
[I brani sono presi dal blog dell’autore]

Esprit de l’escalier
martedì 3 marzo 2009
Stanotte, prima di addormentarmi (ammesso che poi mi addormenti ma credo di sì), adesso, tre minuti fa, ho pensato a una cosa che avrei potuto dire per radio oggi pomeriggio, in diretta dal ridotto del Teatro Regio di Parma quando mi hanno chiesto cosa pensavo della letteratura russa del novecento, se era vero che era un po’ schiacciata, nella nostra percezione, dall’ottocento. Avrei potuto dire, come ho detto, che era vero, ma prima avrei potuto dire anche Intanto grazie per avermi invitato, che io vivo a Bologna ma sono di Parma, e il mio commercialista ce l’ho a Parma, e ho approfittato di questo viaggio per portare al commercialista tutte le spese del duemilaeotto, che era una cosa che eran due mesi che pensavo che la dovevo fare adesso l’ho fatta son molto contento.

Il corpo oggetto – Intervista a Giuseppe Catozzella

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espianti_solo_fronte_fascia_folderdi Jadel Andreetto

Espianti (Transeuropa, pp. 300, € 14,90) è un calcio al basso ventre. Un meccanismo a orologeria potentissimo che fa girare i suoi ingranaggi tra cronaca, reportage, noir, thriller e metafisica aprendo un baratro profondo, un abisso in cui guardare. E come scriveva Nietszche, l’abisso ha cominciato immancabilmente a guardarci a sua volta. Espianti fa questo effetto. Un vuoto pneumatico di consapevolezza che si apre come una piccola crepa nella coscienza pulita di un intero paese di “brava gente”.
Una setta segreta di suicidi, tutti appartenenti all’alta società; un funzionario del ministero degli Esteri e l’omicidio di sua figlia, un fascicolo dei servizi segreti, un amore adolescenziale, il commercio di vite umane, il mistico fiume invisibile indiano e la storia del giovane Livio a fare da collante…
Ispirato a una vicenda reale – un’indagine della magistratura sul traffico di organi dal terzo mondo al nostro paese – il libro di Giuseppe Catozzella a poche settimane dalla pubblicazione è già in ristampa e Roberto Saviano lo ha commentato così: «questa è scrittura che fa aprire gli occhi sulla realtà più oscena. Quella più nascosta. Che nessuno vorrebbe mai vedere.»

da “peepshow”

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di Giovanni Turra

Superfici

Non c’è sguardo che fissi la mia nuca
ma un’altra nuca ancora,
seduti come siamo,
lo sconosciuto e io,
dentro il gazebo che fa vela
a Treviso, in Piazza Pola.

Impareremo a decifrare,
immobili entrambi e premurosi,
l’orografia dei corpi,
le superfici vaste,
le nostre schiene
come tabulae incisae.

Insetti ermafroditi a pelo d’acqua
che si toccano da dietro.

Estratti: Ade Zeno

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Ade Zeno. Argomenti per l’inferno,2009, No Reply (collana Velvet)
astro-lotto

Ho buone ragioni per credere che l’inferno sia qui,e non altrove. Dispongo di argomenti validi,convinzioni radicate,e il fatto che attorno alle ossa mi sia cresciuto questo corpo fiacco e utile a niente non vuol dire che la testa abbia agito di conseguenza. Ne farei a meno, se solo potessi, l’intelligenza vale quanto un tappo di sughero se abbinata a carni marcescenti. Darei metà dei giorni che mi restano da vivere, forse molto di più, per ottenere in cambio i muscoli che mi mancano e l’equilibrio di un ballerino. Sacrificherei l’olfatto, l’udito, la capacità di percepire le superfici sulla pelle, e anche la voce, di quella posso fare tranquillamente a meno. Preferisco mille idioti danzanti a un genio in gabbia. Ma gli argomenti dell’inferno sono altri, e la materia che li fa vivere e proliferare è di una pasta immobile,immutabile,pesante e rigida come cemento. Io sono fatto di questa materia, plasmato dai capelli alle unghie dei piedi, non c’è chimica che possa stravolgere l’ordine delle cose.
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Il wrestler che è in noi

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di Mauro Baldrati

wrestler

Attenzione! Questo è uno spoiler del film; chi non vuol conoscerne l’intera trama, non legga.

Mickey Rourke-Randy è spesso ripreso di spalle, massiccio, abbronzato, coi lunghi capelli ossigenati come Hulk Hogan, l’anziano wrestler acciaccato protagonista di un reality americano, e noi lo seguiamo nei suoi spostamenti per lo schermo, come se ci guidasse in un viaggio impedendoci la vista del panorama; poi si gira e ci mostra quella faccia ricostruita, con imbarazzanti labbroni, occhi piccoli, le famose mani con le unghie enormi, giacca a vento lisa e scucita. E’ una vita grama, la sua, e ci sarebbe l’eco di Hank Bukowski, se non fosse che manca persino la follia felice, o la risata tragica: la sua è l’unica vita possibile, l’unica sopravvivenza di cui dispone, da quell’ammasso di carne maciullata che è. Dopo le glorie degli anni Ottanta, quando era “The Ram”, il campione, e c’erano i Guns N’ Roses, ora Randy si esibisce in incontri di provincia, dove la violenza è concordata, come sempre accade nel wrestling, ma lo è per compiacere il pubblico, che vuole vedere il sangue. E Randy, d’accordo coi suoi avversari, tutti ragazzi giganteschi pieni di steroidi, teneri, educati, rispettosi fuori dal ring, il sangue lo tira fuori: ha una lametta nascosta nelle fasciatura del polso, con la quale si incide la fronte, mentre è a terra fingendosi svenuto.

Zappin’g

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sre-telecomandoZapping
di
Eliana Petrizzi

Un pomeriggio immenso e vuoto.
Potrei approfittarne per risolvere faccende rinviate da tempo, ma le intenzioni sfuggono nell’inconcludente.
Quando capitavano queste giornate, si andava in chiesa a recitare il rosario o al cimitero dai propri morti. Ora esistono altre cattedrali, più chiassose e con pilastri così friabili che non appena vi si entra se ne resta coperti dalle macerie: sono i centri commerciali quando si esce, la televisione quando si resta in casa. Verosimilmente, il Mondo si sgretolerebbe come un meteorite che impatta l’atmosfera senza queste due potenti barriere contro la noia, contro il niente da cercare e il più niente da dire.
Resto immobile sull’orlo di uno sgomento familiare.
Guardare oltre il bordo della pelle, apre un baratro pieno di vento nero da cui è bene allontanarsi per non precipitarvi in una caduta senza fondo.

Expertise

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medjugorje

di Sergio Garufi

Un’idea che m’è venuta poco fa, parlando con Pino. Pino è un mio caro amico da quasi 30 anni. Da ragazzini suonavamo assieme in un complessino new wave sfigatissimo, i Dopo. Lui la chitarra e io la batteria. Entrambi con scarso talento e altrettanto scarsa determinazione. Sciolto il gruppo abbiamo continuato a frequentarci, nonostante le vistose differenze. Io che sembro uno scandinavo e lui che è uno scurissimo calabrese, a lui che non frega niente dei libri e io che vivo di quelli. Negli anni ha scoperto la sua vocazione mistica: è diventato prima buddista e ora fervente cattolico, anche se fervente è dire poco. Per capirci: l’ultimo capodanno l’ha passato sulla montagna delle apparizioni di Medjugorie con una temperatura di -10, e ogni venerdì sera subito dopo lavoro va ad Erba agli incontri di Radio Maria.

DIRITTO DI SCIOPERO ( E ALTRI DIRITTI)

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di Giorgio Mascitelli

Benché mi fosse ripromesso di non interessarmi più di politica, mi vedo costretto a venir meno a questo mio proposito ( ed è tale deplorevole incostanza del mio carattere che mi ha sempre impedito di intraprendere una vera dieta, cosa di cui ora avrei più che mai bisogno) a seguito del disegno di legge presentato dal ministro Sacconi sulla limitazione del diritto di sciopero nel settore dei trasporti, che mi sembra essere un altro importante tassello nella costruzione della nuova Italia berlusconiana.

Un anno dopo il doppio

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di Mariasole Ariot

Per ciò che verrà
– Nella fonte d’ogni chiasso –
Ho fissato la bugia.

Coprirò poi
con stracci di risvolti
ogni tritume e sedativo
A distillare vento
dal primo riposo di maggio.

A mio modesto avviso… (appunti di poetica ragionevolmente sentimentali)

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di Lello Voce

Cchiu’ luntana mi staje
Cchiu’ vicino te sento

(Libero Bovio, Passione)

a J.

La poesia è un arte che abita il tempo. E che ne è abitata. Quale che sia la sua storia, più o meno dal XV secolo in avanti, i millenni precedenti l’hanno formata come arte dell’oralità e l’oralità abita il tempo (e fa risuonare lo spazio).
La poesia è, innanzi tutto, la sua durata, il suo realizzarsi, eseguirsi, performarsi nel tempo, attraverso le vibrazioni della voce del poeta, o di chi, in vece sua, la ‘recita’: troviere, trovatore, o giullare che sia.

QuaderNI: i quaderni di Nazione Indiana. Material Girls!

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quaderNI QUI PER SCARICARLO!

Questo primo quaderno è una raccolta di molti dei post più significativi sulla condizione delle donne ed il loro sguardo sulla società apparsi negli ultimi due anni su Nazione Indiana. Tra gli argomenti: l’immigrazione e il ruolo delle donne nel farsi della storia, dal fascismo all’attualità; il corpo della donna, ancora troppo spesso considerato come oggetto pericoloso da silenziare e utilizzare per far leva sulle paure e i tabù del nostro paese sempre più de-civilizzato; le donne di altri paesi, la Turchia, la ex-Jugoslavia, l’Albania, a ricordarci dove si forma una cultura transnazionale, europea, consapevole di sé. E infine le vite e le esperienze di scrittrici, artiste, donne di scienza.

Dio non scrive romanzi. Elogio a Ernesto Sabato

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di Massimo Rizzante

Ricordo la prima volta che incontrai Ernesto Sabato, l’autore della trilogia romanzesca composta da Il tunnel (1948), Sopra eroi e tombe (1961) e L’angelo dell’abisso (Abaddón el exterminador, 1974).
Un giorno di settembre di dieci anni fa in una città del sud della Spagna procedevo sbuffando per l’opprimente calura. Ero uscito dall’albergo in anticipo su un appuntamento e gettavo distrattamente lo sguardo sulle bellezze del luogo. Fu così che, seguendo con la coda dell’occhio uno di quei superbi idilli mancati, franai su un vecchio signore. Il mio imbarazzo crebbe quando mi accorsi che portava un paio di occhiali spessi e scuri, e che cercava allungando a tentoni le mani sul marciapiedi il suo bastone.
Era cieco! Immediatamente raccolsi il bastone e glielo porsi.

L’iniziativa Yasuní-ITT

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di Roberto Bugliani

Con il decreto esecutivo del 5 febbraio scorso, il presidente ecuadoriano Rafael Correa Delgado ha deciso il rinvio “a tempo indeterminato” della scadenza del “Modello Yasuní-ITT” (scadenza peraltro già in precedenza prorogata al giugno 2009), con il quale l’Ecuador si impegnerebbe a lasciare nel sottosuolo del Parco Nazionale Yasuní (situato nel campo petrolifero Ishpingo-Tambococha-Tiputini, da cui l’acronimo ITT) gli oltre 900 milioni di barili di greggio lì individuati, in cambio di un contributo economico da parte della comunità internazionale valutato in 350 milioni di dollari annuali per un arco di tempo di 10 anni, che il governo ecuadoriano utilizzerebbe per progetti di riforestazione e per sostenere il suo welfare state. Il Parco Nazionale Yasuní si trova nell’oriente amazzonico a 320 chilomentri ad est di Quito, ed è un territorio ad altissima biodiversità dove vivono popoli indigeni in isolamento volontario, dichiarato dall’ONU riserva mondiale della biosfera.

Per sempre lontano

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amy
di Gianni Biondillo

Amy Bloom, Per sempre lontano, Einaudi, 2008, 270 pag., trad. Giovanna Granato

Scappata da un pogrom in Unione Sovietica che le ha sterminato la famiglia, Lilian, la protagonista di Per sempre lontano di Amy Bloom, decide di rifarsi una vita negli Stati Uniti. Siamo negli anni Venti del ‘900 e la vita è complicata per una giovane ebrea, per quanto intraprendente, che parla a malapena l’yiddish.

Soluzione della materia di Marco Giovenale

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Sabato 7 marzo 2009

Camera verde, via g. Miani 20, 00154 Roma, www.lacameraverde.com

Ore 20.00 – Per la collana “Calliope”, presentazione del libro:
Soluzione della materia di Marco Giovenale