di Antonio Sparzani
La tranquilla cittadina di Göttingen sta sul fiume Leine, nel sud della Bassa Sassonia, ai piedi delle colline dello Harz, luogo quanto mai caro alla letteratura tedesca (ricordare, prego, la notte di Valpurga del Faust I). Göttingen vanta origini medioevali. La sua università fu fondata da Giorgio II d’Inghilterra, che era anche elettore di Hannover, nel 1734 e aperta nel 1737. Divenne rapidamente un centro di studi tra i più importanti d’Europa: attirava studenti brillanti anche dall’estero, e forniva loro una preparazione solida e di prim’ordine. Ebbe poi sorti più difficili negli anni trenta dell’Ottocento dovute alla politica illiberale del re Ernesto Augusto I di Hannover – egli cacciò dall’università un gruppo di sette studiosi, che si erano ribellati alle sue misure, i famosi “sette di Göttingen” tra i quali i fratelli Grimm, brillanti filologi, storici della lingua e, come tutti sanno, autori di famosissime favole – ma conobbe una seconda luminosa stagione sul finire del XIX° e nei primi decenni del XX° secolo, finché nel 1933 fu devastata dal delirio antisemita.

