di Karl Betz
Cari amici: Giovanni cattivo (quello di Porto Torres), Giovanni buono (quello di Alghero), Nicola, Lia, Laura, Guido, Adda, Maria-Antonietta, Giancarlo (fiero pastore), Daniel,
posso raccontarvi qualcosa della mia famiglia?
50 anni fa una sorella di mio padre, zia Rosl, è emigrata in Australia. Là vive, sposata con un greco, John Anagnostou. Sono sempre stato orgoglioso di avere uno zio greco, anche se acquisito, perché il greco, al liceo, è sempre stata la mia materia preferita. Quei due zii però, non li ho mai conosciuti personalmente. Parlando al telefono con zia Rosl si sente ancora chiaramente lo spiccato dialetto francone (della zona di Würzburg), frammisto all’accento inglese.
Tra vecchie carte, pagelle scolastiche ecc, zia Rosl ha scoperto un documento che per me possiede un alto valore sentimentale. Ora me lo ha spedito per raccomandata dalla Tasmania:
Si tratta dell’Entlassungsschein (foglio di scarcerazione) di mio padre Alphons Betz, dal campo di concentramento di Dachau, reparto prigionieri politici.