Mode d’emploi
lettera d’istruzione distruttiva al lettore
Per apprezzare o disprezzare il seguente pezzo di…, si desidera
offrire codesta sorta di vaderetromecum o di prontuario al disuso;
punto per punto si daranno dunque le scoordinate, poco o nulla
cartesiane, per disorientarsi al meglio e orientarsi al peggio. La
historia è breve: il direttore dell’ Eco di Caserta ,
avendo pubblicato un articoletto, tra l’altro di già edito su
Lo Straniero fofiano, dello ‘scrittore’ Antonio
Pascale sul problema dell’immonda immondizia, gli balenò
l’idea di averne un commento da parte del sottononscritto, a suo
(del direttore) dire egli (il Pascale) essendo un ‘mio’ collega. Tra-
lascio – qui non essendo sede per diatribe – di dire di quel pos-
sessivo e della professione di ‘scrittore’, questa, come dire?,
categoria (?) non esistendo affatto, né dunque potendomi impos-
sessare d’un’inesistenza – quest’ultima ipotesi godrebbe d’una
impossibilità a me cara per altri versi. – Ma, come che sia, a
tale richiesta cercai di denegarmi, adducendo che al più avrei
potuto scriverne, visto che l’articolo in questione prendeva le
mosse (è proprio il caso di dirlo) dalla scatoletta manzoniana
plena di ‘merda d’artista’, un altero commento sì, ma solo e
soltanto su d’ella scatola escatologica.
















