La casa editrice Transeuropa sta per varare una nuova collana di poesia, “Fuori commercio”. Un’idea originale, i cui dettagli potete leggere qui
Il pisello di fuori, la notizia, l’oblio di sé
di Andrea Inglese
Se ripenso un attimo alla mie vicende scolastiche, dalle elementari fino al liceo, in termini di infrazioni penali, penso che avrei potuto totalizzare almeno dieci anni di carcere. Senz’altro gli “atti osceni” l’avrebbero fatta da padrone, in quanto a tipologia di reato. Penso anche che almeno un terzo degli alunni di tutte le classi in cui sono stato avrebbero puntualmente condiviso con me tale destino. La prima denuncia avrei potuto collezionarla in seconda elementare quando, in refettorio, abbassai i calzoncini al fratello piccolo della mia giovane maestra, che mi sgridò poi inferocita. Ma i veri maxiprocessi si sarebbero svolti soprattutto a partire dalla terza media. La terza media corrispose, per noi alunni, ai grandi trionfi pubici, ossia alle più svariate e assidue esibizioni, in aula, della nostra peluria, dei nostri piselli in erezione, e delle tracce di sperma su lembi di camicia, fazzoletti, o altro.
Terra!Sperare non sparare (dal fronte occidentale)
Alla testa
di
Andrea Bottalico
(…)Georgi Stoev aveva trentaquattro anni. Robusto, una foto lo ritrae con un libro in mano che osserva altrove, la giacca di pelle copre un corpo robusto, da torello. Da ragazzo sognava di diventare un wrestler. Il suo sguardo rassegnato scruta con attenzione chi ha davanti, ma nasconde rabbia, secerne veleno. Georgi Stoev era uno scrittore. L’hanno ammazzato il 7 aprile in pieno centro a Sofia due sicari. Tre colpi di pistola, uno alla testa. Sopravvissuto all’agguato, è morto all’ospedale dopo una breve agonia. Eppure lo sospettava da tempo, si sentiva minacciato, in pericolo. Dicono che abbia chiesto la protezione ma il ministro della giustizia bulgaro era uno dei personaggi citati nei suoi libri.
Provenza in primavera
di Marina Torossi Tevini
L’inconscio fa capolino tra gli scarti del pensiero dove le logiche muoiono. Sul terreno devastato la notte avanza. Giornata tremenda ieri: pianura padana e mal di denti. Il sonno però deve aver ricomposto qualche frammento scompaginato del mio inconscio, penso, passeggiando in una piovosa mattina ligure.
Glavaise, 100 euro a notte
di Isabella Borghese
L’appuntamento con Glavaise era alle 21, 30 al capolinea del 93, al Verano. Glavaise era a Roma da solo un anno. Di lei i sampietrini della Tiburtina e il bar in via De Lollis raccontavano che aveva una sorella in Inghilterra dal 1993. Forse era ancora lì, ma poi chissà, era ancora viva?, Glavaise non la sentiva da tempo. Ricordava solo che era scappata in Inghilterra perché nel suo paese non sapeva se sarebbe morta per una coltellata o un colpo di pistola, e non voleva nemmeno nominarlo il suo paese, non diceva mai a nessuno le sue origini.
Variazioni Meridiano – 8: Luigi Pingitore
Esilio, Lingua, Resistenza
Ed è tutto quello a cui potevi arrivare, volendo.
Il bambino si stendeva per terra e la sua agonia si curvava
(F.G. Lorca)
Un bambino si stende a terra. Tende allo spasimo il corpo, piega gli arti per raggiungerla; vuole sentire con la faccia il caloroso dolore; la sua agonia (per metonimia) si curva.
In poesia l’atto mentale e l’atto fisico sono imprescindibilmente legati. Non si può pensare se non si sente. Non c’è dimensione più fisica, linguaggio più sensuale e tattile di quello poetico. Nasce da questo; dal contatto – faccia sulla terra – per assorbire la realtà e l’irrealtà. Le cose del mondo vanno, hanno percorsi precisi o imprecisi, traiettorie di afa, indifferentemente da questo contatto. Ma come può questa indifferenza del mondo sminuire la sua necessità?
L’uomo si stende sul dorso del mondo, come un navajo che ascolti l’arrivo della guerra. Mentre pensa che sta arrivando, la sua mente costruisce l’immagine. Ne nasce una dipendenza che lo isola dal contesto della guerra. Il suo sforzo è rompere quell’isolamento ma senza disperderlo: deve comunicare, spalancare gli occhi verso l’esterno, ma non aprirli completamente. Perderebbe il sogno. Eyes wide shut.
Ecco l’esilio. Necessario. E comunque inevitabile.
Cercare le ragioni della sconfitta della sinistra – Ridere oggi in Italia
di Christian Raimo
Nell’ultimo film di Carlo Verdone Grande, grosso e Verdone, per la prima volta sullo schermo viene rappresentato comicamente un personaggio cardinale della nuova antropologia italiana. Il burino che si atteggiava da Elvis con la spider di Un sacco bello, diventato il coatto che lo “faceva strano” in Viaggi di nozze, qui si è trasformato in Moreno Vecchiarutti, gestore di un negozio di telefonia, che insieme alla moglie Enza cerca di uscire da una crisi di coppia e di ritrovare qualsiasi dialogo con il figlio quattordicenne che vive solo di calcio, e invece di “sì” e “no”, risponde tirando fuori il cartellino giallo e quello rosso. L’elemento che riesce a ritrarre perfettamente Verdone è che Moreno pur avendo cinquant’anni non è un adulto: rispetto al figlio non mostra alcuna differenza generazionale, non ha alcun contenuto educativo da offrirgli, e soprattutto si veste come un ragazzino – ossia (non so se avete presente), come si veste la maggior parte dei cinquantenni volgarotti da maggio in poi in Italia: maglietta attillata, pantaloni corti sotto al ginocchio e ciabatte.
«Quindici» colpisce ancora
di Andrea Cortellessa
Esce in libreria, nell’«Universale Economica» Feltrinelli, Quindici. Una rivista e il Sessantotto, un’ampia antologia della rivista uscita fra il ’67 e il ’69. L’ha curata Nanni Balestrini, io ho scritto una postfazione che s’intitola Volevamo la luna. Non se n’è mai stato con le mani in mano, Balestrini. Ma a settantatré anni vive un periodo di straordinario dinamismo. Alla fine del 2007 ha riproposto – per le edizioni DeriveApprodi che da qualche anno stanno ristampando l’intera sua opera narrativa – un altro splendido reperto dei più fulgidi Sixties, il «romanzo multiplo» Tristano che per l’occasione ha remixato e, grazie a una macchina digitale della Xerox, stampato in più di tremila esemplari ciascuno diverso dall’altro (ciò che nel ’66 non era tecnicamente possibile). L’esperimento ha destato grande interesse, non solo e non tanto da parte dei letterati quanto di filosofi, semiologi, persino giuristi ed economisti: i quali hanno di che ragionare sulle implicazioni che questo gesto comporta nel nostro modo di concepire un libro o una qualsiasi opera dell’ingegno (se ne parlerà il 17 e il 18 maggio, a Venezia, in un convegno promosso da Paolo Fabbri allo IUAV). Balestrini intanto continua, sempre forbici alla mano, la sua sorprendente attività di artista visivo, pure all’insegna della combinatoria dei linguaggi (al festival di poesia di Parma, il 18 giugno, si inaugura una sua antologica). L’ho incontrato a Roma, nella sua casa di Via Merulana.
Cos’è il degrado?

[da ieri fino a venerdì prossimo a Fahrenheit su radio tre, attorno alle 17.30, mando una lettera agli ascoltatori della trasmissione. Questo è quello che ho detto oggi.]
di Gianni Biondillo
Care ascoltatrici e cari ascoltatori,
Mi ricordo che aprirono il cantiere che la mia prima figlia ancora faceva l’asilo nido. Nel frattempo ha terminato i tre anni della scuola materna e ha frequentato, con successo, la prima elementare. Ora è in seconda. E il cantiere è ancora lì: parcheggio sotterraneo in via Benedetto Marcello, Milano, Italia.
Terra! Grande, piccola editoria

Sulla scia di quanto cominciato qui,ho chiesto allo scrittore Angelo Petrella di parlarci di un esperimento editoriale in atto, a Napoli, anzi a Est della città.
AD EST DELL’EQUATORE: UNA NUOVA CASA EDITRICE (A NAPOLI)
di
Angelo Petrella
In un mercato come quello napoletano, dove regnano incontrastati i famigerati editori “a pagamento”, il progetto di una piccola casa editrice può apparire davvero ambizioso. Soprattutto se a realizzarlo sono due fratelli poco più che ventenni. Ciro e Marco Marino hanno infatti da poco aperto una casa editrice a Ponticelli, nel cuore della Napoli “sporca”, in un ex laboratorio tipografico nel retro di una sartoria.
Nasce Il Sottoscritto – sito e rivista culturale online
E’ da poco in rete una nuova e importante realtà culturale del web. E’ un sito che nasce compiendo i primi passi nel web e guardando alla possibilità di una prossima versione cartacea. Al sito si affianca una rivista on line omonima, scaricabile (è già disponibile il primo numero). Il nome, Il Sottoscritto, è piaciuto perché implica l’idea di scrittura come anche suggerisce un’accezione di identità autorale. Forse è un po’ dada, ma ha superato l’esame di gradimento dei collaboratori.
VivaVoce#01: Thomas Stearns Eliot [1888–1965]

[T. S. Eliot in un ritratto di Percy Wyndham Lewis (1882 – 1957)]
The Love Song of J. Alfred Prufrock
letta dalla viva voce di Thomas Stearns Eliot – con ironia sottile –
pause e tensione drammatica da monologo teatrale

Let us go then, you and I,
When the evening is spread out against the sky
Like a patient etherized upon a table;
Let us go, through certain half-deserted streets,
The muttering retreats
Of restless nights in one-night cheap hotels
And sawdust restaurants with oyster-shells:
Streets that follow like a tedious argument
Of insidious intent
To lead you to an overwhelming question. . . 10
Oh, do not ask, “What is it?”
Let us go and make our visit.
Angelo Maria Ripellino (1923-1978)
Ripellino muore il 21 aprile del 1978. Lo ricordiamo con una prosa tratta dal volume: Oltreslavia. Scritti italiani e ispanici (1941-1976), a cura di Antonio Pane, Istituto Euro Arabo di studi superiori, Mazara del Vallo, 2007.
Giovedì 24 si terrà alla Casa delle Letterature (Piazza dell’Orologio 3, Roma) la presentazione di due nuovi volumi ripelliniani, entrambi a cura di Antonio Pane. Interverranno Corrado Bologna, Alessandro Catalano, Andrea Cortellessa e Alessandro Fo. Qui l’invito.
InVerse – Italian Poets in Translation
Lemon Tree Courtyard
April 22-23, 2008
8:00 PM
Tuesday, April 22
SIlvia Bre / Nanni Cagnone / Maria Grazia Calandrone / Gabriele Frasca / Giulio Marzaioli
Wednesday, April 23
Jolanda Insana / Paola Loreto / Andrea Raos + Kathleen Fraser / Vito Riviello / Luigi Socci
John Cabot University
Via della Lungara, 233 – 00165 Rome, Italy
Ph. +39 06 68 19 121 – events@johncabot.edu
Organized by
Brunella Antomarini/ Berenice Cocciolillo / Rosa Filardi
Api sull’AmbientFestival
Stasera a Brescia, alle 18:30, Ape-ritivo letterario al Nuovo Cinema Eden (entrata via Odorici) all’interno della prima edizione di AmbientFestival, festival cine artistico sulle tematiche ambientali.
Gherardo Bortolotti presenta Le api migratori (Salerno, Oèdipus, 2007) di Andrea Raos.
L’offesa

di Gianni Biondillo
Ricardo Menéndez Salmòn, L’offesa, trad. Claudia Tarolo, Marcos y Marcos, 2008, 152 pag.
Ci sono libri che ti capitano per caso fra le mani. Non sai di cosa parla, non conosci l’autore, non sai neppure perché, con tutto quello che si pubblica, lo porti a casa, lo apri, lo leggi. È che nel tempo, dopo aver deglutito funghi indigesti, si diventa scopritori di tartufi. Nel mare magnum di quello che si pubblica ogni volta fai una scommessa. Non è detto che la vinci, ma quando accade è sempre un piacere particolare, perché è fin troppo facile scommettere su chi già conosci.
Tè e tempo: il tè Pu’er
di Livio Zanini
Il fatto che il tè debba essere consumato fresco è cosa risaputa e pretesa dai cultori della bevanda. Ciononostante, spesso nei negozi e nelle case da tè vediamo disposti in bella mostra sulle scansie enormi caddy ricolmi di tè, i cui pedigree non danno alcuna indicazione sul periodo o addirittura sull’anno di raccolta.
Se possiamo in una certa misura permettere una deroga a tale principio per quanto concerne il tè nero, in quanto essendo stato fatto completamente ossidare in fase di lavorazione teme meno le ingiurie del tempo, non possiamo fare altrettanto con il tè verde. Quale vero e proprio “novello” tra i tè, va di norma consumato entro l’anno di produzione, adottando tutti gli accorgimenti che possano in qualche misura rallentare il suo inevitabile processo di invecchiamento e perdita di freschezza.
Il poema disumano di Luigi Nacci a Milano
| SI INSTALLA IL poema disumano A MILANO |
All’interno della rassegna POESIA PRESENTE
lunedì 21 aprile
alle ore 18
presso lo SPAZIOSTUDIO di Patrizia Gioia
via Paolo Lomazzo 13 – Milano
tel. 348.7498744
e-mail: abraxas7p@libero.it
Habeas corpus
di Alessandro Raveggi
A perpetual holiday is a good working definition of hell
(G. B. Shaw)
*
Perdere occasione di
è ovunque un perdere
del tempo per,
per tempo si è fatto o almeno
pareva il tempo di farlo
di disfarlo
il gioco della girandola
senza sosta per
la mitica mitologia del tempo
e del guadagno, mitico!: accumulare,
accatastare l’attimo, di gran
lena, se sottrai un tassello,
crolla tutto, attento!
crolli tutto.


dedicato a 
