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Spot dal mondo dei non luoghi

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di Giancarlo Liviano d’Arcangelo

Buddie aveva fame.
Sentiva il suo stomaco irrispettoso che piagnucolava a colpi di singhiozzo balbuziente, e la tonalità ocracea del cielo disabitato che si perdeva poco più in là della sua massima lungimiranza visiva, era prova inconfutabile che il tempo di nutrirsi era sopragiunto. Si meravigliò del silenzio diffuso nel paesaggio, cactus ingobbiti e cespugli adusti color antracite, un silenzio mostruoso, che in incognito era riuscito ad appropriarsi della duna su cui la sera prima aveva deciso di organizzare l’accampamento parcheggiando con perizia la roulotte di famiglia. Quando Buddie si alzava dalla sua sdraio sgualcita e sondava il panorama con l’attenzione minuziosa di un telescopio di precisione, era come se stesse governando il destino.

Atei?: Altroché!

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Libreria Utopia
via Moscova 52 – Milano
sabato 19 aprile h. 18:30
tel. 0229003324

ATEI?: ALTROCHÉ!

Prendendo spunto dall’infuocato libello di Arno Schmidt Ateo?: Altroché! (a cura di D. Borso e D. Pinto, Ipermedium ed.), converseremo con Dario Borso ed Emanuele Ronchetti sulle ragioni dell’ateismo, e verseremo alla Mescita Vini Emma Goldman.

io vorrei, non vorrei ma se puoi

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Dizionario dell’incertezza
di
Lucio Saviani

1. INSICUREZZA, PRECARIETÀ
Onde anomale del consenso, picchi imprevisti del desiderio, improvvise voragini della speranza. Vecchi mercati che si riaprono e nuove frontiere che si chiudono. Per un muro che crolla, molte città che si dividono. Linee di confine interrate che riemergono. Frontiere che si spostano con armate, ambasciate e basi nucleari. Città insicure che si riprendono il loro vecchio nome e nazioni che se ne inventano uno nuovo. Nell’arte, nella scienza, nella riflessione filosofica, nel modo di intendere il fare politico e nei tentativi di costruire una effettiva democratizzazione del sapere, i problemi tradizionali incontrano uno sconvolgente ma anche seduttivo punto cruciale, di crisi, drammatizzato dal rapido, precario e spesso incontrollabile mutamento dei contesti socio-politici, così come dal crollo di tante certezze ideologiche.

Stabat mater dolorosa

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di Remy de Gourmont
 

da “Latino Mistico
traduzione di Roberto Rossi Testa
Nino Aragno Editore

La vergine con il bambino_Museo del Louvre

G. B. Pergolesi (1710-1736)
‘Stabat mater dolorosa’ (1736)

Al Museo del Louvre, in una delle sale dedicate alla scultura del Medioevo, si trova un bassorilievo italiano del XV secolo, in terracotta policroma, che tenterò qui di descrivere. Sullo sfondo dorato si vedono la Vergine e il Bambino Gesù; entrambi hanno l’aria sgomenta e recano aureole su cui si leggono profezie a loro riguardo. Ambedue hanno lo sguardo perduto, rivolto all’infinito e all’abisso, e innanzi ai loro occhi si aderge il Calvario.

Afro Tondelli, Lauro Farioli, Marino Serri, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi

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di Antonio Sparzani

La primavera e l’estate del 1960 sono segnate in Italia dalle manovre autoritarie del governo Tambroni (l’operazione “Ippocampo”) e dal susseguirsi di manovre militari dei paesi della NATO. Dopo la caduta, il 24 febbraio 1960 del Governo Segni, si apre una lunga crisi, risolta col varo del governo Tambroni con il voto determinante del Movimento Sociale Italiano, partito della destra estrema e diretto erede della Repubblica Sociale Italiana. Per il 1° luglio l’MSI indice provocatoriamente un congresso a Genova, città simbolo della resistenza antifascista. La reazione popolare è immediata: a Genova è sciopero generale e durissimi scontri seguono le cariche della polizia. Nonostante il trasferimento del congresso missino, la protesta dilaga e dimostrazioni si svolgono in tutta Italia duramente attaccate dalla polizia. Una decina di dimostranti rimangono uccisi, centinaia sono feriti. Il giorno seguente la strage di Reggio Emilia uno sciopero generale blocca il paese. Ai funerali partecipano nel massimo ordine oltre 150.000 persone, mentre le forze di polizia rimangono nelle caserme. Il 19 luglio Tambroni rassegna le dimissioni e le forze neofasciste rimangono ai margini della vita politica italiana fino al 1994. Guardatevi questo, e ascoltatevi questo.

Oggi abbiamo al governo del paese Mussolini, Ciarrapico, Calderoli oltre al loro ultratambroniano organizzatore.

El boligrafo boliviano 15

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sapomouth1.jpg di Silvio Mignano

12 agosto e 7 ottobre 2007

La pallina rimbalza con uno schiocco secco, tac, ciottolo o dado d’osso, sbatte contro l’interno del palo, un toc sordo, ed entra in porta con un rimbombo gutturale, ingoiata dal rettangolo buio. I giocatori, incardinati sulle sbarre di metallo già tutto arrugginito, hanno divise a strisce gialle e nere o tutte celesti, dipinte alla meno peggio, uno sbaffo color tuorlo d’uovo si arrampica sulla nuca del centromediano metodista, tagliandogli in due la capigliatura scura aderente al cranio un po’ oblungo. Attorno, pubblicità della Coca-Cola o dei telefoni Entel, tracciate da una mano che a un certo punto, si vede, si è fatta più incerta, tradita dalla stanchezza, dalla ripetitività, o da un’imprevista emozione.

intra moenia – inglese / raos

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caffè letterario intra moenia
piazza bellini 70 – 80138 napoli
mercoledì 16 aprile, ore 19:00

 

giancarlo alfano
e
gabriele frasca

presentano

 

le api migratori
di andrea raos
(oèdipus, 2007)

e

prati / pelouses
di andrea inglese
(la camera verde, 2007)

info: 081290720 – 0815571190 – 3392732509

Studio drammaturgico sulla poesia italiana e i suoi rischi di contagio

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dscf0963.JPG di Andrea Inglese

La poesia è italiana quando affronta i tre argomenti salubri: religione, contagio, famiglia.

La logica della poesia italiana è perimetrale. Al centro vige la pantomima sfrenata dei mille loa vudù.

La poesia italiana è un oggetto mobile a pochissime dimensioni, non più di venti o trenta.

La poesia italiana esige una rivelazione, una ustione monoteista della mente che dica in pochi versi chi è chi e come dal Grande Topo venne dio e da un’anca di dio, per una soglia asessuata, passarono molti loa: Damballah, lo psichismo oscuro, in forma di serpe, o il cugino Zacca con spirito contadino, a picchiare sulla Calbasse, o Guédé-Petro, dalla danza grave e sussieguosa, a cui si offre il capro nero ed un’aringa, o Erzulie-Freda, la Sirène, che nuota grave ed erotica intorno alla zattera, e a tutti gli ingressi del contagio.

Ultimo appello

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Io che non posso perché ho la cittadinanza tedesca (quella doppia la Germania l’ha ammessa da poco e l’iter burocratico mi ha sempre sgomentato), vorrei semplicemente dirvi: ANDATE A VOTARE! Facendo finta per un paio di minuti di dimenticarvi tutte le incazzature e delusioni passate. Turandovi il naso, se occorre. Il MENO PEGGIO non è un bel concetto, mi rendo conto. E non so nemmeno se basti a non far diventare questo paese, in tutto e per tutto, il primo stato europeo sudamericano. Provarci almeno….

 

Il figlio di Davide

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di Giovanni Oliva
Ho messo da parte le più tranquille e raffinate note pianistiche di Franz Liszt per riascoltare quelle caotiche e graffiate dei Taraf de Haidouks. Brani come Jalea Tiganilor (Lamento Zingaro), Rind de Hore (Suite di danze) ecc. Ho ballato da solo, chiuso nelle stanze vuote del mio studio, per scacciare la tristezza di questi giorni sciagurati. Ne ho avuto un certo beneficio. Ho vissuto diversi anni con gli zingari, i romá (rom – uomo libero – al plurale fa romá).

Scòzzari e la scozzarizzazione del Mondo

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di Linnio Accorroni 

Se lo scrittore è colui che possiede l’immaginazione della realtà (Goethe), FS è sicuramente scrittore di razza purissima. Immaginate la malvagità acida di Franti, l’inquietudine avventurosa di Huck Finn, la stupefazione lirica e tenera del Meneghello-bimbo di Libera Nos a Malo fuse in una dolorosa ed esilarante sarabanda, canzone di un’infanzia spudoratamente realistica in una famiglia della media borghesia bolognese tra gli anni ’50 e ’60, rievocata dalla potenza visionaria di Filippo Scòzzari.

Sicurezza contro Privacy

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di Bruce Schneier

Se esiste un dibattito che sintetizza la politica post-11 settembre, è quello della sicurezza contro la privacy. Quale delle due è più importante? A quanta privacy siete disposti a rinunciare per la sicurezza? E poi, ci possiamo davvero permettere la privacy in quest’epoca di insicurezza? Sicurezza contro Privacy: è la battaglia del secolo, o almeno di questo primo decennio.

Gioventù tedesca II

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di Dario Borso e Heinrich Heine

RIASSUNTO. Il giovane Richard, che a Parigi fa la fame e abbandona il cane, lecca la penna e scrive a Giacomo M., boss della Santa Corona Lirica, che lo dirotta al direttore dell’Opera. Risultato: per 500 fiorini Richard cede il libretto del Vascello fantasma, di cui peraltro non ha scritto la musica. Peraltro ancora, la storia Richard l’aveva tratta gratis da Heinrich Heine, che l’aveva divulgata in Deutschland un lustro prima. Chi la fa, l’aspetti. Ora vediamo meglio questa benedetta (maledetta?) storia raccontata da Heine, mentre la volta prossima spieremo come qualmente Søren Kierkegaard, nello stesso anno 1840 e giusto a Berlino, indagasse la figura di Asvero, allineandola agli altri due colossi dell’età moderna: Don Giovanni e Faust. Intanto Hans, in quanto austriaco, se n’è ito.

Ciao Pippa

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Pippa era sempre vestita di verde. Mai un altro colore addosso. Verde di tutte le tonalità. Doveva aver sviluppato una percezione acuta, come i tuareg che hanno non so più quante parole per dire “giallo”. Pippa la vedevo in giro, a saltabeccare nel mondo, curiosa e un po’ inquietante come un punto interrogativo, come un elfo. Adesso leggo che in questo suo saltabeccare di sogno ha incontrato una persona che non doveva incontrare, e adesso non mi capiterà più di incontrarla per caso. Ho sperato davvero che la sua sparizione fosse un’altra performance delle sue. Del resto era nipote di Piero Manzoni. Invece no, nessuna performance. Niente di niente stavolta. Ciao Pippa.

www.pippabacca.it

Aharon Shabtai: Se mi chiedete… (video)

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[youtube:http://it.youtube.com/watch?v=48r6gjBSAak]

A Silvio (argomenti per non astenermi)

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Confesso che avevo già deciso di votare. Ma questo video dell’inno ufficiale del PopoloDelleLibertà (questa appropriazione affaristica delle due parole chiave della Rivoluzione – del resto seguita dall’enrichissez-vous del Guizot – andrebbe approfondita ulteriormente) ha dissipato ogni dubbio. E’ il solito antiberlusconismo, dirà qualcuno, che noia: a forza di essere Berlusconi-centered il sistema politico è diventato tutto quanto simile a lui. Vero – e infatti il mio voto non andrà di certo al partito-baule biancoverde, ma sarà finalizzato a contrastare proprio questo appiattimento al centro. Ma soprattutto, il mio voto non sarà contro Berlusconi. Sarà contro questi allegri “puri di mente”, come gagliardi si definiscono. Ove la purezza è da intendersi come sottrattiva, alla nascita, a designare una tabula rasa. Io voto contro questi senza-vergogna. Io voto perché è tempo di ridare valore alla virtù sociale della vergogna.
m.r.
[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=WXf-YbsSh0Y]
PS – Preciso questo: io non ritengo l’astensionismo responsabile di qualcosa. Astenersi è una scelta legittima, e financo sensata. Se andrà al governo Berlusconi, la responsabilità sarà in primo luogo dei ceti dirigenti del centro(sinistra). La mia è solo una personalissima dichiarazione di voto. Io credo, quanto alla trasformazione della società, all’incompossibilità dei mezzi.

FREE TIBET

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[si consiglia (qui ed in senso lato) una visione binaria e simultanea]

 

LA PAGINA E LO SCHERMO. Frame da un discorso abbandonato. (II)

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di Stefano Gallerani

«Questo progressivo sbiadire delle relazione umane non manca di porre qualche problema al romanzo. Come si potrà, infatti, perseguire la narrazione di passioni focose sviluppate lungo svariati anni e talvolta in grado di far sentire i propri effetti su diverse generazioni?»

(Michel Houllebecq, Estensione del dominio della lotta)

Con una detonazione si apre anche Il sopravvissuto, secondo romanzo di Antonio Scurati pubblicato nel marzo del 2005, a pochi mesi dal libro di Covacich. Il giorno della sua maturità, Vitaliano Caccia, già votato, lo scopriamo presto, alla bocciatura, uccide a colpi di pistola tutti i membri della commissione d’esame. Tutti salvo uno. Da questo momento, Andrea Marescalchi, l’insegnante di storia e filosofia “graziato” da Caccia, diventa «una figura della desolazione esistenziale»: il sopravvissuto, appunto.

Omero 2.0 / Oltre la neo-avanguardia: la poesia, le comunità letterarie e il romanzo

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a cura di Alessandro Raveggi e Vanni Santoni

(qui il programma completo)

alla Libreria Café La Cité

via Borgo San Frediano 20R

sabato 12 aprile 2008 – ore 19
presentazione di alcune pubblicazioni di
Biagio Cepollaro, Andrea Inglese, Andrea Raos
e dei progetti letterari on-line “Nazione Indiana” e “Poesia Italiana E-book

introducono Tommaso Lisa e Alessandro Raveggi
seguiranno performance e letture degli autori

Contro gli astensionisti

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scheda-elettorale.jpg di Beppe Sebaste

A ogni scadenza elettorale, anche se magari non sono mai gli stessi, incontro amici e conoscenti che dicono che stavolta non voteranno. Non sono come gli ignavi di Dante, tormentati nel vestibolo dell’Inferno perché, già rifiutati dal Cielo, sono sgraditi anche a Satana, non avendo avuto neanche il coraggio di peccare. C’è chi è deluso (e chi non lo è?), c’è chi protesta per punire i partiti (ma punire chi?). C’è chi si sente ormai al di sopra della mischia, chi ostenta un’idea della coerenza e della purezza morale e politica che non ha niente a che vedere né con la coerenza, né con la morale, né con la politica. Tutti hanno invece molto a che vedere con una patologia dilagante: il narcisismo.