di Francesco Longo
Tutte le volte che si dibatte di città e letteratura i discorsi convergono inesorabilmente verso un libro: Le città invisibili di Italo Calvino. Non c’è saggio sugli spazi metropolitani – romanzeschi – in cui questo non sia citato. La semiotica ha appurato che le città stesse sono testi da leggere, e tutti gli studi critici su luoghi e letteratura mantengono lo sguardo fisso su Calvino.
È appena uscito in Italia un vecchio libro, I guerrieri della notte (Fanucci) che dovrebbe scalzare Calvino dal suo podio. Sol Yurick, nel 1965, scrisse questo romanzo che poi divenne il celebre cult-movie di Walter Hill.






di Marco Missiroli