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Il Tempo annullato – Prove tecniche di eternità

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proust.jpg

di Elio Paoloni

Rispondere immediatamente, senza formulazioni lambiccate. Cos’è l’eternità? Un susseguirsi infinito di tempo, giusto? Un’infilata di secondi, minuti, ore, giorni, mesi, anni, secoli, ere. Una coordinata orizzontale, una fascia millimetrata inteminabile. Un incubo. Al catechismo nessuno di noi aspirava al Paradiso: quella cosa che comincia dopo la morte, da un’altra parte, e va avanti senza interruzione, senza fine. Giorno dopo giorno a contemplare la luce, senza neppure i comfort sensuali dei maomettani. Che palle.

Conversazioni con Giuliano Mesa

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Il Centro Culturale

La Camera Verde

[Roma, via G.Miani 20]

presenta

CONVERSAZIONI CON GIULIANO MESA

 

Primo ciclo: 11 ottobre – 6 dicembre 2007

Per sempre

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di Christian Raimo

Questa è una recensione a Per sempre di Edoardo Nesi.
Ma bisognerebbe fare prima un discorso articolato, complesso sul processo di “ferdidurkizzazione”, di infantilismo di ritorno, che sta avvenendo in Italia. Nel romanzo di Gombrowicz, Ferdydurke, un Gregor Samsa qualunque, un trentenne, si sveglia una mattina e si ritrova trasformato in un adolescente.
E proprio una mutazione di questo genere è quella che riguarda, nell’immaginario e poi nella realtà, anche la generazione di trentenni nostrani, che ogni giorno vengono presi e trattati come – alla lettera – dei bamboccioni.

Togliere parole

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Ho sempre pensato che, in un certo senso, il lavoro del poeta non sia aggiungere parole al mondo, ma toglierne; strappare brani di silenzio e di contemplazione al frastuono e all’orrore che del mondo sono il codice genetico. Anche ora non intendo aggiungere urla alle urla, del resto non saprei nemmeno calcolare i secoli di silenzio necessarî per cancellare le quattro frasi di Marco Travaglio che riporto qui sotto e che riprendo dal blog di Beppe Grillo.

“Allora come si risolvono questi problemi? [gli immigrati clandestini, se ho capito bene] Facendo fatica, facendo politica, facendo delle norme che servano, delle politiche sull’immigrazione di integrazione o anche di repressione nei confronti dei clandestini, identificarli, prendere le impronte. Se è razzismo prendere le impronte a loro, prenderle anche agli italiani, anche a tutti noi e anche il DNA, così ciascuno avrà il suo nome e non potrà dare false generalità. Questo lo si fa investendo soldi e non finendo sui giornali.”

Tuttavia, pur diffidando delle lapidi, voglio qui erigerne una, caduca e telematica, alle voragini di puro, ghignante odio che in questi giorni, semplicemente con più chiarezza del solito, vedo spalancarsi in ogni luogo dell’umano. Mi vergogno, penso che davvero dovremmo vergognarci tutti.

Ottobre piovono libri

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Ottobre Piovono libri
Napoli – Castellammare di Stabia 17ottobre / 12 novembre 2007

Il libro montagna
il libro che va da maometto
4 appuntamenti per far muovere
la lettura in provincia di Napoli

Una rassegna dedicata alla lettura e pensata per promuovere alcune tipologie di libro che hanno normalmente scarsa diffusione e poca visibilità. Completamente gratuita e aperta a chiunque voglia imparare a leggere, a fare o a scrivere libri. Si compone di appuntamenti didattici (corsi di scrittura e di confezione editoriale) e spettacoli pubblici (poetry slam, concerto, esposizione), uno per ogni tipologia: il libro di poesia (orale), il saggio, il libro musicale (audiolibro), il libro d’artista.

È nata l’associazione Mauta

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I redattori di Nazione Indiana 2.0 hanno nello scorso mese di maggio fondato Mauta, una Associazione che si propone di promuovere iniziative culturali nel più ampio senso del termine mediante vari strumenti di comunicazione. Il primo di questi strumenti esiste già ed è il blog Nazione Indiana.

Altri strumenti sono stati e saranno le Letture Indiane, occasioni nelle quali i soci di Mauta hanno avuto un contatto non virtuale con il pubblico, e la produzione di documenti cartacei che lascino una traccia materiale dell’attività dei soci sia in quanto singoli autori sia in quanto collettivo di scrittura, divulgazione, produzione creativa.

L’associazione Mauta ha un suo sito (www.mauta.org), nel quale verranno riportate e aggiornate le notizie sulle sue attività. L’appartenenza alla Associazione è regolamentata da apposite norme che sono spiegate sul sito.

lit-link parade – Top 10 (from Google)

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Roberto Saviano————-379.000
Giuseppe Genna————–267.000
Valerio Evangelisti————218.000
Babsi Jones———————167.000
Giulio Mozzi———————121.000
Carlo Emilio Gadda———120.000
Tiziano Scarpa—————–74.700
Gianni Biondillo—————-54.900
Giorgio Manganelli————54.600
10° Tommaso Landolfi———-43.800

Passi spiegati

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di Mariasole Ariot

Gianluca Sbrana

Ho contato i minuti senza tener conto del tempo, quando mi sono accasciata alla decima delle sedie chiamate sedute.

Aveva gli occhi stupidi, i tacchi alti, una vetrina di manuali, sulla testa e mi sorrideva elencando le solite domande di dettaglio – ché la circostanza, in quelle stanze, non concede alcun dubbio. Poi mi ha stretto la mano, debole, e mi ha detto: «Vede, ogni sua parola, i suoi gesti, la frenesia del suo cervello e la sua sete sono null’altro che sintomi. E come tali vanno trattati. Questo è bene lo capisca – e se non la capisce, tanto meglio: si affidi a noi. Non posso prometterle di ricominciare a vivere, ma se prende questo almeno non avrà più voglia di morire. E poi, guardi che io mica ho deciso la mia professione per fare del male alla gente, sa? Lo giuro. » Cento grammi al giorno. Quando il corpo avrà la corazza più dura, potremo aumentare fino a cinquecento.

Stronzi di successo

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di Andrea Bajani

A un mese dalla sua uscita in libreria, Il metodo antistronzi è un successo. Il manuale di sopravvivenza aziendale firmato dal professore di Ingegneria sociale Robert L. Sutton, pare proprio vada a ruba. Questo mi sembra un dato interessante, non tanto perché certifica la sana e robusta costituzione del nuovo marchio editoriale Elliot, quanto perché dice il tasso di frustrazione che alberga nel mondo. Mai come nell’ultima settimana mi è capitato di sentir fioccare tanti “stronzi” in libreria, urlati da gente che cercava il libro sui banconi. Di nuovo: più che un successo editoriale, è un allarme sociale. Si tratta di uno di quei casi in cui il tipo di ricezione di un libro è quasi più indicativa del suo contenuto.

Luci e ombre di Google: un libro di Ippolita

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di Jan Reister

Il 35% dei visitatori di Nazione Indiana arriva dopo aver interrogato un motore di ricerca, quasi sempre (33%) Google. Usiamo il servizio di statistiche web Google Analytics, molti di noi usano GMail, Google Maps, Google Earth. La tecnologia di Google ha messo alla portata di tutti grandiose comodità e servizi eccellenti, ma ha causato più sottili cambiamenti sociali e cognitivi e, soprattutto, una certa inquietudine dovuta alla concentrazione di informazioni sulle nostre abitudini in rete nelle mani di un unico attore.
Luci e Ombre di Google. Futuro e Passato dell’Industria dei Metadati
(IBS, BOL) è uno strumenti per capire l’industria dell’informazione digitale, presentata con chiarezza e intelligenza, analizzandone diversi aspetti (la cultura aziendale, l’open source, gli algoritmi, la privacy, quantità e qualità, la critica politica) con taglio divulgativo e con una buona selezione di fonti per l’approfondimento. E’ un’ottima prima lettura sul tema, e una chiara raccolta di riferimenti per gli addetti ai lavori.

Il libro è distribuito commercialmente ed è anche scaricabile liberamente dal sito degli autori e qui.

La punta della lingua 2007

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Poesia Festival

Ancona 11-14 ottobre

Editoriale + Programma

Rieccoci a parlare di poesia con questa seconda edizione del nostro festival. Ancora una volta cerchiamo di farlo senza cadere in sterili accademismi, evitando la trappola dell’autoreferenzialità e dell’orgoglio isolazionistico, con un approccio il più possibile laico.

L’apparente riposo

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di Guido Ballo

agli amici che verranno

Ecco, sono in stato di quiete, è il mio traguardo: contemplare
così, fuori del tempo. Eppure questa pace (l’orizzonte attorno
a emisfero) è come il punto tranquillo in mezzo al moto
degli uragani

(c’è sempre un punto sospeso) equilibrio delle forze

dove la calma si distende.

Perché è questo il fatto: la Terra

sulla quale riposo sembra ferma, un sostegno sicuro, ed ha

almeno due

moti, gira nel giorno e nell’anno

altri sistemi

di soli, satelliti pianeti girano con altri centri altri eclissi. Ma
anche questo involucro che trattiene la forma del
mio corpo, qui

si apre in altri sistemi: gli atomi di questo

composto provvisorio (pelle sangue ossa nervi) mentre me ne

sto fermo

girano

con altri soli e pianeti, l’infinito si apre verso il grande

si divide e moltiplica nel piccolo

i giganti non destano stupore

più di una molecola, lo spazio è sempre tempo l’energia
questo moto continuo spinge

onde invisibili passano i corpi

ne sento i viaggi, verso il piccolo il grande. Per questo sono

antichissimo

l’uomo delle origini (apparente riposo
della contemplazione) materia-plasma nel giro di tutto

l’universo.

1965

tratto da Posta per gli amici [1958-1965], in mâd, Parma, Guanda, 1970.

Diorama dell’est #5

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di Giovanni Catelli

Hlavnà Stanica

Ora puoi stringere il dono dell’istante, al caffè della stazione, a Bratislava, nell’ora dubbiosa che mescola i treni e divide, l’arrivo il partire, la sosta l’addio, l’attesa il ritorno, quali sostanze aduni al ricordo, quali stagioni trattieni alla mano, senza smarrire il peso del giorno, vasta misura di brezze penombre, luci fragori, solo più largo lo spazio fra i gesti, morbido e lento il vagare dei treni, lasco e cedevole il ferro dell’ora, il sole raggiunge i vagoni del sonno, tocca in silenzio le ruggini quiete, varca gli asfalti donati al risveglio, celebra calme stanchezze d’estate.

Addio a Walter Kempowski

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(Riprendo da Adn Kronos. Di Walter Kempowski, autore pressoché sconosciuto nel nostro paese, è in uscita presso Lavieri il romanzo autobiografico “Tadelloeser & Wolff”, prima traduzione di un’opera dello scrittore di Rostock in italiano. La copia era stata appena mandata al grande WK, il quale, purtroppo, non ha fatto in tempo a vederla. Se ne va uno dei più rispettati e importanti scrittori tedeschi contemporanei. FK)

E’ morto ieri lo scrittore tedesco Walter Kempowski, autore della monumentale raccolta in dieci volumi ”Echolot”, testimonianze sul periodo 1941-45. La scomparsa, avvenuta in una clinica di Rotenburg, nei pressi di Brema, in seguito ad un tumore, e’ stata annunciata dalla casa editrice Knaus di Monaco di Baviera. Nel 2005 lo scrittore ottenne il premio alla carriera Thomas Mann, lo stesso anno in cui porto’ a compimento ”Echolot’‘.

Moleskine 3

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moleskine-3.jpgdi Sergio Garufi

Stilos ha chiuso. In molti ne hanno rimarcato i difetti: il provincialismo delle foto e delle didascalie degli autori dei pezzi, la diffusione non proprio capillare, il tono quasi esclusivamente elogiativo degli articoli, l’assenza di retribuzione, l’eccessiva autoreferenzialità. Avendoci collaborato per 4 anni, potrei aggiungerne altri, come il fatto che spesso i pezzi venivano tagliati arbitrariamente, senza avvertire l’autore, e questo faceva infuriare molti. Ma è pur vero che il giornale nacque su basi volontaristiche, e che il lavoro di Bonina, svolto nei ritagli di tempo, doveva essere molto faticoso e ingrato. Il pregio principale è stato quello di ospitare le voci che si ritenevano meritevoli senza badare ai titoli, cosa che accade assai di rado nelle riviste letterarie tradizionali. Io fui uno di questi fortunati. Qualcuno segnalò a Bonina un mio articolo in rete e questo fu sufficiente per farmi entrare nel giornale. Lì avvenne il mio esordio su carta, se si eccettuano due fugaci comparsate su oscure riviste accademiche ai tempi dell’università.

Tutto è puro per i puri

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di Giorgio Mascitelli

Colui che chiamiamo puro è chi estende alla realtà quelle cautele che noi applicchiamo solitamente verso noi stessi (Ion Cocinescu)

Se tutto è puro per i puri, cominciamo con il dire che allora il puro non sa di essere puro, ma si considera normale. Le cose saranno da lui viste nella luce della purezza che sarà la loro luce standard. Egli non potrà mai dire del mondo come gli è apparso alla sua visuale pura, ma ripeterà, come fanno tutti, almeno al principio, quelle idee sentite da altri che più gli piacciono. E dunque dirà che il mondo può essere meraviglioso o orrendo o contraddittorio o disonesto, come chiunque altro. L’osservatore esterno esperto potrà però cogliere certe sfumature nel vedere il mondo o meglio i suoi episodi, che gli proveranno la purezza del puro.

Il libretto arancione

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di Christian Raimo

Purtroppo è un libro abbastanza noioso questo “libretto arancione” di Walter Veltroni, La nuova stagione (Rizzoli, pagg. 142, 10 euro), che dovrebbe essere la piccola summa delle ragioni fondanti del Partito Democratico, ed è in realtà l’edizione per libreria – ottenuta con una semplice conversione dei file da Word a XPress – di cose che Veltroni aveva già pubblicato più o meno altrove. Purtroppo – a dispetto dell’intenzione dell’autore stesso di produrre uno “shock di innovazione” – è un’occasione sprecata per chi l’ha scritto e per chi ne dovrebbe essere il destinatario; prima degli altri, forse, quelli che vorrebbero andare a votare alle primarie del 14 ottobre. Un’occasione sprecata per confrontarsi, capirsi, parlare, trovare un terreno comune, vicinanze e distanze, una dialettica, rispetto una cosa ancora così evanescente come il Pd.

Considerazioni a margine di Umbria Jazz – 2

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milesdavis.jpg di Sergio Pasquandrea

[continua da qui]

E infine arrivò il bebop.
Anche qui luoghi comuni: Bird e Dizzy e compagni si ribellavano allo swing commerciale e facevano questa musica nera, orgogliosamente nera, piena di ritmi bizzarri, e soprattutto non-ballabile, piena di frasi arzigogolate e guizzanti. Lo capiamo solo noi, bianco, questa è la nostra musica, lo swing è musica vecchia, noi siamo il futuro.
Tutte cose vere solo per metà. Ma una cosa è certa: è qui che il jazz comincia a staccarsi dall’entertainment e a proporsi come arte. E, ancora più importante, il jazz comincia a non essere solo pittoresco, o divertente, ma anche cool. Per essere hip si doveva ascoltare quella musica. Gli hipsters avevano anche un loro costume, lo zoot suit, fatto di pantaloni con la vita altissima, larghi lungo le gambe ma stretti da molle alla caviglia, e giacche coloratissime con le spalle spropositatamente ampie. Oppure imitavano Dizzy Gillespie, con il suo basco, gli occhiali neri e la “mosca” di peli sotto il labbro. Norman Mailer descrisse l’hipster come un “negro bianco”, proveniente dalla classe media che “cercava di deporre la propria ‘bianchezza’ e adottare quello che credeva fosse lo stile di vita rilassato, spontaneo, cool degli hipster neri”. Era un modo per segnalare la propria appartenenza a una confraternita, un gruppo chiuso.
Questi due fatti hanno conseguenze importanti: perché ancor oggi, se si chiede all’uomo della strada che cosa gli evoca il jazz, la risposta sarà: o una musica “difficile” (ergo: ostica, faticosa da ascoltare, non fischiettabile), oppure una musica che evoca una certa aura di coolness.

Big Brother State – un corto di David Scharf

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Big Brother State è un film educativo su ciò che i politici chiamano protezione della nostra libertà, ma che noi definiremmo meglio leggi repressive. Da quando il terrorismo è diventato una minaccia globale, specie dopo l’11 settembre, molti governi hanno varato leggi che, essi dicono, aumenteranno la sicurezza nazionale. E’ ovvio invece che queste leggi hanno un altro scopo: permettere agli stati di avere sempre più controllo sui cittadini, a discapito della nostra privacy e della nostra libertà. (dal sito del cortometraggio)

www.bigbrotherstate.com

Intervista a Giancarlo De Cataldo

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cataldo1.jpg

di Gianni Biondillo

[allego qui la versione estesa di un’intervista fatta a Giancarlo De Cataldo per GQ. Quella pubblicata nel numero di agosto, per capirci, è lunga circa la metà]

Vivo un mio personale conflitto d’interessi. M’è stato chiesto di intervistare un amico, Giancarlo De Cataldo. Potrebbe diventare abbastanza rischiosa la deriva indulgente, la sviolinata in tempo reale, il, per dirla alla maniera di Quentin Tarantino, “farsi i pompini a vicenda”. Ma sono abbastanza certo di non cadere in tale tentazione. Ho dalla mia la fortuna di averlo conosciuto, e rispettato, prima come scrittore e poi, solo poi, come persona.

Oralità e scrittura in Gadda 2

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(Prima parte qui)

Eros e Priapo: oltre il pamphlet

di Andrea Inglese

Nel suo saggio sul pamphlet moderno, Marc Angenot ricorda: “la forma primitiva ed elementare del pamphlet è l’invettiva ; lo spettacolo dello scandalo e dell’impostura richiede innanzitutto l’esplosione della collera, l’abreazione aggressiva, tanto più aggressiva dal momento che l’autore del pamphlet si sente invaso, minacciato e impotente”. Queste osservazioni si attagliano perfettamente alla condizione di Gadda, il cui sentimento d’impotenza ed esclusione, rispetto all’entusiasmo condiviso nei confronti del regime, è direttamente proporzionale allo sfogo verbale aggressivo presente in Eros e Priapo.