di Pierluigi Lanfranchi
ESIODO
Nell’estate della grande canicola
crepavano disidratati i vecchi.
Gravi i danni alla produzione agricola.
Spighe riarse in cima agli stecchi
sfarinavano tra le dita. I becchi
dei corvi dentro i frutti del fico
infilzavano cenere. Lo specchio
retrovisore metteva in pericolo
come una lente ustoria il bosco.
Vuote le fonti, le cisterne, i pozzi.
Chiuse le imposte. Esauste le mosche.
Aprendo i rubinetti e accostando
l’orecchio potevi sentire il rantolo
della terra salire a singhiozzi.

di Andrea Bajani
di Severino Colombo