di Mariolina Bongiovanni Bertini
[Termina qui il racconto fatto in casa per i piccoli indiani. Ringrazio Mariolina per avercelo dato. DV.]
4. Il compleanno di Capitan Uncino
Yessèr nuotava ormai da sei o sette ore , dritto verso la linea dell’orizzonte, quando cominciò a preoccuparsi un po’: ormai vedeva davanti a sé la costa aspra e rocciosa della Corsica, ma dell’isolotto della Strega, nemmeno l’ombra. Forse si era spostato troppo verso oriente, visto che era partito da Bergeggi e non da Varigotti; o forse aveva girato a destra in un punto dove Espiègle, invece, il giorno prima l’aveva fatto girare a sinistra. Insomma, non sapeva più bene né dov’era né in che direzione doveva nuotare, e si sentiva anche molto stanco. D’un tratto, davanti a una piccola baia, gli apparve un grande veliero , ancorato a circa duecento metri dalla costa. Era davvero imponente, con i suoi tre alberi altissimi e tante belle sculture di legno dorato che gli ornavano la prua. Sull’albero maestro ondeggiava al vento una bandiera fatta a questo modo:

[Esce da
3. Il Coboldo di Bergeggi.

Servi dei servi, come recitano certi slogan un po’ muffi. Ma è proprio così. Servi delle multinazionali. Servi del peggior governo americano dai tempi di Nixon, impelagati in un’impresa guerresca che nulla ha a che fare con la lotta al terrorismo, ma promette di trasformarsi in una catastrofe di dimensioni storiche.
Quei ragazzi che lavorano alla Tecnocasa
Ho deciso di darmi alla meditazione. Il testo su cui mediterò è il libro di Alain Joxe
Sono arrivato a Torino con il treno alle sette e cinquanta del mattino, con un cielo di ghiaccio. Appena sceso ho telefonato a una ragazza a Roma a cui avevo pensato tutto il viaggio, dormendo e non dormendo sul sedile allungato. L’ho trovata a casa che stava per uscire. A lei faceva piacere sentirmi ma non nel modo perentorio che io mi aspettavo. Scrivo queste cose brutalmente biografiche perché vedrete avranno un senso.
Il brevetto è nato nel ’700 in ambito anglosassone per proteggere la proprietà intellettuale di manufatti meccanici per una durata di vent’anni. La persona che otteneva il brevetto sulla propria invenzione doveva essere in grado di usare, riprodurre e riparare l’invenzione medesima, di averla sotto controllo. La mentalità del brevetto comunque appartiene solo a una parte del mondo, in quanto in certe culture come, per fare un solo esempio, in quella indiana, non si considera il sapere come qualcosa di esclusivamente privato, ma come tramandabile all’interno di una comunità.
Accade spesso, se si ascoltano spot pubblicitari televisivi o se si sfogliano certe riviste patinate, che i termini Piacere e Godimento siano usati come sinonimi. Invece, caro lettore, devi sapere che sussiste tra essi una complessa ed articolata differenza e che proprio il confronto tra questi due concetti è un tema fondamentale nel dibattito psicoanalitico e filosofico contemporaneo.

Dicevamo strano periodo, questo. Nei primi tre mesi del 2004 un significativo numero di raccolte di racconti italiani, e sottolineo italiani, ha inondato le librerie. Si vede che lo stato di salute della nostra narrativa non è poi così malandato. Si vede che sono in tanti a pensare che valga la pena misurare la temperatura della nostra capacità di rappresentare il Paese e noi stessi.
A scuola è muto, dicono: forse gran pensatore – mio figlio? – o forse è scemo. Robusto – diciamo grasso – e non mette il grembiule. E non piange e i suoi capricci sono in forma di coriacee ostinazioni. Non che sappia molto di lui, solo che è un ragazzino distratto e chiuso e – come dice sua madre – patologicamente solo.
[Seconda puntata del racconto per le criature. Potete stampare il delfinotto qui di fianco e occupare la criatura con i pennarelli per un paio di minuti, giusto il tempo di fare quella benedetta telefonata che rimandate da stamattina. Nota del curatore: avevo scritto una canzone di argomento delfinesco. Credo che la si possa ascoltare cliccando 