di Christian Raimo
Sembra una coincidenza necessaria che a distanza di poche settimane l’uno dall’altro vengano pubblicati, entrambi da Einaudi, due libri come La differenza cristiana di Enzo Bianchi (pagg. 117 euro 8) e Laicità, a cura di Giovanni Boniolo (pagg. 260, euro 15,80). Perché sono due testi (il primo un pamphlet, il secondo una raccolta di brevi saggi) che si chiedono ascolto e si parlano, e molto, reciprocamente, e che anzi proprio questo dialogo promuovono. Sarà che l’urgenza è evidentemente comune: lo spazio del dibattito è asfissiato, ingombrato dal gas venefico dello scontro di civiltà, degli spettrali fondamentalismi, dell’ignoranza tout court. Sarà che la distanza, la differenza delle tradizioni si è andata alterando, si è distorta, e questo è accaduto soprattutto perché ai poli del confronto si sono sostituite creature culturalmente modificate come “Occidente” o “Barbarie”, “Ragione” e “Irrazionalismo”.


Mentre la critica letteraria viene data quasi unanimemente per spacciata o agonizzante, e ci si divide tra chi vorrebbe munirsi di vanga e chi farebbe l’ultimo disperato tentativo col defibrillatore, le recensioni invece si moltiplicano e si occupano sempre più spesso di ambiti non strettamente letterari. E’ il caso del nostro Piero Sorrentino, che su Il Giudizio Universale recensisce la legge sull’elezione diretta dei sindaci, e di Camillo Langone, autoproclamotosi critico liturgico, con le sue recensioni delle messe pubblicate su Il Foglio. 