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Nous abolirons l’ICI

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S.p.Acqua

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s.p.Acqua

un progetto prospekt|fotografi e Amnesty International

I gesti della vita legati all’acqua sono migliaia, ogni giorno, in ogni istante. La sua presenza, o mancanza, determina la vita.
Abbiamo provato a raccontare questa relazione con la fotografia.

Grandi colossi e best seller, l’editoria è morta

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di Jacopo Guerriero
schiffrin-photo.jpgEra la prima metà del XVII secolo e già il padre Baltasar Gracian, gesuita poi amato da Debord, raccontava in aforismi la condizione del lettore alle prese con biblioteche infinite. «C’è così tanto da imparare e così poco tempo per vivere». Non esisteva editoria, non secondo il concetto moderno, eppure una sfida si intuiva. All’avvio del XXI secolo, la quantità dei libri a disposizione dei lettori è cresciuta spasmodicamente. Ma quali potenzialità si sono aperte? Quali differenze culturali e politiche l’editoria libraria offre al pubblico? Esistono davvero strategie editoriali che si adottano per ampliare gli orizzonti?
A distanza di sei anni dal suo pamphlet ormai celebre, Editoria senza editori, André Schiffrin – già direttore di Pantheon Books a New York, oggi a New Press – registra in un nuovo volume, Il controllo della parola (Bollati Boringhieri, 89 pp., 12 euro), la situazione della grande editoria internazionale, a partire da quella francese e americana. Senza il piglio di Cassandra, nonostante «molte delle mie peggiori previsioni – dice – siano state superate dalla realtà».

Il mistero del Romanzo

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Parte il ciclo di incontri Il mistero del Romanzo organizzato dal Circolo Culturale Il leone e la rosa e sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona con il patrocinio della Casa Editrice Sironi. Il primo appuntamento è fissato per Venerdì 7 Aprile alle ore 18.00 presso la Sala Consiliare dell’ex Palazzo Municipale in Via Ammiraglio Mirabello. Il titolo della conferenza è Il romanzo e la sua evoluzione. Ecco comunque tutto il programma della prima parte.

Allons Enfants II/ Anna Maria Merlo

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PARIGI. Robert Castel, sociologo, è specialista della questione sociale e dei problemi del lavoro. Ha scritto, tra l’altro, Les métamorphoses de la question sociale. Une chonique du salariat (Fayard) e Propriété privée, propriété sociale, propriété de soi( Fayard).
Come spiega la rivolta in corso contro il Cpe, che in effetti non cambia molto alla situazione di precariato attuale, la reazione cosi’ determinata è dovuta al fatto che la istituzionalizza, che si tratta di una mossa ideologica ?

Transit / Giovanna Giolla

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Ciao Francesco,
Ho pensato di mandarti questo racconto per Nazione Indiana sulla capacità immaginativa dei bambini.
E sul desiderio inspiegabile di voler proteggere chi è così diverso e indifeso.
Un racconto che parla di uno dei film più belli e commoventi della storia del Cinema. Elephant Man di David Linch.
Giovanna

“Mamma, hai idea di che vita abbia avuto?”. Mi domandò mio figlio Luca.
“Sì”.
“Non credo tu possa immaginarlo”. Rispose serio.
Un pomeriggio avevo lasciato Luca a casa di Raju, un amichetto nepalese dell’asilo Bacone di via Piccinni.
La madre li aveva sistemati su un divano, attivato un proiettore e inserito “The Elephant Man” di Lynch.
Da quel giorno nella mente di mio figlio non c’era altro desiderio: rintracciare John Merrick, l’uomo elefante.

La campagna elettorale di un poeta-paesologo (in due punti)

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di Franco Arminio

1.Attenti alla roba!

Ogni tanto mi chiedo chissà cosa direbbe Giovanni Verga se potesse ascoltare le dichiarazioni dei politici in questi giorni. Per la verità le dichiarazioni le fa uno solo, Berlusconi, tutte le altre dichiarazioni sono commenti, postille, precisazioni a quanto dice l’uomo di cui tutti parliamo.

Tedoldi, Updike

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di Francesco Longo

Giordano Tedoldi è uno scrittore che sa cos’è la Letteratura. Il suo libro mette in luce la debolezza strutturale di molti suoi colleghi, gli scrittori che nelle interviste o nelle presentazioni affermano con vanto: “Mi sono formato su fumetti e telefilm”, “Il mio immaginario sono i videogiochi”, “Non leggo narrativa, sono cresciuto con Playstation e cinema”. A questi autori (oggi sono moltissimi) bisognerebbe rispondere: “E si vede”, e non leggerli più.

Bacheca di aprile 2006

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Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

Berlinguer ti voglio bene

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di Marco Rovelli

L’Einaudi è di Berlusconi, ma di certo non soggiace alle direttive arcoriane. Se mai, nella casa berlusconiana prendono dimora più comodamente gli uomini dell’avversa parte. Quelli vicini a D’Alema. Come, ad esempio, Andrea Romano, responsabile della saggistica della casa torinese, ed ex direttore scientifico della Fondazione Italianieuropei. Al suo attivo ha una biografia mondadoriana su Blair – a indicare la stella polare dei “destini della sinistra italiana”.
Adesso Romano ha pubblicato un libro – Berlinguer e la fine del comunismo – di Silvio Pons, direttore dell’Istituto Gramsci (autore con il quale Romano aveva pubblicato un saggio negli annali Feltrinelli). Il libro è stato recensito sul Corriere della Sera  di giovedì 16 marzo da Sergio Luzzato, il quale tra le altre cose, oltre a insegnare all’università di Torino, scrive sulla rivista Italianieuropei.

A Gamba Tesa/ Andrea Di Consoli

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disegno di Fulvio Capursoimmagine di Fulvio Capurso

S’impara qualcosa da tutti. Da tutti quelli che ti parlano. Anche da chi ti fa del male. Anche da chi sta chiuso in casa, rintanato, lontano dagli uomini. S’impara qualcosa anche da chi non conosciamo (per esempio lo struggimento di volerlo conoscere, quell’uomo sconosciuto). Bisogna avere coraggio, per imparare. E anche per insegnare, bisogna avere coraggio. Viviamo un tempo in cui tutti vogliono fare gli allievi, perché fare i maestri significa disfarsi un po’ di se stessi, e quindi imparare a morire. Mi piacerebbe, un giorno, insegnare quello che ho imparato. Anzi, già insegno, a chi ne sa meno di me, le mie acquisizioni. Ho le idee chiare, su questo. Non sono un giovane scrittore. Non li temo, quelli più giovani di me. Non ho paura di invecchiare. Sono già vecchio. Mi assumo la responsabilità di indicare, a chi mi sta intorno, piccole rotte, mappe, gusti. Detesto quelli di quaranta o cinquant’anni che ancora mendicano un maestro.

Sternstunden

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di Sergio Garufi

borges.jpgSternstunden è una suggestiva espressione tedesca che significa, letteralmente, “le ore della stella”. In senso più estensivo, viene generalmente intesa come una sorta di epifania esistenziale, qualcosa che sta ad indicare un momento o un incontro che illuminano un destino. E’ un concetto molto romantico che trova però rarissimi riscontri nella quotidianità, e che viene difatti adoperato in letteratura come espediente retorico per riassumere una vita intera attraverso la narrazione di un singolo episodio; come capita in molti racconti e saggi di Borges (vedi Biografia di Tadeo Isidoro Cruz, Emma Zunz e La forma della spada).

Gli anni di piombo, Berlusconi, la lingua

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di Giacomo Sartori

[è una riflessione condotta a partire da questo pezzo di Marco Mancassola. a.r.]

L’esempio degli anni di piombo

Proviamo ad andare un po’ indietro. Pure gli anni di piombo sono stati molto grevi. Certo più grevi del periodo attuale. Anche proprio dal punto di vista della lingua. Per rendersene conto basta sfogliare i quotidiani di allora, a cominciare dal Corriere della Sera: un clima e un linguaggio di guerra. Una violenza ripetuta e diffusa, incalzante, ma soprattutto una capacità analitica ridotta ai minimi termini, un’arresa ottusità di fronte agli avvenimenti, un fosco aggrapparsi alle frasi fatte, trasudanti ancora più foschi echi storici e proiezioni ideologiche, un’incapacità appunto della lingua di prendere le distanze dalla violenza stessa. Magagne tipiche dei periodi di guerra.

déversement subreptice d’un tomberau

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di Éric Houser

[il poeta Éric Houser (leggibile qui e qui) mi invia questo testo inedito, parzialmente ispirato a questa immagine di Bruno Bressolin apparsa su Nazione Indiana e ai recenti eventi parigini. Date alcune sue caratteristiche grafiche, lo pubblico in formato pdf. Ringrazio l’Autore per la gentile concessione. a.r.]

déversement subreptice d’un tomberau (pdf)

Un piccolo morso

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di Giorgio Vasta

caimano-nano.jpgIl caimano, il nuovo film di Nanni Moretti, è un film di Nanni Moretti.

Questa, che apparentemente è una tautologia, vuole invece valere da definizione, vuole precisare una categoria.

Voci

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di Sergio Garufi

ventriloquo.jpgDomenica

E’ da poco passata la mezzanotte. Le strade di Milano sono piene di gente per la notte bianca. All’Anteo c’è il tutto esaurito per lo spettacolo delle 00.40. Si proietta Il Caimano. Sul palco sale Moretti con Barbagallo e Jasmine Trinca, accolti da un lungo e caloroso applauso. Il regista ringrazia “gli eroici spettatori” che faranno le ore piccole per vedere il suo ultimo film. Introducendo il suo produttore altera la voce, che diventa più flebile e caricaturale. Chiarisce: “sto imitando Fiorello che imita Moretti”.

La prima generazione già nata disincantata

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di Christian raimo

Spiace parlare di più libri insieme, facendo poi un discorso che va subito oltre quei libri, che sembra farsi sociologico e generico. Ma la necessità di definire un legame, una linea, anche spezzata va bene, tra come gli scrittori trentenni – i migliori scrittori italiani travirgolette nuovi oggi – rappresentino questo paese in questo tempo emerge proprio per il loro evidente individualismo. Il loro essere isolati, un individualismo coatto, verrebbe da dire.

Perdere e perdersi

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di Alessandro Garigliano

ettoreeandromaca.jpgIn fondo non la può guardare nessuno, eppure è imbarazzata mentre si abbassa le mutandine in bagno. Si vede l’attesa, sospesa in un cerchio tra le labbra che le si aprono dolcemente come uno spicchio di luna sul volto ovale. Il ciclo è sospeso davvero. Prima che comprenda, si volta d’istinto verso la finestra che incornicia un tramonto luttuoso, e ride. Poi si riguarda le mutandine ancora stirate tra le ginocchia, e davvero non sono macchiate di sangue, ma candide. Non si accende la sigaretta e pensa di uscire per le vie del centro senza prendere la macchina.

La verità in democrazia

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di Luisa Muraro e Massimo Adinolfi

[Il 21.03.06 nel quotidiano il manifesto è apparso un articolo di Luisa Muraro che, a partire da altri articoli dedicati al caso dello storico David Irving, affronta la questione della verità in democrazia. A me è sembrato un articolo interessante. Ieri in Left Wing è apparso un articolo di Massimo Adinolfi che discute, mi pare assai utilmente, l’articolo di Luisa Muraro. Li riporto, qui di séguito, entrambi. giulio mozzi]

Il bocciatore

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Giacometti di Marino Magliani

Lei voltandosi vide il suo occhio sinistro aperto sul soffitto.
– Sei nervoso.
Era sicuro che gli avrebbe detto qualcosa. Sei nervoso o «non dormi» , «ti fa male il braccio». Mai domande. Come se lei stanotte l’avesse saputo che poteva essere soltanto una di queste tre cose a tenerlo sveglio.
Per questo lui aveva abbassato in fretta le palpebre. Lei fece finta di non aver notato niente.
Gli sembrò di aver vinto allora.

Il presente della poesia italiana

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A Milano, mercoledì 29 marzo 2006 alle ore 18.00, presso la libreria Archivi del ‘900 in via Montevideo, 9

presentazione dell’antologia IL PRESENTE DELLA POESIA ITALIANA, a cura di Carlo Dentali e di Stefano Salvi

assieme ai curatori e all’editore Camilliti, interverranno alcuni degli autori: Fabiano Alberghetti, Vincenzo Bagnoli, Pietro Berra, Alessandro Broggi, Tiziana Cera Rosco, Paolo Fichera, Patrizia Mari, Andrea Ponso, Stefano Raimondi, Jacopo Ricciardi, Massimo Sannelli e Italo Testa.