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Divenire minoritari

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(Lasciare Deleuze ai filosofi sarebbe uno spreco troppo grave. Per questo a dieci anni dalla sua scomparsa – egli si è dato la morte il 4 novembre 1995 – vogliamo dedicargli un incontro, che sia anche una festa: l’occasione di un intreccio tra diverse forme di creazione, del pensiero, ma anche della parola e della musica.)

di Gilles Deleuze

“La frontiera, ossia la linea di variazione, non passa tra padroni e schiavi, né tra ricchi e poveri. Perché, degli uni e degli altri, si tesse tutto un regime di relazioni e di opposizioni che fanno del padrone uno schiavo ricco, dello schiavo un padrone povero, in seno allo stesso sistema maggioritario.

Discriminazione istituzionalizzata

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di Magali Amougou

“L’aumento delle discriminazioni pone un grave problema nei confronti del nostro obbiettivo d’integrazione che si basa sull’eguaglianza dei diritti in tutti i settori”. Questa è una delle principali preoccupazioni che emerge dal rapporto del “Haut Conseil à l’Intégration”, una commissione consultiva sui problemi dell’integrazione attiva dal 2003 in ambito parlamentare. Questo rapporto riconosce la pratica sempre più frequente dell’esclusione e della messa in quarantena degli stranieri o delle persone di origine straniera.

Poesie Civili /Jack Hirschman per Sud

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immagine di Kristof Szalek

Caro amico—dopo una lettura che ho fatto ad Aversa, ( libreria Quarto Stato) un compagno, Paolo Graziano, mi ha dato un copia di SUD ed io ho detto che avrei mandato una mia poesia —ecco—- sempre— Jack Hirschman

p.s. la traduzione è di Raffaella Marzano

LA CASA DEL TRAMONTO

“ridiventa straccio e il più povero ti sventoli”
Pier Paolo Pasolini, “Bandiera rossa”

Poggio la mia bocca sulla tua miseria, New Orleans,
inondata e inzuppata di morte.
Qui giace: enormi mucchi di bugie sulla guerra, questa prigione

cimitero galleggiante grida di rabbia
al respiro finale. Qui, all’ultimo delta,
Desiderio disteso sul fianco, è derubato, e girato

sottosopra dal suo stesso governo, e soffocato.
L’estate è finita e la vita è morta,
e ‘round midnight tutte le speranze sono saccheggiate.

Nessuno verrà fuori pulito da Katrina
a New Orleans in questa
Casa del Tramonto che sta affondando.

Un tempo era il lavoro

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di Andrea Bajani

Un tempo c’era la fabbrica, e dove un tempo c’era la fabbrica oggi c’è una società di call center. Un tempo c’era la società chiusa fordista, l’organizzazione scientifica del lavoro di Taylor, e là dove un tempo c’era la società chiusa oggi c’è una società aperta e umorale, uno spazio di congiunture, di oscillazioni, di vite interstiziali. Un tempo c’era l’imponenza fisica della fabbrica, l’invadenza in cemento armato di uno spazio inamovibile. E dove un tempo c’era l’imponenza fisica della fabbrica ora ci sono insegne che cambiano sulle facciate dei palazzi, organizzazioni effimere che durano il tempo di due sponsorizzazioni confermate e poi si dissolvono nel nulla.

Hans Faverey, Man & Dolphin – Homme & dauphin

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Man & Dolphin – Homme & dauphin

*

Ball; say: ball.

(Balle ; dis : balle).
Tu dois dire « balle ».
Dauphin, dis juste balle.
B-a-l-l-e : balle. Hé,

dauphin, dis juste une fois « balle ».

Incommunicado 2005. Come si tortura, oggi, e perché

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Di Andrea Cortellessa

Le parole per dirla
In comune, guerra e tortura, hanno anzitutto questo: sono, oggi, parole impronunciabili. Come la guerra – che oggi si chiama peace-keeping o (al suo aumentare d’intensità) peace-enforcing – la tortura si esercita, certo: ma si fa a meno di chiamarla col suo nome. La si può al limite ammettere, ma in negativo. A posteriori. La si è fatta, ma oggi non più.

Alexanderplatz

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di Helena Janeczek
Alex2

“Sono a Berlino, sto entrando in Alexanderplatz”, mi sento dire all’amica che chiama da Roma dopo mesi, come se fosse abituale essere qui. Invece mentre attraverso la strada, “Alexanderplatz” è ancora un nome e basta, titolo di un libro che l’amica romana non conosce, refrain di una canzone ignota all’amico di Berlino che mi guida. “Te la puoi risparmiare”, aveva detto, “è bruttissima”. Non avevo obiettato.

Parigi è un labirinto

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di Vincent Raynaud

(Pubblico in ritardo questo pezzo di Vincent Raynaud scritto a caldo nei primi giorni degli scontri parigini. Me ne scuso anche con l’autore, ma sono stato a zigozago per l’Italia. AB)

Da qualche giorno, un sacco di gente, amici e non (tutti italiani però), mi fa più o meno la stessa domanda: cosa sta succendendo nel tuo paese? Devo dire che all’inizio non ero molto informato: sentivo delle cose alla radio, scorgevo una foto su un quotidiano, tutto qua. E non mi sembrava granché: non è la prima volta e non sarà l’ultima che succede qualcosa nelle periferie, purtroppo c’è poco da stupirsi.

La vie en noir

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di Franz Krauspenhaar

Comincio ad essere stufo di sentire il fruscio, nel dibattito letterario tutto italiano senza fine né inizio su chi ce l’ha più duro (e casomai anche puro) di chi pensa che il noir è paraletteratura, roba di serie B, o – grazie per l’interessamento- artigianato di classe quando va bene, quando si vuole essere magnanimi.

Il mio Golem

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e altre poesie di Günter Kunert

tradotte da Vincenzo Gallico

golem

MEIN GOLEM

An manchen Tagen
höre ich deutlich
seinem Schritt. Überflüssig
der Blick aus dem Fenster
der Blick in die Zeitung.

Una funzione sociale

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da Jean-Paul Sartre

Noi non vogliamo aver vergogna di scrivere, e non abbiamo voglia di parlare senza dire niente. Del resto, anche se ce lo augurassimo non ci riusciremmo: nessuno può riuscirci. Ogni scritto possiede un senso, anche se assai diverso da quello che l’autore aveva creduto di infondergli. Per noi, in realtà, lo scrittore non è né Vestale né Ariele: è “implicato”, qualsiasi cosa faccia, segnato, compromesso, sin nel suo rifugio più appartato.

Ragazzo X [estratto]

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di Flavio Santi

Andrea Pazienza

La vita quotidiana in Italia dal Settecento al Duemila

Intanto qui il tramonto è una fila
di fucili dritti al petto.
Lontana suona una sirena,
l’allarme o l’antincendio è scattato:
la vita è fatta per lo più (e per di più)
di gastroenteriti, pulsioni basse e banali,
eredità familiari: l’ansia di mio padre
mi è scesa dentro, come
aceto ha fatto effetto,
e adesso proiettato fuori, in mezzo a vipere
in tutto questo ambaradàn
manca qualcosa, mi sono detto,
e non di poco: manco io
com’ero nel 1819
quando scrissi l’Infinito.

Gilles Deleuze (Versione Italiana, trad. effeffe)

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Contre le nouveaux philosophes

Intervista a Gilles Deleuze

Che ne pensi dei nouveaux philosophes » ?

Niente. Credo che il loro pensiero non valga niente. Vedo due ragioni possibili a questo non valere nulla. Innanzitutto il loro procedere per grossi concetti, tanto grossi quanto vuoti. LA legge, IL potere, IL padrone, IL mondo, LA ribellione, LA fede. Possono perfino arrivare a fare dei mix pazzeschi , dei dualismi sommari, la legge e il ribelle, il potere e l’angelo.

Arminio uno-due

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di Franco Arminio

uno)
CONZA, NEL VENTICINQUESIMO ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO

nel centro di conza nuova
ancora fervono i lavori,
ci sono giochi per bambini che non ci sono
e poi sculture d’arte moderna
senza ammiratori.

Quando il prete va in fabbrica
Un’intervista a Luisito Bianchi

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di Andrea Bajani

“Ho capito che i quadri dirigenti non richiedono di apprendere qualche cosa ma solo di chiudere gli occhi, eseguire gesti una volta, due volte, cento volte, finché sei ammaestrato per bene, come succede con gli animali del circo”. È il 5 febbraio del 1968 e don Luisito Bianchi fa il suo ingresso in fabbrica, alla Montecatini di Spinetta Marengo, come operaio turnista addetto alla lavorazione dell’ossido di titanio. Quando ne uscirà saranno passati tre anni, e la sua conclusione amara sarà: “i tre anni di fabbrica m’hanno persuaso che oggi, nella situazione attuale, l’evangelizzazione non è possibile”.

Guy Debord 3

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S e p a r a z i o n e

In questa terza tranche della Società dello Spettacolo, di Guy Debord, emerge la parola separazione. Passa di qui un filo, o forse una matassa di fili, che avvolge – per come li leggo io – in qualche modo sia Pasolini che Deleuze. E anche quel che sta succedendo a Parigi in queste settimane. Ecco qua:

20. La filosofia, in quanto potere del pensiero separato, e pensiero del potere separato, non ha mai potuto da se stessa superare la teologia. Lo spettacolo è la ricostruzione materiale dell’illusione religiosa. La tecnica spettacolare non ha dissipato le nubi religiose in cui gli uomini avevano deposto i loro poteri staccati da loro stessi: le ha soltanto riallacciate a una base terrena. Così è la vita più terrena che diviene opaca e irrespirabile. Essa non respinge più nel cielo, ma alberga presso di sé il suo ripudio assoluto, il suo ingannevole paradiso. Lo spettacolo è la realizzazione tecnica dell’esilio dei poteri umani in un al di là; la scissione compiuta all’interno dell’uomo.

21. Quanto più la necessità viene a essere socialmente sognata, tanto più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è. il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno.

Catena di Sanlibero 310

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riccardo orioles
La Catena di San Libero
14 novembre 2005 n. 310
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Sgombero di senza-casa in una citta’ italiana. Due lettere in
redazione.

Un mar de sueños

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segnalazione di Silvio Mignano

Un mare di sogni-Un mar de sueños è al tempo stesso una piccola casa editrice e un progetto di cooperazione culturale a favore dei paesi dell’America Latina. Nato nel 2001, prevede la pubblicazione di opere della letteratura italiana tradotte in spagnolo. Ogni titolo viene stampato in almeno 20.000 esemplari, in edizione tascabile con estrema cura nella grafica, nella stampa, nella scelta della carta. I libri vengono regalati alle popolazioni dell’America Latina e consegnati – grazie alle ambasciate, ai consolati e agli istituti di cultura – a enti e organismi che ne garantiscano una capillare distribuzione alle fasce più deboli della società: scuole, biblioteche, università, perfino penitenziari. Il progetto è finanziato dal Ministero dei beni e attività culturali e da varie Regioni italiane e patrocinato dal Ministero degli affari esteri. Ideatore dell’iniziativa è stato Loris Romagnoli, che è purtroppo mancato all’inizio del 2005. Sono stati finora prodotti i seguenti volumi:

Emilio Villa: L’anti-Edipo e il primordiale

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di Davide Racca

DI LEGGE NON SI VIVE
DI LEGGE SI MUORE
LA LEGGE E’ MINACCIA
LA LEGGE E’ASSASSINIO
LA LEGGE E’ INGANNO
NESSUNO HA BISOGNO DELLA LEGGE
LEGGI SEMPRE QUESTA LEGGE

Tavola della legge del futuro testamento (opera visiva di Emilio Villa, Napoli 1974)

Emilio Villa è stato un uomo del desiderio, un anti-Edipo?

Appunti su roghi e coprifuochi (2)

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Di Andrea Inglese

(Questo testo prosegue una riflessione iniziata qui.)

7. Chiamo la polizia!
2 novembre. Suonano alla porta del mio appartamento, situato in un edificio popolare. Non attendo visite. Guardo dallo spioncino, ma non vedo nessuno. Apro comunque la porta e m’inoltro nel corridoio che conduce agli altri appartamenti. A questo punto sento delle voci, e dei tonfi. M’incuriosisco, e accelero il passo.