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Parola Plurale (2)

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64 poeti italiani fra due secoli

a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli e Paolo Zublena

7. Col gusto per la sintesi e la provocazione che lo contraddistingue, Sanguineti liquida la questione in maniera spiccia: «Dopo gli anni sessanta vengono a mancare due aspetti fondamentali: le tendenze e gli autori importanti». Tutte quelle seguìte alla neoavanguardia non sono che «proposte reazionarie» (Sanguineti 2004, 101).

Il sabato del villaggio (globale)

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di Elio Paoloni

All’uscita del penultimo libro, il cupo, inquietante, morboso Ian Macabre – così McEwan era stato soprannominato – dichiarò di essersi voluto allontanare dai romanzi basati sulle idee: Espiazione nasceva dalla necessità di riportare l’amore al centro di un intreccio. E a proposito del recente Sabato (Einaudi, come l’altra dozzina di romanzi) che gli è costato due anni di sala operatoria per documentarsi sul lavoro dei neurochirurghi e lo ha portato in conflitto con i suoi amici dell’intellighenzia liberale a proposito dell’intervento in Iraq, ha detto: “Mi è sembrata interessante l’idea d’un uomo che si ritiene davvero fortunato perché la donna che ama è, curiosamente, la moglie (cosa molto rara) e arriva a preoccuparsi di essere una bestia strana”.

da Sud n°5

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Il testo che segue , cone Renata Prunas racconta nell’altro post, Rocco Scotellaro lo aveva mandato a Pasquale Prunas perchè lo pubblicasse su Sud. Un numero che non vide mai la luce. Quel che capitò al Politecnico di Vittorini, era già accaduto alla rivista diretta da Pasquale Prunas. Entrambe caddero sotto i colpi dell’ideologia, dell’ottusità e della paura della classe dirigente del PCI di allora. Fuoco amico, si direbbe ora. Il racconto di Scotellaro appare così su Sud nuova edizione. Lo illustra un bellissimo ritratto che di Scotellaro aveva fatto Carlo Levi. Un saluto a Roberto.

Una testuggine
di
Rocco Scotellaro

Sarebbe un segreto non farsi prendere dalla malinconia in queste giornate natalizie, eppure nel vicinato i camini che fumano lenti sulla strada, come i panni sparsi al sole si prendono i nostri pensieri dentro i loro pennacchi.
È morta stamane la testuggine, l’avevamo tenuta nella crusca, vicino al fuoco per conservarla calda e viva.

Contadini e Luigini

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di Carlo Levi

Ecco: i due veri partiti che, come direbbero nel Mezzogiorno, si lottano, le due civiltà che stanno di fronte, le due Italie, sono quella dei ‘Contadini’ e quella dei ‘Luigini’.

“[…] Ebbene: chi sono i Contadini? Sono prima di tutto i contadini: quelli del Sud, e anche quelli del Nord: quasi tutti; con la loro civiltà fuori del tempo e della storia, con la loro aderenza alle cose, con la loro vicinanza agli animali, alle forze della natura e della terra, con i loro dèi e i loro santi, pagani e pre-pagani, con la loro pazienza e la loro ira. […] Ma non sono soltanto i contadini. Sono anche, naturalmente i baroni […], quelli veri, con il castello in cima al monte: i baroni contadini. […] E poi ci sono gli industriali, gli imprenditori, i tecnici: soprattutto quelli della piccola e media industria, e anche qualcuno della grande: non quelli che vivono di protezioni, di sussidi, di colpi di borsa, di mance governative, di furti, di favoritismi, di tariffe doganali, di contingenti, di diritti di importazione, di privilegi corporativi. Gli altri, quelli che sanno creare una fabbrica, quel poco di borghesia attiva e moderna che, malgrado tutto, c’è ancora nel nostro paese, per quanto possa sembrare un anacronismo. E anche gli agrari, magari i grossi proprietari di terre, ma quelli che sanno dirigere una bonifica, ridare una faccia alla terra abbandonata e degenerata. […]

Parola Plurale (1)

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64 poeti italiani fra due secoli

a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli e Paolo Zublena

(È appena uscita per l’editore Luca Sossella un’antologia di poesia italiana di 1177 pagine al prezzo politico di 20 euro. È un’antologia curata da 8 giovani critici, tra i più attivi e attenti del nostro attuale panorama letterario. Dunque un’occasione importante per una ricognizione rigorosa del frastagliato universo poetico, così come si è costituito negli ultimi trent’anni. Come ogni antologia, e per l’intenzione ambiziosa che la muove, presenterà aspetti discutibili, limiti, difetti. Credo, però, che possa fornire sopratutto ai non addetti ai lavori una prospettiva ampia e articolata, come raramente accade, anche della poesia più recente. I brani che pubblico sono tratti dall’introduzione “collettiva”. A I)

da Sud n°5

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Liberate uomini l’ergastolano
di
Rocco Scotellaro

Chiuso nel cerchio che disegni
roteando le tue mani protese
verso un segno di liberazione,
mentre insiste questa pioggia
che porta nella stanza tanta luce
quanto basta alle tiepide cappelle,
han bussato alla tua porta nel silenzio
i contadini laceri del Sud,
i calzolai tisici dipinti
come l’acqua sporca della suola.
E sul libro le parole
riacquistano il calore della fiamma.

L’ora dei falchi solitari
induce al refrigerio
dell’ombra delle acacie.
Le voci sono le maledizioni
dei mietitori contro il sole:
non è tempo che la tua mano inerte
tracci motti sibillini
sull’arena accaldata.
Hai tu ergastolano nel tuo cuore
appeso alle sue sbarre,
così solo come sei.
I mietitori si son dati
convegno questa sera
a batter pugni sulla spalla
del datore di lavoro.
E sento che t’insorge la preghiera
fra le loro canzoni e le bestemmie:
Liberate, uomini, l’ergastolano.

Arroganza

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(Pubblico volentieri questo pezzo, scritto appositamente per Nazione Indiana. Mi sembra molto interessante e pieno di spunti. Vincent Raynaud è editor per la narrativa italiana di Gallimard e traduttore. Da qualche mese vive in Italia. AB)

di Vincent Raynaud

Non è sempre facile per un francese vivere in Italia. In parte perché i francesi sono arroganti, si credono più bravi di tutti, e hanno un enorme complesso di superiorità rispetto agli italiani. Sembra un cliché ma purtroppo non lo è, per quanto possa essere assurdo, visto il livello delle proposte artistiche nella Francia d’oggi. Figuriamoci in campo letterario. Ma vediamo piuttosto un paio di esempi recenti che riaccendono l’eterno conflitto fra cugini francesi e italiani.

Risposta alla lettera aperta

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Caro Sherif El Sebaie,

A nome della Comunità ebraica di Torino raccolgo il suo grido d’allarme e d’angoscia spedito il 19 settembre a tutte le Comunità ebraiche.

Non solo in quanto ebrei che hanno vissuto secoli di vessazioni e persecuzioni in svariate aree geografiche, di cui la Shoa rappresenta l’apice, ma anche in quanto cittadini democratici di questo Paese, condividiamo tutte le sue preoccupazioni.

Riteniamo che la lotta al razzismo debba essere per tutti un impegno inderogabile insieme all’impegno per la salvaguardia della democrazia e della libertà.
Un caloroso shalom

Tullio Levi
Presidente della Comunità ebraica di Torino

Catena di Sanlibero 307

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riccardo orioles
La Catena di San Libero
25 ottobre 2005 n. 307
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La solitudine e il coraggio. “Me ne faccio poco di questi due, tre
giorni di copertura mediatica. Me ne faccio poco della visita di Ciampi
o del cordoglio politico. L’esperienza mi ha insegnato che poi tutti
torneranno a casa propria, e della Calabria non gliene freghera’ di
nuovo niente a nessuno. O solo per due-tre giorni l’anno”.
* * *

Il buio dentro gli occhi

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di Marco Rovelli

Lo incontri in biblioteca, Said. Mi volete clandestino, ma non mi tagliate fuori dal mondo. Legge i giornali, parla, discute. Come ha sempre fatto, anche in Marocco. Devi mantenere il tuo sguardo, per salvarti, per non farti sommergere dall’inesistenza alla quale ti hanno condannato. Così Said continua a esercitare il suo sguardo sulle cose del mondo – con lucidità, e mente acuta.
Deve essere per questo che la sera del 2 marzo gli riesce ancor più intollerabile.
E’ successo nel CPT di Bologna, la sua città. E’ la sua città da quindici anni, ormai. Era la sua città prima del 2 marzo, lo è rimasta dopo.

PASOLINI. Corpo e Scrittura.

1

In concomitanza con il trentennale della morte di Pier Paolo Pasolini l’Associazione Culturale Punto Rosso di Milano organizza, nell’ambito dei corsi della Libera Università Popolare, un ciclo di incontri per proporre quattro diverse angolazioni interpretative che suggeriscano diversi approcci alla lettura dell’opera di Pier Paolo Pasolini. Per informazioni rivolgersi qui.

Di seguito il programma.

da Sud n°5

2

Questo testo lo ha scritto Renata Prunas, sorella di Pasquale, fondatore nel 45 della rivista Sud, e redattrice della nuova edizione di cui mi occupo. Renata è una persona straordinaria oltre ad essere un’artista visiva con un percorso molto interessante e la sua presenza nel nuovo Sud è imprescindibile. Cercando di tenere costante un dialogo tra le due edizioni per ogni numero ha messo a disposizione gli archivi omonimi. E così abbiamo via via pubblicato testi inediti ,carteggi, lettere, corrispondenze, nell’ordine, di Annamaria Ortese (colonna infaticabile di quella straordinaria Rivista), Giaime Pintor, Oliviero Prunas, Piero Gobetti e in quest’ultimo numero Rocco Scotellaro. Il numero 5 di Sud è uscito. Molti dei materiali postati da me fanno parte di questo numero. NI e la rete stanno facendo vaggiare le nostre parole superando frontiere e i limiti della piccola distribuzione. Copyleft lo abbiamo sempre detto e ripetuto. La rivista però vale veramente la pena. Per il suo essere innanzitutto un luogo fisico, elegante, ricco di interventi artistici (cito da questo numero la bellissima foto che Mimmo Jodice ci ha dato). Sarà distribuita a partire da questa settimana ma trovarla è veramente un’avventura. Più semplicemente telefonate all’editore Dante e Descartes, di Napoli ( tel 0815516771) e chiedete: c’è Sud?

Da SUD a SUD
di
Renata Prunas

a Rocco Scotellaro

«Spett Redazione di “Sud” – Napoli
Ho partecipato al concorso Sud del 15 luglio inviando una poesia . Avrò piacere di conoscere l’esito. Intanto invio l’acclusa poesia e prego mi siano inviati in assegno i numeri di Sud che frattanto usciranno. Saluti
R. Scotellaro
Tricarico – 10 agosto 1946»

Granelli di polvere e formiche

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di Franco Arminio

Soli e scontenti. Quello che ci riempie per un attimo, è già scaduto per il successivo. Ho l’impressione che, per la prima volta da quando gli esseri umani sono al mondo, l’esistenza sia diventata semplicemente il sintomo di un corpo che non esiste. Non so bene cosa significhi questa frase, ma è la seconda volta che la scrivo, è un pensiero che non si vuole allineare agli altri, li vuole rifondare.

Il tè

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di Harold Pinter

(In occasione del Premio Nobel per la letteratura recentemente conferito al drammaturgo inglese, pubblico questo racconto del 1963. Un anno dopo la B.B.C. commissionò a Pinter una commedia per la European Broadcasting Union. L’autore decise di usare il medesimo argomento per la scena; a suo dire, il meglio riuscito è il racconto. F.K.)

La vista mi si è indebolita.

Il mio medico è alto poco meno di un metro e ottanta. Ha una striscia grigia nei capelli, una sola. Ha una macchia marrone sulla guancia sinistra. I paralumi del suo studio sono cilindri blu notte. Con l’orlo d’oro, ognuno, identici. C’è una grossa bruciatura nera sul tappeto indiano del suo studio. Tutto il suo personale porta occhiali, non escluse le donne. Attraverso le veneziane odo gli uccelli del suo giardino. Ogni tanto compare sua moglie, in bianco.

FICTIONSCAPE. Splendori e miserie della fiction televisiva italiana #1

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di Giorgio Vasta

Da un po’ di tempo avevo intenzione di ragionare a fondo sulla fiction televisiva italiana contemporanea, sulla sue premesse culturali, sulla sua fattura e sui suoi obiettivi, partendo dall’idea che la fiction tv è un dispositivo narrativo che produce una determinata lettura del mondo e che genera un immaginario popolare. Poi, qualche settimana fa, il ministro delle comunicazioni Landolfi, rispondendo a una dichiarazione di Prodi, ha affermato che la fiction televisiva italiana, in questo specifico momento, è di sinistra, quasi comunista, portando l’esempio del Commissario Montalbano e del Grande Torino, in onda in quegli stessi giorni. Questa affermazione mi ha colpito e mi ha suscitato una serie di considerazioni. Rendendomi conto che non era possibile affrontare il discorso da solo, ho chiesto a chi lavora nella produzione della fiction (sceneggiatori, head writer, script-editor, story-editor, produttori) di discutere di questo argomento, riassumibile in una frase: come si fa la fiction tv in Italia, e che cosa fa la fiction tv all’Italia?

The Shield

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di Gianni Biondillo

Da un po’ di anni a questa parte ho la sensazione che la grande macchina dei sogni hollywoodiana si sia inceppata. Dopo decenni di storie incise col bulino (tale era la loro qualità) si è passati ad un abbrutimento sempre più deprimente dell’intero comparto sceneggiature. O meglio, la sensazione è che “i poteri forti”, soprattutto dopo l’11 settembre, abbiano ripreso in mano la macchina per i propri scopi patriottico-demagogici. In pratica negli USA il cinema non è più la testa d’ariete dell’immaginario collettivo, ma solo una pachidermica retroguardia sostanzialmente conservatrice dello statu quo.
Ci sono due eccezioni forti, però.

Descrizione del bosco #4 (fine)

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di Laura Pugno

tracks

stai in caccia, estendi
la caccia estendi
la lingua: è così, se in caccia
come prima avvertivi del leopardo

estendi la lingua nelle cose

Descrizione del bosco #3

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di Laura Pugno

tu sei il corpo

statua acefala, senza
mani o braccia,
torso coperto da pellicce,

tu sei il corpo

incubando sottoterra,
località nel bosco,
con coperte di pelliccia coprono il corpo della statua

Credere negli idranti
A due anni dalla morte di Elliott Smith

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di Gianluigi Ricuperati

Elliott Smith, uno dei migliori scrittori di canzoni nella storia della musica popolare contemporanea, è morto il 23 ottobre 2003 a Los Angeles a causa di un numero imprecisato di ferite da arma contudente al costato e al cuore. Sono passati due anni da quel pomeriggio americano. Nei trentaquattro anni di vita Elliott Smith ha pubblicato una settantina di canzoni. Io ho le ho amate quasi tutte, le ho sentite quasi ogni giorno, ho ascoltato la sua voce da viola soprano indecisa tra il virile e l’angelico con gli auricolari abbastanza vicino al cuore da potermi permettere di scrivere un ritratto travestito da elogio, mettendo il mio sguardo dentro il ritratto e alcuni lampi di piccole cose che mi riguardano dentro l’elogio.

Descrizione del bosco #2

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di Laura Pugno

interruzione del bosco

questo è qualcuno-cosa che è mutata,
grande tartaruga piena di carne

vedi la storia:
si muovono a quattro zampe,
c’è olio sull’acqua
e copertoni incendiati

Descrizione del bosco #1

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di Laura Pugno

extensions

lei è
spalle contro la parete
ti guarda
negli occhi adesso,
anche tu puoi guardare: cinque
fibbie le fissano alla testa
trecce di capelli lunghi,
capelli umani, curati con l’olio
sul cranio rasato