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Ancora su Edward Lewis Wallant – 2

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di Leonardo Colombati

Edward Lewis Wallant iniziò a scrivere a trent’anni. Morì appena sei anni più tardi, nel 1962, per la rottura di un aneurisma. Fece in tempo a vedersi pubblicati due romanzi (The human season e The pawnbroker) e a lasciarne altrettanti, inediti, ai posteri. Si sa, però, che questi ultimi tendono ad essere generalmente distratti: perché perdere tempo con uno scrittore ebreo-americano prematuramente scomparso, quando si hanno a disposizione Bellow, Roth, Mailer e Malamud? Il pubblico e i critici americani si dimenticarono presto di lui.

Fronte Sud

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dal Diario Numero 37

L’arte a Napoli
di
Giuseppe Montesano

A Castel Sant’Elmo a Napoli, dove si svolge quest’anno la “XII Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo”, ci arrivo attraversando una città letteralmente fatta a pezzi da un paio d’ore di pioggia. L’acqua dal cielo e e quella delle fogne scoppiate ha trascinato e ammucchiato automobili come in una selvaggia installazione di land-art, negli asfalti delle strade si sono aperte voragini patafisiche, fioriscono cumuli di immondizie e sampietrini che nessun Christo riuscirebbe a impacchettare, lo stadio San Paolo è inagibile, molti negozi sono stati devastati.

Il fantastico quinto

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di Nicola Lagioia

Negli scontri tra i Fantastici Quattro e il Dottor Destino mi sono sempre ritrovato a parteggiare per il caro vecchio Victor von Doom. Ero un ragazzo piuttosto turbolento: dopo una sospensione scolastica o un litigio furibondo con i miei, capitava che mi rifugiassi nei fumetti Marvel importati in Italia dalla Corno. Condividevo i complessi di Peter Parker, mi affascinava la marginalità degli X Men, ma ogni volta che mettevo piede al Baxter Building ero preso da un sentimento di disagio, di repellenza, di incestuoso decoro.

Il vangelo secondo precario

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promo film vangelo precario Un film che parla di storie di ordinaria flessibilità doveva ovviamente essere prodotto in modo precario, e così è stato. Stefano Obino, Stefano Cella e Francesco Pensabene hanno finanziato Il vangelo secondo precario con il metodo della produzione dal basso, vendendo dei future sui DVD del loro film. Ora che è finito si può vedere, a Milano al cinema Anteo il 24 ottobre alle 20.30 e alle 22.30 (gratis) e nel resto d’Italia presto, consultando il sito del film.

Canto del cigno

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di Jacopo Guerriero

Qui di seguito una breve intervista che mi ha concesso Roberto Parpaglioni, editore gentiluomo che mi comunica in queste righe una pessima notizia: la chiusura di un’attività editoriale che è certo tra le più interessanti degli ultimi anni.
A breve tenterò di approfondire alcuni dei temi lanciati da Roberto, che mi sembrano meritevoli di grande attenzione. J.G.

Dalla Malaparte (III) Sud n°5

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LA GUERRA NELLA PELLE
di
Frédéric Beigbeder
traduzione di Martina Mazzacurati

Vivo in un mondo in guerra, ma non ne risento. Non ho la percezione della violenza perché sono cresciuto in un paese protetto, in un’epoca pacificata. Non ci capisco niente. La guerra, l’ho vista nei film e alla televisione: crepitio ridicolo, luci folgoranti nella notte, bombardamenti teleguidati. In Jugoslavia: carnai, epurazioni etniche; popolazioni vicine si massacrano in modo sistematico su prati verdi prima di sotterrarsi in foreste nere. Sembra che la stessa cosa sia accaduta da me poco tempo prima che nascessi. In Irak, c’è stato bisogno di un bel po’ di sbarchi americani per licenziare un baffuto dittatore. Come in Francia quaranta anni fa. In Palestina, i carri sparano su giovani lanciatori di sassolini. Cresciamo guardando queste immagini che non vogliono dire niente.

Il lume dei diritti

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 Heli Rekula

di Andrea Inglese

“AAAAAAAARRRGH! GOOOOOOL! NOOOOOAAH! Era finito il primo tempo.

Vertigine, n°6

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È uscito “Politicamente Scorretto”, il sesto numero di Vertigine, il periodico di scrittura e critica letteraria curato da Rossano Astremo. “Politicamente Scorretto” offre il suo punto di vista sull’Italia d’oggi e non solo, e lo fa raccogliendo l’intervento di dodici autori, Giordano Meacci, Luciano Pagano, Flavio Santi, Gianluca Morozzi, Laura Pugno, Cristiano de Majo, Elisabetta Liguori, Andrea Inglese, Sergio Rotino, Davide Bregola, Elio Paoloni, Gianluca Gigliozzi.

Dalla Malaparte (due)

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Come scrivere durante Auschwitz
di
François Taillandier
traduzione di Francesca Spinelli

Kaputt è un libro affascinante, che ammiro senza riserve. Il suo titolo, però, non mi convince. Alle mie orecchie suona troppo familiare, troppo piccolo. In Francia, diciamo per scherzo «kaputt» parlando di una vecchia bagnarola in panne, di un phon che inizia a puzzare di bruciato, o di noi stessi quando alla fine della giornata ci viene una botta di stanchezza. Se fossi stato l’editore di Malaparte, gli avrei proposto un titolo diverso da quell’ironico e familiare «kaputt»; ad esempio Le Mille e Una Notte della notte.
Le mille e una notte, perché Curzio Malaparte si comporta come una vera e propria Shahrazàd, e forse per le stesse ragioni: non morire, non farsi tagliare la testa (caput, capitis: testa). «Allora io narrai dei cani dell’Ucraina». «Allora mi misi a narrare la storia di Spin, il cane del Ministro d’Italia, Mameli, sotto il bombardamento di Belgrado». «Ora le racconterò, dissi, la storia di Sigfrido e del gatto».
Le mille e una notte della notte, perché questa strana ridondanza si sposa bene con l’eccesso e la superfetazione che sono al centro del libro, che ne costituiscono la molla e l’ossessiva singolarità.

Ancora su Edward Lewis Wallant – 1

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di Tommaso Pincio

Tre anni appena. Soltanto per tre anni Edward Lewis Wallant si considerò seriamente uno scrittore. Un’avventura letteraria, la sua, iniziata relativamente tardi, dopo una gioventù trascorsa lavorando come art director pubblicitario, e troncata molto presto nel 1962, a soli trentasei anni, da un aneurisma. Ciò nonostante Wallant riuscì a sfornare quattro romanzi e vederne pubblicati due.

Estratti dall’opera “Le spade nella roccia”

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di Giovanni Martini

Mio figlio è un fuoriclasse.

Le palle dei bambini.

Il vecchio vestito da sera.

L’asino di troia.

Tre donne mezza spada.

Il sesso cantato forte.

Orecchio assoluto per lobi.

pasolino

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Pasolini è il feticcio dell’Italia sinistr’orsa,
la pietra dello scandalo in vendita alla coop,
una tomba che sfuma nei titoli di coda
sull’ultima falsa nota di Keith Jarrett,
un’ora di noia oltrepassata prima di cenare
fuori dal teatro, dar Buiaccaro a soli venti euro,
una maniera nitida di dire che sì, “Ho avuto Torto”
prima di scopare e addormentarsi,
la faccia asciutta di un proletariato
assorbito solo in foto di palestre,
la nostra non pedofilia, il nostro cristianesimo
procrastinato in fretta, la morte che non siamo.

scienza e letteratura

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pubblico una fedele, ancorché non elegante, traduzione italiana del pezzo di Steiner pubblicato due giorni fa in originale francese, visto che alcuni commenti sembrano richiederlo. Mi scuso per non averlo fatto subito. Ringrazio anche Emma per i commenti e le integrazioni. Valgono ovviamente le righe introduttive che avevo scritto la prima volta. Condivido sempre meno questo atteggiamento reverenziale verso la scienza.

La cultura non rende più umani, intervista a George Steiner, a cura di Dominique Simonnet

Una nuova morale atea che sarebbe illuminata dalle infamie del XX secolo?

Malraux aveva detto: “il XXI secolo sarà religioso o semplicemente non sarà” oserò contraddirlo: temo che se questo secolo sarà religioso, allora semplicemente non sarà. Ho la speranza che vi siano degli uomini per concepire la nostra condizione umana, e non più trascendente. Che il fanatismo ideologico divenga il peccato originale! Siamo ancora prima del linguaggio, sostiene Heidegger, non abbiamo ancora cominciato a imparare a pensare e a parlare.

Dove attingere questa nuova morale?

Oltremare scuro – Tre movimenti per gli annegati

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di Davide Racca

I santi sono rinchiusi
nei loro nomi
con le tuniche nere
sotto cieli bianchi,
nelle discariche,
per non fare vendemmia.

Fluorescenze – Live della nuova poesia fiorentina

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giovedì 20 ottobre 2005
dalla ore 22.30

AMBASCIATA DI MARTE
Via Mannelli 2 – Firenze
http://www.ambasciatadimarte.org

teatro dell’esausto
presenta

Fluorescenze
live della nuova poesia fiorentina

con RAPSODI, Alessandro RAVEGGI,
Marco SIMONELLI, Tommaso LISA,
special guest: Arsene del duo DESPAIRS.

Dalla Malaparte (in Sud n°5)

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Il testo che segue fa parte di un dossier Malaparte che per primo l’Atelier du Roman, rivista parigina diretta da Lakis Proguidis, ha pubblicato. Tra la nostra rivista, Sud, il cui numero 5 sarà presentato domenica a Roma Poesia, e l’Atelier du Roman, ma anche Cythere Critique, Camera Verde, News from the republic of letters, esiste un sodalizio, un fare rete, che talvolta sa quasi di eroico. (Chi fa riviste sa quanto sia epico pagare gli stampatori!!) . Il dossier Malaparte costituisce un nucleo importante di questo nostro ultimo numero e François Ricard, canadese, critico letterario, saggista nonchè creatore a sua volta di riviste (ne segnalo lo splendido libro saggio,La generation lyrique) apre una serie di questioni che vorrei condividere con tutti voi.

TRE ERRORI A PROPOSITO DI MALAPARTE
di
François Ricard
Traduzione di Martina Mazzacurati

Catena di Sanlibero 306

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riccardo orioles
La Catena di San Libero
17 ottobre 2005 n. 306
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Preliminare 1. Sara’ l’Australia il primo paese occidentale a vietare
formalmente gli scioperi dei lavoratori. L’annuncio e’ stato dato dal
primo ministro John Howard e sta suscitando un dibattito alquanto aspro
nel paese. “E’ una riforma”, sostiene la destra. “Ma forse tutto sommato
sarebbe giusto che pure i lavoratori ogni tanto potessero avere anche
qualche diritto” obbietta pensosamente la sinistra. La “riforma” in ogni
caso prevede il licenziamento senza giusta causa per le aziende sotto i
cento dipendenti, la possibilita’ di dichiarare illegali gli scioperi
che il governo considera dannosi, contratti personali e non di
categoria, contrattazione individuale anche su ferie e orario di lavoro.
Quanto al sindacato, gli verra’ semplicemente vietato l’ingresso nelle
aziende dove non e’ gia’ presente ora.

Scienza e letteratura

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quella che segue è l’ultima parte di un’intervista che George Steiner concesse il 28/12/2000 a Dominique Simonnet, del giornale francese l’Express. Esempio di uno dei pericoli in cui incorrono gli umanisti, anche grandissimi come Steiner, che non conoscono davvero la scienza: la sopravvalutano. La ipersopravvalutano arrivando a spregiare il terreno proprio.

La culture ne rend pas plus humain’
propos recueillis par Dominique Simonnet
L’Express du 28/12/2000

-Une nouvelle morale athée, qui serait éclairée par les infamies du XXe siècle?-

Malraux avait dit: “Le XXIe siècle sera religieux ou ne sera pas.” J’ose le contredire: je crains que, si ce siècle est religieux, il ne sera pas. J’ai l’espoir qu’il y ait des hommes pour penser notre condition humaine, et non plus transcendantale. Que le fanatisme idéologique devienne le péché originel! Nous sommes avant le langage humain, affirme Heidegger, nous n’avons pas encore commencé à apprendre à penser et à parler.

-Où puiser cette nouvelle morale?-

Gli inquilini di Moonbloom – un caso letterario americano

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 di Franz Krauspenhaar

Lo scrittore Edward Lewis Wallant (1926-1962) prometteva benissimo, nel mondo letterario americano degli anni 50: ma a 36 anni morì improvvisamente, lasciando un paio di romanzi pubblicati (cito L’uomo del banco dei pegni, ridotto per il cinema da Sidney Lumet con uno straordinario Rod Steiger ) e un altro paio usciti postumi, tra i quali si annovera questo Gli inquilini di Moonbloom, appena pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai. Si tratta, nel caso di Wallant, di una importantissima riscoperta, salutata con grande favore dal pubblico e dalla critica statunitense.

Laureata? Sì, in filosofia
Storia di una venditrice porta a porta

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di Serena Sostegni

Eccomi. Finalmente ero arrivata. Per trovare la palazzina al civico 170 in via Ponte di Formicola, e relativo citofono al portone marchiato scala E, mi ero fermata almeno dieci volte con stradario alla mano. Quando non bastava, abbassavo il finestrino accostandomi a qualche passante. Poi, dopo, ero costretta a spingere il riscaldamento al massimo. Era un freddo inverno, trovavo soltanto consolazione nella voce della radio. Mi pensavo in una nuova comunità, tra quelli che in macchina vi abitano, che strutturano l’abitacolo con tutti i comfort: acqua, snack, vivavoce al cellulare, radio di sottofondo.

RomaPoesia – IX Edizione – Ottobre 2005

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www.romapoesia.it

21-22 ottobre: Auditorium, Poesia ultima

23 ottobre: Fondazione Baruchello, L’esperienza-divenire delle arti

28 ottobre: Auditorium, DOCtorCLIP

13-29 ottobre: letture e incontri in tutta la città