di Gianni Biondillo e Sergio Garufi (con una incursione di Raul Montanari)
GIANNI BIONDILLO
Sergio, nel mio bar virtuale tu sei quello del tavolino di fianco che ha ascoltato tutto e si è intromesso per dire la sua. E hai fatto benissimo. Ecco che ti offro di cuore una birra virtuale.
Hai colto, in buona sostanza, uno (uno, fra gli altri, ma forse il più importante) dei noccioli della mia questione. In effetti chi mi dice che gli “iperurani” non sappiano quanto costa un chilo di pane? Chi mi assicura che gli “anomali” hanno uno sguardo obliquo? Questa tendenza, da sociologia spiccia, a incasellare tutto, dove porta? Sono generalizzazioni, e come tutte le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano.
SERGIO GARUFI
Caro Gianni, innanzitutto ti ringrazio dell’invito, che mi lusinga e mi imbarazza, forse per il fatto che non sono uno scrittore, né vero né tantomeno anomalo.
Chissà, magari la mia allergia alla tua classificazione dipendeva anche da questo, dal sentirmi un po’ escluso; anche se in uno dei tuoi ultimi commenti compariva una categoria alla quale potrei iscrivermi, quella dei cazzi&mazzi.

Sebbene sussista ancora nel grande pubblico qualche pregiudizio, incentrato più che altro sul presunto minor valore artistico delle opere a soggetto sacro rispetto alla ritrattistica, la verità è che non è più il tempo di scoprire Lorenzo Lotto, come scriveva Flavio Caroli in un brillante saggio (
E’ morto Bellow, uno scrittore americano che ho cominciato a leggere da ragazzo e che amo in modo particolare. In questi anni, negli Stati Uniti, ci sono diversi bravi scrittori e, se è per quello, Bellow certe volte è anche irritante con quella sua esibizione di finta mediocrità e sano e basso sentire, come può esserlo anche Orazio tra i poeti latini. Eppure, se devo dire qual è lo scrittore americano di questi anni più vicino al mio cuore, allora devo dire Bellow. Se si escludono alcune eccezioni e soprattutto lo straordinario e trasmigrante Arcobaleno della gravità di Pynchon, è Bellow -che cammina su quel filo sottile che separa sempre ottimismo da nichilismo- a sembrarmi il più grande. Altri scrittori del suo paese sono magari bravi, bravissimi a usare il calco, prendono gli stereotipi del romanzo americano e ci danno dentro e tutti applaudono e ci sono, anche in casa nostra, molti cloni che vengono incitati a imitarli. Però si sente, anche nei migliori, che sono di quelli che “hanno imparato”. Bellow è più artista. E coi suoi libri riesce a darci una cosa preziosa che altri scrittori, magari anche più grandi di lui, non riescono a dare: quell’intrepido e tranquillo fervore che è raro incontrare nei libri e che non trovo di meglio che chiamare “felicità”.
GIANNI BIONDILLO
di Gianni Biondillo e Raul Montanari
Kant, con la posizione dei quattro paralogismi prodotti dalla ragione pura nella sua riflessione sull’uomo, ha inchiodato il pensiero occidentale all’impossibilità di dimostrare sia l’esistenza sia la non esistenza dell’anima, e ci ha consegnati alla più totale igonoranza.



di Francesco forlani communiste dandy
di Andrea Raos
La cosa è poco nota, ma Joaquin Navarro-Valls non è un giornalista, e men che meno un prete, ma un medico psichiatra, che si è trovato quasi per caso ad essere investito del ruolo di portavoce del Papa. La cosa ha una sua logica, in un certo senso.