
di Franco Buffoni
(A conclusione del mio mese dell’ateismo, propongo un brano tratto da un testo inedito di Franco Buffoni. Il titolo del testo è Più luce, padre. Si tratta di un’opera anomala, a metà strada tra l’autobiografia intellettuale, il dialogo filosofico e il pamphlet. In esso l’autore, unendo disinvoltura e lucidità, affronta di petto una serie di questioni che percepisce come strettamente legate: dalla “camaraderie” al fascismo, dall’omosessualità all’ateismo. Il filo conduttore: un percorso di formazione dalle grandi certezze, che producono violenza e cecità, alla libertà di una ragione laica, che costruisce nella certezza solo provvisoria, attraverso continue correzioni, ma anche evidenti progressi parziali. A. I.)
Dunque, la tua proposta, riducendola entro i confini italiani…
E’ quella di un annuale meeting, analogo nella impostazione a quello dei cattolici a Rimini, imperniato sui valori dell’ateismo e del laicismo. Invitando come high ligths – invece di Andreotti e Ruini – Zapatero e Mainardi. Purtroppo, sul piano organizzativo, scontiamo decenni di fatiche, esperienze, energie d’ogni tipo bruciate dagli atei italiani all’interno del P.C.I.


di Francesco forlani communiste dandy
di Andrea Raos
La cosa è poco nota, ma Joaquin Navarro-Valls non è un giornalista, e men che meno un prete, ma un medico psichiatra, che si è trovato quasi per caso ad essere investito del ruolo di portavoce del Papa. La cosa ha una sua logica, in un certo senso.
… Non lo so, non so neppure io da dove mi sia arrivato questo impulso improvviso. Forse da tutto l’orrore che mi portavo dietro da giorni e giorni, durante quello spaventoso conclave all’interno della Sistina sradicata assieme a tutto il resto dalla sua sede e trasportata fino alla nuova sede di Pietro, a Los Angeles, forse dallo Spirito Santo, chi può dire… Le luci basse, tutta quella massa sterminata e stilizzata di cardinali nella penombra. Torcevo gli occhi, ogni tanto, verso quegli scimmioni nudi dipinti su pareti e soffitto, poi di nuovo verso gli altri vecchi scimmioni nudi ricoperti di paramenti. “Che orrore, che orrore!” mi dicevo, “E’ tutto un enorme corpo marcio, privo di grazia, non potrà esserci mai redenzione per questa orribile cosa marcia che si perpetua. Signore, mio sventurato Signore, come potrà mai essere attraversata dalla luce, da qualsiasi luce, questa spaventosa cancrena? Cosa devo fare? Cosa posso fare? Che contributo posso dare?”

di Andrea Inglese
Se c’è un solo motivo per odiarti
Parla con pacatezza, la mia interlocutrice. Nella sua voce ci sono l’orgoglio di una storia privata che ha da sempre cercato di dare un senso all’esistenza nella sua integrità, nel privato e nel sociale. Continuando a testimoniare valori che per troppi, nella nostra generazione, sono vaghi, lontani. Anche per necessità. Per impotenza reale. Eppure esistono persone incapaci di smettere di lottare. Come trapela da questa conversazione.
Caro Antonio,
