di Mauro Mirci
Hanno portato il nuovo espositore e il signor Nino mi ha sorriso. E’ stato un sorriso sincero, di quelli che si fanno a chi si è affezionati.
Il giorno che sono arrivato qui ero un punto interrogativo, un quesito al quale solo il tempo poteva rispondere. L’ultimo TSO era stato brutto. Mi aveva detto il brigadiere dei vigili urbani che gli infermieri avevano dovuto infilarmi la camicia di forza mentre mia madre piangeva e si copriva gli occhi. – A uno gli hai quasi staccato mezza mano con un morso – ha aggiunto.
Ricordo d’un tratto che rimangono da sistemare le gomme e le caramelle. L’espositore di libri e giornali, troppo alto, le copriva, così abbiamo deciso di spostarle dietro la cassa, accanto alle sigarette. Immagino le facce spaesate dei clienti quando cercheranno le Halls e troveranno invece i titoli del Corriere. Chissà se i loro occhi indugeranno sulle parole scritte oppure scivoleranno alla ricerca delle caramelle perdute.




Solo il dittatore parla d’amore.
“Ma è in tedesco ! Già le opere, anche in italiano, sono una noia micidiale. E poi, che palle, un teatro tutto ori e velluti rossi, giacca e cravatta, ingabbiati lì per tre o quattro ore !”
I due bestseller di Giorgio Faletti sono un fenomeno nuovo in Italia? Secondo alcuni si tratta semplicemente di thriller di successo che una volta tanto, invece di arrivare da oltre oceano, vengono prodotti in patria. Nient’altro? Proviamo a guardare meglio.
Secondo appuntamento di Nazione Indiana al Teatro i
Di Andrea Inglese
Anni sono passati. Abbiamo l’adolescente S, che ora frequenta la terza media, e che incontra il suo compagno G al parco di divertimenti ‘Einstein’. G ama più le giostre dei treni e S, non intraprendente ma sempre riflessivo, sta ad osservare G che sale su una giostra: non una di quelle che fan di tutto per offrire il brivido più spericolato e terrorizzante, ma di quelle per i più piccoli, che ruotano tranquillamente intorno ad un perno centrale senza le velocità azzardate che appiattiscono contro qualche parete rotante: anzi, ogni bambino che sale sta seduto e ha davanti a sé un bel piano a mo’ di tavolino, dalla superficie chiara e molto levigata.