risultati della ricerca

a futura memoria

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ALICE VENTURA morta il 5.3.1945 a Ravensbrück “… per il suo ideale partigiano“

di Orsola Puecher
... è una storia piccola, di un piccolo eroismo, un piccolo gesto di normale umana solidarietà, che la portò a esaurire al Campo di Concentramento di Ravensbrück i giorni di una vita bellissima e inconsueta.

25 aprile 2021 Canteremo ancora… [tracce di un’altra vita]

di Orsola Puecher
La piccola targa di ottone è ancora là, incastonata nel marciapiede, lo è stata nel silenzio e nella solitudine delle strade deserte e del lockdown. Testimonia lo stesso e rende onore a chi tomba e sepoltura non ha potuto avere.

U.S. [ Ultimi Sospiri ] MILANO 1943-1945

di Orsola Puecher
Sono storie fra due guerre, di uomini, padri e figli, di donne: nonne, madri, sorelle, zie e nipoti, numeri di tombola estratti nella sequenza di un viaggio ideale attraverso una città, fra tracce e strade di un percorso cifrato.

[1938-1940] ILIO BARONTINI “vice-imperatore” dell’Abissinia

di Orsola Puecher
In questo 25 aprile 2018, che ancora pervicacemente mi sento in dovere di “commemorare” contro il rigurgito di tutti i fascismi e razzismi, manifesti o striscianti che siano, nel raccontare l’avventurosa e straordinaria missione di sostegno alla resistenza etiope compiuta dal 1938 al 1940 da Ilio Barontini...

“Non volevo servire i nazifascisti.”

di Orsola Puecher
E ora che tutti i protagonisti di queste vicende se ne sono andati, non resta che raccogliere indizi, rispolverare ricordi di racconti, cercare i documenti. L’ultimo ritrovamento della mia ricerca riguarda un tassello apparentemente secondario, ma non meno importante, la fuga in Svizzera di mio padre Virginio, la cui stessa vita, dopo la deportazione in Germania del notaio Puecher, era in pericolo.

I “monelli” del Dr. Tomuschat


di Orsola Puecher

Chi sono e dove si trovavano i bambini con i vestitini sporchi e stracciati come il monello di Charlot, i monelli come con arguta dolcezza qui nelle Marche si chiamano comunemente i bambini?

ROBERT DESNOS Questo cuore che odiava la guerra…

di Orsola Puecher
Dopo una luminosa carriera poetica e letteraria, attraversata da variegate esperienze, dall’adesione al Surrelismo, al successivo abbandono, dalla radio, alla pubblicità, al cinema, alla critica, musicale, teatrale e cinematografica, durante l’occupazione nazista Desnos sceglie di impegnarsi nella Resistenza con scritti clandestini.

“Vivo, sono partigiano.” ANTONIO GRAMSCI [22 gennaio1891-27 aprile 1937]

di Orsola Puecher
“Vivo, sono partigiano.” scrive Antonio Gramsci l’11 febbraio 1917, quasi cent’anni fa, e in questo imprescindible sillogismo, in questo cogito ergo sum fra vivere, essere vivo e partecipare, parteggiare nella vita della πολις, sta in nuce il primo seme della futura Resistenza.

GERMAINE TILLION “Le Verfügbar aux Enfers” Ravensbrück [inverno 1944-1945]

di Orsola Puecher
Havas Non bisogna abituarsi. Abituarsi è accettare. Noi non accettiamo, noi subiamo...
Atto II da "Le Verfügbar aux Enfers", operetta comica scritta dall'etnologa Germaine Tillion nel terrore di Ravensbrück, perché "Si può ridere fino all'ultimo minuto... è un elemento rivivificante."

Una notte sul Monte Stella

di Orsola Puecher
Qui sotto i nostri piedi, dalle radici di alberi e fili d’erba in giù, se potessimo avere il dono di penetrare il terreno in una ipotetica immaginaria stratigrafia, vedremmo i resti di una città ferita dai bombardamenti.

NOOR INAYAT KHAN Nemica del Reich

Orsola Puecher
Nadia Agustoni

Noor nasce a Mosca il 1 Gennaio 1917. Le viene dato il nome di Noor-un-nisa, “luce della femminilità”. Il padre la culla cantandole antiche canzoni indiane. In casa la chiamano con il soprannome di Babuli.

MICHAIL ROMM Il fascismo ordinario [1965]


di Orsola Puecher

Il documentario inizia e finisce con i disegni di alcuni bambini di un asilo moscovita, simbolo della creatività naturale, innata in ogni uomo, che sempre viene brutalizzata dal concetto di massa, inerte e non pensante, insito in tutte le dittature.

“E se il mondo non imparerà la lezione che queste immagini insegnano, la notte tornerà a cadere.”

di Orsola Puecher
Ogni anno il 27 Gennaio Giorno della Memoria, volenti o nolenti, si presenta una motivazione forte e contingente per scrivere, documentare e ricordare agli smemorati e ai negazionisti di turno la Memoria dei Campi, titolo del documentario incompiuto sulla liberazione dei campi di concentramento nazisti...

… nella notte lo guidano le stelle…

di Orsola Puecher
Nella notte d’inverno le stelle scintillano, ancora più nitide, fredde nel freddo apogeo. Al fuoco del bivacco, appoggiato alle pietre, nude, del muro a secco, il dottore ('U Megu) non parla e dentro di sé sente la sventura vicina.

MEMORIE DELL’OLOCAUSTO “… è una bellissima aurora!“

di Orsola Puecher
La testimonianza di queste ragazze degli anni quaranta con il loro diario, con tutto il senso e il valore, ora perduto, di segretezza e insieme di confidenza che aveva tenere un diario, penna e carta, ha, anche dal punto di vista letterario, un valore unico, proprio come cosa scritta per non essere letta.

Notte e Nebbia [Aiutami a parlare della cenere di un cuore.]

di Orsola Puecher
Ogni anno il 27 Gennaio mi attende il dovere di commemorare il Giorno della Memoria, rinnovando una sofferenza che solo chi ha avuto delle vittime del Nazifascismo fra i suoi familiari può comprendere profondamente.

“L’amavo troppo la mia patria non la tradite…”

di Orsola Puecher
In questo tardo Novembre di governi e valori al tramonto, le sorprese non finiscono mai, ma l’ultima cosa che mi sarei aspettata era di trovare, citato su Il Fatto Quotidiano del 14 novembre scorso, il nome, per di più storpiato in Aldo Pucher, di Giancarlo Puecher...

Ascoltando “Un sopravvissuto di Varsavia” di Arnold Schoenberg

di Orsola Puecher
"A survivor from Warsaw", composto da Schoenberg dall’esilio americano, captando con un oceano di mezzo lo spirito terribile della prima metà del novecento europeo, immaginandolo nelle minime pieghe di sofferenza, come e più che se le avesse vissute in prima persona nei suoi minuti istanti, traccia un brivido che sale quasi senza volerlo.

“…cercando primavere di viole”

di Orsola Puecher

Alice e Marie dormivano vicine e il sonno se le prendeva senza sollievo né pace. La notte era solo un intervallo inquieto al dolore e nel pulsare tanto flebile delle loro vite non c’era differenza di rumori rispetto al giorno: l’abbaiare dei cani, passi, le voci secche. E il freddo così intenso di quel marzo senza primavera.

Delle cose perdute

di Orsola Puecher   Quindici uomini uccisi dai fascisti. Il dieci agosto del quarantaquattro. A Piazzale Loreto, a Milano. Quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore. Per questo eccidio condannato dal Tribunale Militare di Torino il capitano delle SS Theodor Saevecke. Nel 1999. All’ergastolo. In contumacia. Come tanti altri. Ormai più che ottuagenario. Visse una tranquilla esistenza in Germania. Da persona per bene. Non un giorno di prigione. Come tanti altri. Non si pentì mai...
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