Il mondo visto da un buco
di
Azra Nuhefendić
In prima elementare ero molto amica di Vesna. Era bella, bionda e molto simpatica. All’epoca era l’unica un po’ cicciottella. Ero però affascinata da sua mamma che era diversa dalle altre. Le nostre mamme si assomigliavano tutte: portavano la “schlafrock”, cioè la vestaglia (è così che la chiamavamo, utilizzando la parola tedesca) con sopra il grembiule, erano sempre stanche per via del cucinare,...
La post-fazione al libro di Cathie Carmichael Bosnia e Erzegovina
Alba e tramonto del secolo breve ( Beit casa editrice)
di Azra Nuhefendić
Ottobre 2016. Sto scrivendo sulla Bosnia Erzegovina, incerta se quello che scrivo sarà un necrologio per un paese che sta per scomparire, oppure se è dettato solo dalla mia eccessiva ansia e dall’amore per il mio paese. Negli ultimi venti anni la Bosnia Erzegovina è stata attaccata dall’interno, dai suoi figli,...
Nota di lettura
di
Azra Nuhefendić
Nel 1993, sotto assedio, Sarajevo era considerata uno dei posti più pericolosi nel mondo. Eppure ho conosciuto molte persone che si ostinavano a voler tornare nella città. La signora Vinka, scappata da Sarajevo all’inizio della guerra, voleva ritornarci a ogni costo, con il figlioletto, perché le pareva che avrebbe potuto vivere meglio là che, da profuga, dai cugini in Vojvodina. Un certo americano di nome Terry,...
di
Azra Nuhefendić
Tra i candidati idonei fu scelto Joza F. per fare il corrispondente dalle Nazioni Unite. Aveva quello che agli altri aspiranti mancava: una zia che viveva a New York e che poteva ospitarlo.
All’inizio degli anni Sessanta, la Bosnia era un paese povero, il quotidiano di Sarajevo non poteva pagare un alloggio in affitto a New York per il suo corrispondente, perciò il fatto che la zia poteva ospitarlo...
di
Azra Nuhefendić
L’ultima epidemia di vaiolo in Europa fu nel marzo 1972. Nei trent’anni precedenti si credeva che la malattia fosse stata sradicata, ma riapparve a Belgrado, allora capitale della Jugoslavia. Un trentacinquenne kosovaro era tornato dal suo pellegrinaggio alla Mecca e aveva portato il virus. 175 persone si ammalarono e 35 morirono.
L’ospedale dove furono sistemati i primi ammalati fu letteralmente sigillato. Le porte, le finestre e la fognatura,...
di
Azra Nuhefendić
Per vent’anni ero andata a fare tutte le mie fototessere dal fotografo “Đumišić” che ha tutt'ora un piccolo negozio nel centro di Sarajevo. L’avevo scelto per un motivo ben preciso. Lui modificava parecchio le fotografie, all’epoca si diceva che faceva il retusche, e sulle foto eravamo tutti belli e perfetti. Non si vedevano le rughe, sparivano i brufoli, il viso era liscio come la porcellana.
Ho ancora una di...
di
Azra Nuhefendić
Se dico “barbuto”, la maggior parte penserà ai terroristi islamici. La barba è una delle immagini del male che tormenta il mondo: ISIS, Al Qaeda, Boko Haram etc. Tutte queste sigle ci fanno pensare agli insorti e a terrore. Per difenderci dagli irsuti e dagli indesiderati il mondo Occidentale ha impegnato eserciti e le tecniche più avanzate, come i “droni”, ma si fa ancora “all’antica”, costruendo i...
di
Azra Nuhefendić
Articolo pubblicato sull'Osservatorio Balcani e Caucaso
Un metro di neve e 20 gradi sotto lo zero! Nessuno ci fece caso in Bosnia. La gente puliva le strade e scava trincee nella neve per collegare la casa o il portone alla via principale.
Talvolta cadeva già a inizio ottobre. Andavamo a cena al ristorante e, all’uscita, ci aspettava la prima neve. Tap-tap. Con scarpe leggere ed eleganti ai piedi, cercavamo di...
Ping-Pong
di Azra Nuhefendić
Mancava un quaderno, una bambola, di quelle all’antica, di cartapesta che, se si lavano (come ho fatto io), si sciolgono come zucchero nell’acqua. Erano spariti i dolci fatti in casa e messi su un’alzatina in vetro. La porta della casa non era forzata. Fu stabilito che il ladro bisognava cercarlo nel vicinato. Infatti, mi hanno scoperto subito: giocavo con la bambola rubata, e poi quel giorno non...
Non è facile essere Sarajevo
di
Azra Nuhefendic 1
nota sul libro
Sarajevo la cosmopolita. Musulmani, ebrei e cristiani nell’Europa di Hitler, di Emily Greble
Non è facile essere Sarajevo: adorata, odiata, lodata, trascinata nel fango, innalzata a simbolo, definita la culla del male, bruciata venti volte, rinata, dannata e desiderata, invidiata, disertata. C’è chi le resta fedele rischiando la morte, chi scappa a ogni costo,...
di
Azra Nuhefendić
Nove vittorie su nove elezioni hanno riportato il presidente montenegrino Milo Djukanović e il suo partito democratico dei socialisti: hanno vinto tutte le elezioni politiche negli ultimi vent’anni. È un miracolo. In Europa non ci è riuscito mai nessuno.
Di miracoli, il minuscolo Montenegro con appena 670.000 mila abitanti, ne ha prodotti parecchi. Ad esempio, insieme alla Serbia ha partecipato a tutte le guerre balcaniche degli anni Novanta....
di
Azra Nuhefendić
Tra le strette mura di Dubrovnik ha trovato dimora una piccola comunità di bosniaci. Sono i discendenti di manovali, braccianti, lavandaie, domestiche, di poveri e di avventurieri che nel passato erano arrivati dalla Bosnia Erzegovina in cerca di lavoro e di una vita migliore. Oggi la comunità bosniaca è fatta di capitani, medici, artisti, professori, pittori, ingegneri.
A Dubrovnik ci sono nati, ci vivono, frequentano le scuole,...
Cartolina dalla Bosnia
di
Azra Nuhefendić
Mi affretto per vedere, prima della chiusura, l’evento culturale dell’anno 2011 in Europa, la mostra d’arte contemporanea. Dopo un’oretta di pullman, da Sarajevo, arrivo nella città di Konjic. L’esposizione è allestita nel bunker antiatomico di Tito, rimasto segreto per sessant’anni. Mentre aspetto l’ora di visita guidata, mi siedo sul muretto dell’edificio del Kulturni dom (La casa della cultura). Un palazzo costruito negli anni Sessanta, semplice ed...
di
Azra Nuhefendić
È un clandestino vero e proprio. Esiste, lo sappiamo tutti, anche se negli elenchi telefonici, nei libri ufficiali, nei discorsi pubblici non si menziona. Le indicazioni stradali per trovarlo non ci sono. Eppure è conosciutissimo. Riceve tantissime visite, lo cercano, lo trovano, lo guardano, lo ammirano. È “il tunnel di Sarajevo”, esiste, ma ufficialmente è come se non ci fosse.
Per la gente di Sarajevo “il tunnel” è il...
di
Azra Nuhefendic
Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l’effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l’anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un’espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà...
Festa di Nazione Indiana
Milano 17-19 giugno, circolo Arci Bellezza, via Giovanni Bellezza 16
Venerdì 17 giugno
21.30 Up Patriots to arts! Amor patrio e lingua materna
con Stefano Zangrando, Igiaba Scego, Azra Nuhfendic.
Nota
di
Stefano Zangrando
Se è vero che stiamo finalmente uscendo dall’incubo videocratico del “diciassettennio” berlusconiano, forse è anche ora di lasciarsi alle spalle alcune categorie e ghettizzazioni che, in questi stessi anni, hanno costituito il controcanto critico e progressivo...
di
Azra Nuhefendić
“Mi ha preso per mano, ha parlato di sé, dei suoi nipoti, delle cose ordinarie, mi ha chiesto di Sarajevo, di come vanno le cose là”. Così l’ambasciatrice bosniaca in Olanda descrive l’incontro all’Aja con il generale serbo Ratko Mladić, appena trasferito in Tribunale.
Dunque, è così! I super criminali, in effetti, sono persone comuni, piccoli uomini, quelli che parlano del tempo e del cibo, della famiglia. ...
Azra Nuhefendic mi ha scritto quest'oggi chiedendomi di aiutarla a diffondere questo importante appello. Chiedo allora ai lettori di NI, agli scrittori e ai blogger, di far circolare a loro volta quest'appello e di aiutare i lettori di Sarajevo ad esaudire un desiderio che ben conosce chi ama quello strano mondo abitato dai libri e che in molti si ostinano a chiamare letteratura. effeffe
L´organizzazione "Humanity in Action Senior Fellow...
Verso Sud
di
Azra Nuhefendic
Verso il sud il cielo diventava sempre più chiaro. Dominavano due colori: blu e un verde debole, diverso da quello dei fitti boschi dell' entroterra. In un punto preciso, quando la strada faceva l’ultima salita sulla montagna, appariva una lineetta sottile, di un azzurro opaco che divideva il cielo dalla terra. Il mare. Là, in quel punto ci si fermava, si usciva dalla macchina in fretta, fibrillanti...
di
Azra Nuhefendić
Nel quindicesimo anniversario del massacro di Srebrenica, la casa editrice Beit di Trieste pubblica il libro testimonianza di Emir Suljagić “Cartolina dalla fossa”. E’ un registro sulla vita a Srebrenica prima della tragedia, con le immagini storiche di quei giorni cruciali, i contributi di esperti e studiosi e una cronologia che ripercorre gli avvenimenti più importanti del conflitto in Bosnia dal 1992 ai giorni del massacro.
Quel giorno, il...
(Trieste vista dalla Luna)
di
Azra Nuhefendic
Essendo la più piccola mi toccava sempre fare lo «schvabo», come chiamavamo i tedeschi, i nostri peggiori nemici, nell'immediato dopoguerra. Il ruolo dei partigiani lo giocavano i bambini più grandicelli, quelli di sette, otto anni. Era scontato che i partigiani dovevano vincere sempre. Quando i «partigiani» si stancavano di vincere, si giocava a intonare canti rivoluzionari; o a gridare vari slogan che per un bambino...
di
Azra Nuhefendic
La linea ferroviaria tra Belgrado e Sarajevo venne interrotta all’inizio della guerra in Bosnia. Dopo diciotto anni è partito di nuovo il treno che collegava le due città. La locomotiva ha trainato tre vagoni con solo quindici passeggeri. La breve composizione del convoglio rispecchia la situazione politica attuale, cioè la divisione in atto in quel Paese: un vagone delle ferrovie della Republika Srpska, uno di quelle della Federazione...
di
Azra Nuhefendic
(note di lettura sul libro, Sahib di Nanid Veličković)
“Saragevo”, cosi in modo sbagliato, pronunciavano il nome della città quelli che per primi si sono recati a Sarajevo, all’inizio della guerra: i giornalisti e i membri delle varie organizzazioni internazionali. Molti, ancora prima che venissero là, o giù (perché per definizione quelli che sono diversi dal mondo civile sono sempre giù) si prendevano per “gli esperti” della nostra storia,...
di
Azra Nuhefendic
Ci vedevamo una volta a mese, regolarmente, per anni. Da Vera, l'estetista ci andavo per curare i brufoli, lei invece per conservarsi bella. Alta, silouhette elegante, capelli biondi, occhi azzurri. Bella. La tradiva lo sguardo, tagliente e severo e che le aveva procurato il soprannome di Lady di ferro.
Dall' estetista, come dal parrucchiere, si chiacchierava, si parlava, si pettegolava. Lei, invece, solo “buongiorno” e “arrivederci”....
Neve nera
di
Azra Nuhefendic
La buona notizia: stanno per restaurarla. La cattiva: la stiamo perdendo di nuovo.
Il Consiglio municipale di Sarajevo ha deciso di iniziare il restauro della Biblioteca Nazionale e Universitaria, meglio conosciuta come la Vijećnica. Le autorità hanno stabilito che in futuro, il palazzo non ospiterà come un tempo la biblioteca, ma l’ufficio del sindaco e di altri burocrati municipali.
Vijećnica è il simbolo della distruzione di Sarajevo e...
O l’uno o l’altro
di
Azra Nuhefendić
«Noi che abbiamo vissuto l’assedio di Sarajevo
non ne ricaveremo, si capisce, alcun profitto ...
questa conoscenza è la spada che non sguaineremo
in ogni momento io almeno terrò sempre la mano
sul suo manico».
Marko Vešović, da La cavalleria polacca
Marko Vešović, poeta, ha rifiutato l’importante premio letterario “Risto Ratković” che gli è stato assegnato in Montenegro per libro di poesie “Rastanak s Arencanom” (“Addio ad Arenzano”)....
di
Azra Nuhefendic
Tra tutti i commenti che ho sentito dopo la cattura di Radovan Karadžić, le parole che mi cono piaciute di più sono state quelle di un anonimo passante di Belgrado (TV Belgrado, 22/07): “Questo vuol dire la fine della srpstvo”. Se fosse vero, sarebbe davvero un ottimo segnale!
Srpstvo per i serbi è l'equivalente del vostro “italianità”. Io, come presumo la maggior parte della gente, associo l’italianità alla...
Il Mostro della Porta Accanto
di
Azra Nuhefendic
Se questo è un uomo
Primo Levi
Nel giugno del 1992 all’ispettore della polizia di Visegrad, Milan Josipovic, giunse una comunicazione dal direttore della diga sul fiume Drina, a Bajina Basta, con l'esplicita richiesta ai responsabili “ di rallentare il flusso dei cadaveri che galleggiavano lungo il fiume perché bloccavano le turbine della diga”.
Ai due, principali responsabili, di quella “seccatura”, i serbi bosniaci Milan...
di
Azra Nuhefendic
Neira, undici anni, mingherlina, capelli lisci, biondissimi, occhi cerulei, un volto dolce e intelligente. E’ vispa, Neira. Ci guarda ed evidenzia con una smorfia che c'è cattivo odore. Due ragazzi passano silenziosi in mezzo a noialtri, che ce ne stiamo seduti per terra. I suoi fratelli. Due maschi. Se ne contano cinque in tutto, in questo gruppo di quaranta donne. Le madri sole, le vedove di Srebrenica.
I...
Si muore una volta sola
di
Azra Nuhefendic
Editing: Ljiljana Avirovic
“Spero di morire da innocente, come Slobodan Milošević”, ha dichiarato Vojislav Šešelj, presidente del Partito radicale serbo ("Pravda", 9 marzo, 2008).
Ormai da cinque anni detenuto nella prigione dell’Aia, Šešelj è accusato di pulizia etnica in Bosnia e in Croazia, di uccisioni di massa, di deportazione dei civili, di torture...