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La trappola e il diniego. Riflessioni a margine della guerra

di Andrea Inglese
Appare oggi evidente che Israele, come progetto politico nazionale, è prigioniero di una trappola. Ma questa trappola si è andata costruendo fin dall’inizio della sua storia, ed è stata rafforzata attraverso tappe successive. Una trappola costruita da Israele stesso, ma con l’ampia collaborazione delle sue forze nemiche, gli Stati arabi e i palestinesi.

Le diverse ragioni del silenzio. Lettera ad Andrea Inglese…

di Giuseppe A. Samonà
Caro Andrea, ho come altre volte letto con grande attenzione e interesse il tuo articolo, tanto più che il titolo individua una prospettiva che mi trova completamente d’accordo. E sento il bisogno di risponderti, su un punto in particolare, ma non so ancora, nel momento in cui inizio a scriverti, se pubblicherò questa lettera o se te la invierò in forma privata

La tentazione di decontestualizzare e il dovere della narrazione. Sul conflitto tra Israele e Hamas

di Andrea Inglese
Il 9 ottobre, in un articolo apparso sul « Corriere della Sera », Paolo Giordano, noto romanziere, scriveva riguardo all’attacco di Hamas contro Israele, realizzato due giorni prima: “È uno strano paradosso della nostra epoca: per valutare meglio un evento non conviene più aspettare troppo, conviene quasi, al contrario, affrettarsi e perfino decontestualizzarlo.”

Il tempo congelato della politica israeliana

Otto anni fa scrissi su NI questo pezzo. Riguardava la politica di "rappresaglia" scelta da Israele in Libano contro Hezbollah. Basterebbe cambiare alcuni nomi e alcune date, per rendere queste riflessioni sinistramente attuali. Hamas al posto di Hezbollah, Gaza al posto di Libano, 2014 (o 2009) al posto di 2006.Come se nulla fosse accaduto. Tempo congelato. Coazione a ripetere. Due cose solo modificherei. La prima riguarda il principio della...

Egitto. Do you remember revolution?

di Giuseppe Acconcia in risposta all'articolo di Alloni pubblicato su Nazione Indiana Era il 30 giugno scorso, quando milioni di persone sono scese per le strade delle principali città egiziane per chiedere le dimissioni del presidente Mohammed Morsi. La televisione pubblica parla di 30 milioni di persone, mentre i Fratelli musulmani di un’invenzione da Photoshop. Erano in strada alcune centinaia di migliaia di persone, forse un milione, non certo i 30 invocati...

I Palestinesi, un popolo di troppo – Intervista a Jeff Halper (1)

a cura di Lorenzo Galbiati - traduzione di Daniela Filippin Jeff Halper, ebreo israeliano di origine statunitense (è nato nel Minnesota nel 1946), è urbanista e antropologo, e insegna all’Università Ben Gurion del Negev. In Israele ha fondato nel 1997 l’ICAHD, Israeli Committee Against House Demolitions ( www.icahd.org ), associazione di persone che per vie legali e con la disobbedienza civile si oppongono alla demolizione delle case palestinesi,...

La storia degli altri

di Christian Elia Ilan Pappé è uno storico israeliano che insegna all'Università di Exeter, in Inghilterra. Insegnava a Haifa, ma non gli è stato rinnovato il contratto. I suoi libri, in particolare La pulizia etnica in Palestina del 2007 edito in Italia da Fazi, hanno suscitato tante polemiche. Viene ritenuto il principale esponente dei cosiddetti nuovi storici, impegnati nel riesame della storia israeliana e del conflitto palestinese. Lei ha dichiarato di...

Ipotesi per la tonnara di Gaza

di Lorenzo Galbiati Il 17 settembre 1948, mentre era in corso la guerra arabo-israeliana, l’emissario dell’ONU Folke Bernadotte fu ucciso a Gerusalemme da alcuni terroristi israeliani. Durante la II Guerra mondiale Bernadotte era stato molto attivo nella Croce Rossa svedese per salvare gli ebrei dai campi di concentramento nazisti e per questo motivo Israele lo aveva accettato come mediatore ONU: evidentemente, il governo sionista non si aspettava che si sarebbe prodigato...

Caro bimbo ti penso

Molto di quel che c'è da sapere è nelle fotografie di Vittorio Arrigoni. Forse il nostro pensiero è semplice e ci mancano le sfumature sempre così necessarie nelle analisi, ma per noi, zapatisti e zapatiste, a Gaza c’è un esercito professionista che sta assassinando una popolazione indifesa. (Subcomandante Insorgente Marcos. Messico, 4 gennaio 2009). Un commentatore di Nazione Indiana ha tradotto l'intervento da cui sono prese queste parole.

Gaza, chi ha iniziato?

Nel suo intervento intitolato «Gaza: le elezioni israeliane e il silenzio di Obama» pubblicato sul Corriere della Sera del 3 gennaio, lei attribuisce la scelta dei tempi dell' attacco israeliano a svariati motivi tra i quali le imminenti elezioni in Israele e il cambio della guardia alla Casa Bianca. Ma non prende nemmeno in considerazione la vera ragione dell' attacco: la necessità di sopprimere i lanci dei missili di...

Transnistria a orologeria

di Riccardo Valsecchi La guerra in Georgia è apparsa come una meteora: una fulminea massa di fuoco che celermente si è consumata al contatto con l'atmosfera, depositando, sparsi sulla crosta terrestre, detriti e frammenti. Uno scontro militare durato poco più di una settimana: un esordio di grande rilevanza mediatica, che è andato piano piano affievolendosi, lasciando strascichi nella sola cronaca diplomatica. In fondo la Georgia e le regioni ribelli dell'Ossezia...
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