8 spunti lucreziani
di Andrea Inglese
5.
Tum porro locus ac spatium, quod inane vocamus,
si nullum foret, haud usquam sita corpora possent
esse neque omnino quoquam diversa meare;
(I, 426-428)
Se non fosse il tuo posto, un falso posto,
un porto illusorio, un utero bucato, un miraggio,
ci potresti anche stare, giacere, a carponi,
a quattro zampe, in piedi, come un obelisco,
una statua, lo status, in una gerarchia mentale
e senza tempo, ma perché tu ci metta
piede, qualcosa deve farti passare,
ma anche accoglierti, e poi lasciarti
andare, tirarti dentro, per poi cacciarti
fuori, questa cosa che ti tradisce
così bene, lo chiamiamo vuoto, e Lucrezio
inane, che è vocabolo vasto d’ombre
e riverberi, sogni e simulacri,










