Il club Questomondo
di
Ivan Arillotta
Tuttavia. Possiamo osservare ostilità, senza aguzzare la vista, senza stimolare l’occhio. Possiamo stampare il nostro reciproco rispetto, unico compenso di un esemplare stile di vita, su fogli scritti con inchiostro simpatico. Per ora, possiamo produrre un documento che stabilisca i titoli d’umanità necessari a dichiararsi membri effettivi del club Questomondo. Nessun marziano ci invidierà, per quanto il ramo dell’invidia sia sempre piuttosto fiorente. Tuttavia, qualcosa cambierà. Domani sarò un uomo serio, si dice: i buoni costumi saranno miei, tutti quanti. Perciò, fino a ieri, l’onestà era una distrazione, una specie di partita a carte tra amici. (continua)
Giocatori
di
Margi de Filpo
Stava finendo ma eravamo insieme, una lacrima che scivolava con lui lungo le scale della sua infanzia interrotta. Si accordava al battito della lingua sul palato, un metronomo offeso. Accenni di vecchie balbuzie, parlava del padre, del peso di un nome non voluto. Responsabilità, un suono grave, che per me significava solo essere figlia, per lui un rigonfiamento, giù nei pantaloni.
Mi sveglia di notte, parla della società. Diceva.
E noi? Attaccati come mignatte ai nostri vent’anni. Non volevamo credere.














