di UAAR
La sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sull’iniziativa giuridica – promossa dalla famiglia di Massimo Albertin e sostenuta dall’UAAR – che ha assolto l’Italia per l’esposizione del crocifisso nelle scuole, rappresenta inevitabilmente una cocente delusione. Nel ringraziare ancora una volta chi, mettendoci la faccia e la tranquillità personale, si è profuso in una battaglia civile di portata sempre più rara nel nostro paese, l’UAAR deve necessariamente constatare come, in seguito alla sentenza, gli spazi per agire giuridicamente per l’affermazione concreta del supremo principio costituzionale di laicità dello Stato si siano oggettivamente ristretti.
Ciò non significa, tuttavia, che verrà meno l’impegno per cambiare, in meglio, una società che, nonostante sia sempre più secolarizzata, nello stesso tempo si caratterizza per istituzioni sempre più clericali.
L’UAAR dispone, giorno dopo giorno, di una maggiore capacità di intervento, e di soci e simpatizzanti in grado di tradurla in risultati concreti nella tutela dei diritti civili di atei e agnostici, nell’applicazione quotidiana del principio di laicità dello Stato e nella valorizzazione del pensiero non religioso. La sentenza della Corte europea ci dà ancora maggiore consapevolezza delle nostre responsabilità e ci spinge a intensificare ulteriormente lo sforzo, nella convinzione che questo paese o avrà un futuro laico, o non ne avrà alcuno.









