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150 anni di memorie divise – Dialogo del Centro TraMe con John Foot

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a cura del Centro TraMe

John Foot ha dedicato e dedica tuttora le sue ricerche al nostro paese e alla sua storia recente nei suoi vari aspetti: dallo sport (Calcio 1898-2007. Storia dello sport che ha fatto l’Italia) alla storia delle città italiane (Milano dopo il miracolo. Biografia di una città) fino all’analisi delle vicende politiche. Nel 2009 ha pubblicato il libro Fratture d’Italia, in cui racconta le “memorie divise” sviluppatesi attorno agli eventi più importanti della storia del paese – dalla Prima Guerra mondiale fino agli anni di piombo – a partire dall’analisi di varie pratiche di memoria (targhe, monumenti, anniversari e commemorazioni).

[Nei mesi scorsi su AlfaBeta2 Slavoj Zizek e Alexander Stille hanno parlato dell’“anomalia Italia”. E su questa espressione è ritornato qualche settimana dopo Donald Sassoon sul Sole24Ore. Lei stesso apre il suo Modern Italy (2003) citando Peter Lange: “Che cosa rende l’Italia un caso di difficile classificazione?”. Tutto sommato gli inglesi a volte discutono ancora su quale nome usare per designare la loro nazione e per decenni hanno fatto i conti con l’IRA; gli spagnoli elaborano ancora il doloroso passato franchista, cercano di gestire forti spinte secessionistiche interne e qualche settimana fa hanno ricordato i trent’anni dall’ultimo tentato golpe militare; il Belgio sta attraversando una profondissima crisi politica che ne minaccia la stessa esistenza. E infine la riunificazione della Germania non sembra essere andata di pari passo con quella dei tedeschi.]

Allora, a 150 anni dall’unità, in che senso l’Italia rimane tra le nazioni europee l’anomalia di “difficile classificazione”?

L’intervista continua qui.

 NUVOLE 

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Attraverso una terra di chi

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di Azzurra D’Agostino

Attraverso una terra di chi

attraverso una terra di chi
passiamo noi, noi la schiera
del coro scrostato del dipinto,
i musi ottusi degli armenti
ammassati tra i marmi,
una trafittura nella scorza
della pietra – un graffio.

Recensione a un libro non letto

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di Marino Magliani

Sono, ero, un appassionato di calcio. Sono, ero, un grande appassionato di calcio, ma strano, uno di quelli che non andavano allo stadio. Ci sono entrato poche volte nella vita. Una per tutte: mi trovavo in Spagna, un amico argentino mi convinse a investire in una partita, comprammo una decina di biglietti per rivenderli il giorno della partita (giocava il Barcelona contro El Real) sarebbe stato un gioco. Una cosa facile, il mio amico ne era sicuro. Era l’autunno, avremmo saldato un debituccio che avevamo entrambi col padrone della pensione. Ci andò male, il giorno in cui giocarono pioveva e Maradona rimase in tribuna per infortunio. Col mio amico andammo allo stadio e ci sedemmo, distanti, le braccia larghe a occupare i posti che ci erano rimasti. Partite non ne vedevo, alla tele sì, o a parlarne, che è un po’ come vederle, forse, rigiocarle. Ore e ore a parlare di calcio. Se sapessi parlare di letteratura come lo so, lo sapevo, fare di calcio, sarei direttore di ttl.

Sulla spiaggia di Ez Zauia

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di Natalia Castaldi

La conta dei morti nella piazza
di Ez Zauia sfidava il rosso
dei pomodori allineati nel cortile
le mosche ronzavano il canto funebre
delle carogne
.
cercavo di dirti una parola
ma correvano forte troppo forte
e gridavano via anche la mia voce
che si spegneva corta sul tuo viso
.
avrei voluto trovare fiato da soffiare al sangue
pomparti il cuore dirti che ancora dovevi lottare
.
mi trascinarono via ancora in ginocchio
uno per braccio
vedevo solo polvere [polvere e rumore

“Il paese di Dio” di Percival Everett

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[Esce oggi in libreria il nuovo romanzo di Percival Everett, Il paese di Dio (Nutrimenti, 16 euro), di cui pubblico un estratto dal primo capitolo. Come nel precedente Ferito, Everett lavora sul rovesciamento dei cliché del western, stavolta con il suo feroce umorismo, concentrato sul peccato originale americano: l’identità dei neri e degli indiani d’America prevaricati dai coloni, la radice dell’odio e dell’intolleranza. m.r.]
***
Il saloon era una topaia con qualche finestrella e le porte a vento che cigolavano ogni schifosissima volta che le aprivi. Quando siamo entrati ormai s’era fatta sera e le poche lanterne accese proiettavano una luce giallastra ancora più sconfortante del buio. Blind Mitch, il pianista negro, pestava i tasti che ancora funzionavano al ritmo di una giga quasi impossibile da fischiettare. Mi sono appollaiato al bancone accanto a Wide Clyde McBride. Puzzava da fare schifo e mi è venuto il dubbio che pure io non dovessi essere fragrantissimo, cribbio. Poi Terk mi ha piazzato sotto il naso un whisky e mi sono detto che se un uomo non può puzzare di merda in una taverna piena di uomini che puzzano di merda come lui, per di più imbottiti di alcol, allora dove andremo a finire. Mi sono scolato il bicchiere e mi è venuto un accesso di tosse.

natural born gay

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di Silvia Bencivelli

Io non ho niente contro i gay: ho persino un amico che lo è. Persino. Certo che potrebbe manifestarlo un po’ meno, eh. Perché un gay lo riconosci a occhio: come nei cinepanettoni, sculetta, si agita e lancia gridolini entusiasti. Se è femmina probabilmente ha la moto, ascolta Gianna Nannini e gioca a calcetto il sabato pomeriggio. Sempre che esista davvero, la lesbica, e non sia solo un’invenzione da palcoscenico dell’Ariston.

Onda su onda

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Note sugli strumenti di (mancata) tutela legale da un nemico dell’ambiente e della salute pubblica sempre meno invisibile

di Stefano Palmisano


Un ruolo quindi, almeno concausale, delle radiofrequenze nella genesi della neoplasia che ha patito il sig. Marcolin è ‘probabile’ (probabilità qualificata).

Così la Corte d’appello di Brescia – Sezione lavoro nella sentenza (pag. 11) n. 614 del 10 dicembre 2009 che chiude un giudizio relativo ad una richiesta di indennità per malattia professionale formulata vanamente all’Inail da un dirigente d’azienda ammalatosi di neurinoma del ganglio di Gasser, un tumore benigno che colpisce i nervi cranici, in particolare il nervo acustico, anche a causa di una lunga esposizione alle onde elettromagnetiche di un telefono cordless e di un telefono cellulare che usava sul posto di lavoro per varie ore al giorno.

Lo studio MARCONI suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa, tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini, e che le strutture di MariTele, in modo limitato e additivo, abbiano plausibilmente contribuito all’incremento di quel rischio. [….] Lo studio MARCONI suggerisce che l’esposizione di lungo periodo (oltre 10 anni) alle antenne di Radio Vaticana sia stata associata ad un eccesso di mortalità per leucemia…”

Queste le conclusioni della perizia del dott. Andrea Micheli, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, depositata nel novembre 2010 alla fine di un lunghissimo incidente probatorio effettuato nel procedimento penale ancora pendente innanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per le presunte morti e malattie causate dalle onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana.

Appena qualche giorno fa, infine, l’International EMF Alliance (IEMFA) ovvero l’Alleanza Internazionale sui Campi Elettromagnetici (CEM) ha annunciato la pubblicazione di un consenso scientifico sui pericoli derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici.

LETTERA A LEOPARDI

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di FRANCO BUFFONI

Il suddito pontificio Giacomo Leopardi – che per terrore del freddo rinunciò alla cattedra universitaria in Germania (filologia classica e studi danteschi) – a Roma non potè lavorare nemmeno come bibliotecario per il rifiuto a indossare l’abito talare. Lo stato in cui era nato, di cui aveva il passaporto – uno stato che aveva sudditi da Pesaro al Garigliano – gli chiedeva solo di essere ipocrita. Come ogni stato etico.
A Leopardi – suddito pontificio dissidente – mi accade di pensare quando certi eventi pubblici e parlamentari contemporanei paiono costituire delle vere e proprie rese “ai preti”, che “possono ancora e potranno eternamente tutto”. (Dalla Lettera a Luigi De Sinner del 22 dicembre 1836: “La mia filosofia è dispiaciuta ai preti, i quali e qui e in tutto il mondo, sotto un nome o sotto un altro, possono ancora e potranno eternamente tutto”).

Caro Conte Giacomo,
con riferimento al Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, è stato da molti osservato che, facendo risalire all’ignoranza e alla credulità acritica l’origine delle credenze magico-oracolari pagane, tu in realtà abbia liberato te stesso da tutte le nozioni che non reggevano alla luce della ragione.

L’Italia (unita?) vista dai blogger

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L’Italia (unita?) vista dai blogger: è il tema dell’incontro organizzato dall’Unità per domattina dalle 11 alle 13. Per verificare quale sia dalla rete la visuale dell’Italia contemporanea.  Si può seguire la diretta streaming sul sito unita.it, e dialogare sia via mail (unisciti@unita.it) sia via Facebook e Twitter. Scrive l’Unità: “Guarderemo il nostro Paese attraverso i loro occhi politicamente scorretti: quelli di Metilparaben, brillante blogger premiato come “Blog Rivelazione 2010”, o quelli di Alessandro Gilioli (Piovono Rane, blogger dell’anno). E con loro Vittorio Zambardino (Scene Digitali, lo storico blog de “La Repubblica”), Spinoza (miglior blog 2010), Uomomordecane (il «cattivo più temibile della blogosfera 2010»), Leonardo Tondelli (Leonardo, miglior blog d’opinione), Malafemmena (miglior blog erotico 2010), Luca Sofri e Francesco Costa del Post (miglior blog giornalistico dell’anno), due tra i principali blog letterari italiani: Nazione Indiana con Marco Rovelli e Loredana Lipperini (Lipperatura), Giuseppe Civati (Ciwati, tra i migliori blog politici italiani) e tanti altri. L’incontro sarà moderato da Concita De Gregorio (Invece) e da Giovanni Maria Bellu (Nemici).”

INSEGNARE CON LA LETTERATURA

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E’ in uscita da Zanichelli un libro didattico, inventivo e sagace, “Insegnare con la letteratura” di Simone Giusti. Ne proponiamo qui l’introduzione e il sommario. (ndr)

di SIMONE GIUSTI

“Io sento una grande responsabilità verso le storie che scrivo. Perché qualcuno andrà a abitarle.”
Michela Murgia

Mi capita, da laureato in lettere e dottore di ricerca in italianistica, ex insegnante di italiano, storia e geografia, di guardare con invidia gli insegnanti della scuola primaria, maestri e maestre, laureati in pedagogia, mentre insegnano ai loro alunni a scrivere poesie, a leggerle, recitarle, impararle a memoria; e insegnano canzoni, cantano anche, e scrivono racconti, leggono fiabe, miti, pagine di diario. Addirittura, in alcune scuole gli alunni e le alunne frequentano assiduamente delle biblioteche colorate in cui è possibile prendersi il tempo di scegliere un libro, di saggiarne le qualità, di godersene gli effetti. E poi ci sono gli altri, gli insegnanti delle superiori – la scuola secondaria di secondo grado – dove finalmente, anche se con fatica e frustrazione, si può praticare un insegnamento meno eclettico, che può permettersi la serietà dei classici e può dare per scontata la frequentazione dei grandi autori della letteratura italiana, prima in ordine sparso, attraverso un approccio basato sui generi letterari, e poi, finalmente, in ordine serrato, grazie al percorso di storia della letteratura.

ALLA COSTITUZIONE ITALIANA

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di FRANCO BUFFONI

Le costituzioni, recita il mio vecchio
Dictionary of Phrase and Fable,
Possono essere aristocratiche o dispotiche
Democratiche o miste.
Ecco, per te che non prometti
Di perseguire l’imperseguibile
– La felicità degli uomini –
Vorrei non pensare davvero a quel “mixed”
Che ricade sugli effetti salvando i presupposti:
Di te che prometti il perseguibile
Vorrei restasse il lampo negli occhi di Gobetti,
Già finito per altro in poesia.

Per Luigi Di Ruscio

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di Adelelmo Ruggieri

tutto questo fuori è anche dentro

Cristi polverizzati pag 68;
Le Lettere, Firenze, 2009

Venne stampata nel mese di giugno 1953 dalla Maestri Arti Grafiche per conto di Schwarz Editore, Via San Martino 9, Milano. L’edizione originale era composta di cinquecento esemplari numerati da uno a cinquecento su carta uso mano; quello da cui ho appena trascritto queste parole appena sopra è l’Esemplare Numero 64. Apparteneva “All’amico Alvaro Valentini/ alla nostra amicizia/ alla sua poesia”. Ora è custodito presso la Biblioteca Civica Romolo Spezioli, Piazza del Popolo n. 63, Fermo, Fondo Valentini, INV 4297.

LA NATURA DEI POETI

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Italia Nostra – sezione del Fermano
La natura dei poeti
VIII Edizione – a cura di Massimo Gezzi e Adelelmo Ruggieri

ALTIDONA (FM) – SABATO 12 MARZO 2011, ore 21.15
Teatro Comunale
Incontro con FRANCO ARMINIO e GUIDO MAZZONI
Presentazione di Massimo Gezzi

LAPEDONA (FM) – SABATO 19 MARZO 2011, ore 21.15
Sala Suor Francesca
Incontro con MARIA GRAZIA CALANDRONE e RENATA MORRESI
Presentazione di Adelelmo Ruggieri
Al termine degli incontri avranno luogo le passeggiate guidate ai rispettivi centri storici

mio cattivo maestro

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di Chiara Valerio

[Il 12 marzo ci sarà la manifestazione nazionale sulla/ per la/ della scuola, io ci andrò. Qui di seguito l’intervento che ho scritto per l’Unità e che è stato pubblicato il 4 marzo scorso]

Si impara prima della scuola, dopo la scuola, nonostante la scuola. Tuttavia purché questa esperienza comune non si trasformi in metafisica, la scuola deve esserci. L’articolo 33 della Costituzione stabilisce che Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato e che La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. Le scuole pubbliche rappresentano dunque lo standard educativo del nostro paese e la legge, stabilendo i diritti delle scuole non statali, stabilisce pure gli obblighi – esami di stato regolari, docenti pagati secondo un contratto nazionale, corrispondenza tra cattedra d’insegnamento e disciplina insegnata, buste paga reali. La frase La scuola pubblica non inculca, poi smentita e ritoccata, lungi dall’essere un giudizio sulla situazione della scuola italiana, è, come spesso accade al primo Ministro e ai suoi epigoni, pubblicità. Se non lo fosse terrebbe conto di quella parità per eccesso tra scuola statale e scuola non statale che, nell’articolo 33, è rappresentata dai diritti e dagli obblighi. Se non fosse pubblicità, inoltre, l’asserzione si presterebbe alla patologia del dettato costituzionale all’equipollenza: se la scuola statale non educa allora non educa neppure la scuola non statale.

Chapbooks a Milano e a Roma!

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canto / hocquardplasma / watten
cani / raosvoci / marzaioli

Doppia presentazione per gli ultimi quattro titoli della collana ChapBook, Arcipelago editore.

I titoli sono:

  • Il canto secolare per un nomarca di Emmanuel Hocquard
  • Plasma di Barrett Watten
  • I cani dello Chott el-Jerid di Andrea Raos
  • Voci di seconda fase di Giulio Marzaioli

Venerdì 11 marzo, alla Libreria popolare in via Tadino 18 a Milano, alle ore 18:30, saranno presenti Alessandro Broggi, che introdurrà la serata, e Paolo Giovannetti e Gherardo Bortolotti che parleranno della collana e delle ultime uscite.

Venerdì 18 marzo, al Beba do Samba in via Messapi 8 a Roma, alle ore 19:00, saranno presenti Giulio Marzaioli e Michele Zaffarano.

UNO SCRITTORE SOBRIO DI STORIE (STRA)ORDINARIE

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di Leonardo Palmisano

Siamo in autostrada. Davanti a noi c’è un ingorgo. Poco fa è avvenuto un incidente e le automobili sono incolonnate per quasi un chilometro. I guidatori e i passeggeri attendono più o meno pazientemente che si torni a viaggiare a velocità sostenuta. Sulla carreggiata opposta il traffico è quasi normale, se si esclude il fisiologico rallentamento dei curiosi, pronti persino a interrompere un sorpasso pur di gettare uno sguardo inutile oltre il guard rail per (non) vedere ciò che è successo.
La scena è parte di un romanzo.
Dove si trova lo scrittore?

carta st[r]ampa[la]ta n.40

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di Fabrizio Tonello

Mercoledi 2 marzo, commentando un articolo delle pagine culturali di Repubblica in cui si parlava di Giuda, la trasmissione Pagina Tre ha definito l’apostolo rinnegato “una figura controversa”. Proprio così: “controversa”.

Giuda Iscariota.

Secondo il mio dizionario “Devoto-Oli, una cosa è “controversa” quando esistono in merito opinioni differenti. Dal che devo dedurre che ci sono dei fanatici di Giuda, dei sostenitori di Giuda, dei critici moderati di Giuda e dei “cerchiobottisti” su Giuda, questi ultimi guidati da Pigi Battista: aspettiamo un editoriale del Corriere in merito.

Che barba, l’otto marzo!

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di Helena Janeczek

Da sempre soggetto ispiratore per il linguaggio dell’arte: corpo e spirito, passione e sentimento, amor sacro e amor profano, madre e amante, la Donna è stata nei secoli rappresentata in tutte le sue sfaccettature, passando nei secoli da primigenia musa ispiratrice a protagonista attiva nella stessa produzione e committenza artistica. Basta pensare per un attimo cosa sarebbe l’Arte senza la componente femminile per comprenderne il ruolo assolutamente centrale. 

3 racconti brevi

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di Andrea Inglese

Differenza di temperatura

Baderweck era totalmente insoddisfatto. Tutto gli sembrava troppo poco. Nella sua vita le cose migliori erano state dimenticate, rimaneva un automatismo nero, l’incapacità di pensare associata a una straordinaria prontezza nell’azione. Maderaq aveva un siero, una pozione, qualcosa da far bere, della sostanza per ringiovanire o assemblare i muscoli in zone precise del corpo. Si dava arie, era sposato, entrava in casa sua anche dal balcone, non spegneva la luce quando albeggiava, beveva l’acqua tenendo il bicchiere sollevato sul lavandino, come se ci fosse sempre il pericolo di una perdita.

Marino Magliani: La spiaggia dei cani romantici

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di Stefano Zangrando

Ho conosciuto tardi la scrittura di Marino Magliani e ho letto solo una piccola parte dei suoi libri. Pure ho la sensazione, che avranno avuto in molti, di essermi imbattuto in uno scrittore, come si dice, di razza. Di solito non uso quest’espressione stereotipata, “scrittore di razza”, ma quando leggo Magliani mi torna in mente spesso, per conto suo. Con ciò intendo forse uno scrittore che asseconda la propria vocazione, o scelta, senza grilli accademici o aspirazioni mondane, inseguendo invece un proprio demone molto terragno, forte, che solo dopo, per virtù riflessa, si specchia con sognante vaghezza nel firmamento dei propri modelli. Probabilmente questa impressione è corroborata anche dal percorso esistenziale di Magliani, che se ho capito bene è quello di un cercatore di felicità passato per terre e calori diversi, un migrante irrequieto stanziatosi infine in un canto defilato d’Olanda, dopo aver lentamente appreso, guidato dagli anni, un altro edonismo, più puro e nascosto.