
di Fabrizio Tonello
Il problema di Silvio non sono i nemici, ahimé spesso confusi e pasticcioni, bensì gli amici: l’avvocato Ghedinescu giova alla sua immagine pubblica? E, quando si presenta in tribunale con una goccia di sangue all’angolo della bocca, risolve i guai giudiziari del presidente del consiglio? C’è chi ne dubita (lo stesso Berlusconi, ultimamente).
Tuttavia Ghedinescu appare come un fiero paladino, Orlando a Roncisvalle, se messo a confronto con quelli di Libero che, nella loro difesa del Satiro-in-Chief, rischiano di farlo finire a presto presto a Rebibbia, con la chiave della cella buttata nel Tevere… Inizia Maria Giovanna Maglie, che domenica 31 ottobre si esercitava in svariate colonne di contorsionismi sotto il titolo: “Da moralista incallita vi dico: la sinistra sfrutta le donne del Cav”. E cosa diceva la Maglie? Il presidente del Consiglio “ascolta i problemi personali delle signorine che gli portano a casa e in villa, le sfama, spende quattrini, fa regali, spesso senza favori sessuali in cambio…”
“Spesso”. C’è scritto proprio così: “spesso senza favori sessuali in cambio”. Ora, se c’è uno “spesso” c’è anche un “qualche volta”, giusto? Se Ghedinescu va dal procuratore di Milano a dirgli “il mio cliente invita a cena (ecc. ecc.) delle signorine spesso senza favori sessuali in cambio” la domanda seguente è: “Scusi, avvocato, e le altre volte?”. Forse Ghedinescu dovrebbe spiegare alla Maglie che “favori sessuali in cambio di denaro o di altra utilità economica” (per esempio gioielli, auto e regalie varie) ricadono precisamente nell’ipotesi di reato di cui all’ art. 600 bis del Codice Penale, intitolato “Prostituzione minorile”.