di Giacomo Sartori
Gli aveva intimato di venire seduta stante. Ma lui non poteva muoversi subito, stava preparando un esame molto importante. Partì due giorni dopo in un molle vorticare di fiocchi. Lei venne a prenderlo alla stazione assediata da muraglie di sale ghiacciato, e per tutto il tragitto in autobus lo baciò sulla bocca sfregando il bacino contro il suo sesso. Aveva sempre dimenato come un serpente il bacino nervoso e sottile, in un certo senso quando era adolescente era la sua particolarità. Ma ora non voleva più provocare una bigotta città di provincia, e anzi sembrava indifferente che la gente dell’autobus li guardasse. Il ragazzo si vergognava della propria sacca da studente imbranato. Le scritte sui muri che vedeva sfilare con la coda dell’occhio inneggiavano alla creatività e all’anarchia,

















