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di Viola Amarelli
1943
L’afa e la noia del ritorno
a casa dopo la scuola
tra sassi e rovi, balzando
gamba a gamba di corsa
vecchio gioco, ortiche e uccelli
ramarri e fossi e l’aria
bassa. La fame, le scarpe
ormai preziose, i libri nati sciupati,
un altro giorno, muovere terra secca
polvere e foglie, al frastuono improvviso
la ragazzina alza la testa,
nuvole grigie e celesti insieme
il cielo si riempie ora di aerei, mai
visti tanti, vibra tutto intorno.
Fermarsi, attonita, gli occhi che
brillano tra le scie che ricadono,
lontano a valle nella città le bombe
e i botti, lontano la ragazzetta
sale su un masso per guardare meglio
pulsando il sangue come nei film
quando arrivano i nostri,
a valle nella città i morti che
lei non sa, non conosce, batte le mani,
avanti, l’aria si elettrizza.
A valle gli ultimi lutti, atrocità
nascoste per ora fusoliere,
fumo e scintille, pura potenza
in movimento. Lei vive, c’è
vivente tutto s’allarga,
la fine della guerra.

















