“Al termine del viale principale, imboccando la strada laterale che avevo percorso tante volte da ragazzo, la villa dei Rubino conquistò il parabrezza come una dichiarazione di resa. Il cancello era aperto per metà su un giardino regredito a vegetazione spontanea. (…)
Scesi dalla macchina, attraversai il cancello e solo allora mi accorsi che, semiemerso tra le ortiche e le barbe di capelvenere, c’era lo stupor mundi di tanti anni prima. (…) Quando ancora non avevo mosso il primo passo sulla scalinata, si aprì la porta d’ingresso ed eccolo… Eccoci ancora insieme. (…) Sorrise – un pieno, reale, gentile sorriso d’amicizia e quindi disse: “Scommetto che se mi avessi visto per la strada, non saresti riuscito a riconoscermi”, disinnescando il mio imbarazzo e i miei sensi di colpa ma dando allo stesso tempo un colpo ben assestato alle certezze su chi dovesse consolare chi. Ci fu un abbraccio delicato e pieno di attenzione, durante il quale ognuno cercò di calcolare al millimetro quanto bisognava stringere per trasmettere calore umano ma non turbare l’altro.”
Nicola Lagioia






L’Associazione Italiana Cultura del Tè e l’Istituto Confucio presso l’Università Ca’ Foscari Venezia organizzano il corso 

Pubblico qui l’introduzione del progetto 