di Giacomo Sartori
L’unica soluzione sarebbe spianare le montagne, in modo da permettere finalmente allo sguardo di spaziare, all’aria di circolare, al sole di tramontare sulla linea dell’orizzonte, alle idee di maturare serenamente. Il grigio svanirebbe, al suo posto farebbe capolino la gaiezza. Anche il consumo di etanolici distillati locali diminuirebbe drasticamente, una volta reintrodotte la luce e la gaiezza. Certo costerebbe parecchi soldi, certo ci sarebbero dei grossissimi problemi tecnici per lo smaltimento dei detriti – montagne di detriti, letteralmente – ma credo che ne varrebbe senz’altro la pena. Anche la magnifica Venezia non esisterebbe, se non avessero piantato milioni di pali di quercia – ottenuti radendo intere foreste – nell’acqua della laguna. È inutile tirarsi indietro alla minima difficoltà, quando è questione di assicurare un avvenire alle generazioni future. Si potrebbe più pragmaticamente mirare a dei risultati provvisori: spianare tanto per cominciare le montagne più alte e scoscese, quelle con più neve sopra, con più infrastrutture turistiche.
Ma non è detto che anche rasando le montagne tutti i problemi sarebbero risolti.





di Giacomo Sartori




di Gianni Biondillo