[Si riprende la lettera pubblicata dal manifesto il 18.01]
di Franco Lattes Fortini
Quello che segue è un testo scritto quasi 20 anni fa da Franco Fortini. «Il manifesto» lo pubblicò il 24 maggio del 1989. Rileggerlo fa una certa impressione. Perché i problemi e gli interrogativi che pone rimangono ancora oggi aperti e sostanzialmente immutati. Semmai «solo» aggravati.
Ogni giorno siamo informati della repressione israeliana contro la popolazione palestinese. E ogni giorno più distratti dal suo significato, come vuole chi la guida. Cresce ogni giorno un assedio che insieme alle vite, alla cultura, le abitazioni, le piantagioni e la memoria di quel popolo e – nel medesimo tempo – distrugge o deforma l’onore di Israele. In uno spazio che è quello di una nostra regione, alle centinaia di uccisi, migliaia di feriti, decine di migliaia di imprigionati – e al quotidiano sfruttamento della forza-lavoro palestinese, settanta o centomila uomini – corrispondono decine di migliaia di giovani militari e coloni israeliani che per tutta la loro vita, notte dopo giorno, con mogli, i figli e amici, dovranno rimuovere quanto hanno fatto o lasciato fare.









