
di Gabriella Stanchina
Domenica ho visitato il Palazzo d’Estate, la residenza estiva dell’Imperatore. È un luogo di stupefacente bellezza, simile alle antiche miniature indiane e persiane che raffigurano il paradiso. Da una collina verde di pini e cipressi punteggiata di padiglioni e templi si scende verso l’armonioso e vasto abbraccio di un immenso lago, che da solo occupa i tre quarti della superficie del parco. Lungo il lago, attraversato da traghetti a forma di dragone, isole e pagode sono collegate da candidi ponti dalle ardite curvature. Sul lungolago un corridoio a colonnato unisce palazzi e giardini nascosti, rocce dalle forme suggestive e una gigantesca nave di marmo screziato fatta scolpire e adagiare sull’acqua dall’avida imperatrice Cixi. Ho sostato a lungo in cima alla collina contemplando il Padiglione della Fragranza del Buddha. Edificato per ospitare una statua di tre metri in bronzo dorato della dea della compassione Kuanyin, il padiglione sorge su tre piani coperti dalle caratteristiche tegole cilindriche giallo oro e sostenuti da un gioco di colonne e architravi in legno. Ogni più piccolo elemento architettonico è dipinto a colori vivaci, blu cobalto, rosso, verde, intarsiati in un’infinita fioritura di forme geometriche, cornici, fiori e draghi.


















