[Pubblichiamo una risposta di Leonardo Palmisano all’articolo di Camon uscito oggi su La Stampa.]
di Leonardo Palmisano
Un coro di condanne accoglie la frase di George Steiner sui giamaicani: «Sono profondamente anti-razzista – dice in sostanza -, ma non mi piace che dei giamaicani vengano ad abitare vicino a me». Dunque: rispetto per gli altri, apprezzamento per i loro usi e costumi, ma finché non vengono a contatto con me: se mi toccano, mi riservo di far scattare la mia reazione di rigetto. Perché loro, vivendo la loro vita, m’impediscono di vivere la mia.
Temo, purtroppo, che Steiner abbia ragione.
Ferdinando Camon, La Stampa, 04.09.2008 [leggi l’articolo].
Gentile Camon,
mi permetta di dirle che le parole razzismo e anti-razzismo sono state usate in maniera impropria tanto da lei quanto, eventualmente, da Steiner.
Sarebbe bastato che Steiner dicesse che non può sopportare la musica ad alto volume dei suoi vicini, senza sottolineare che si tratta di giamaicani, e tutto sarebbe stato più chiaro e onesto.













