di Christian Raimo
Come forse si poteva anche prevedere, il disastro elettorale di aprile (al confronto del quale lo sbandamento della “gioiosa macchina da guerra” appare oggi come un incidente di percorso) si è portato dietro anche un’implosione linguistica. Due aggregati pseudopolitici partoriti in fretta come il Pd e la Sinistra Arcobaleno si sono sbriciolati soprattutto contro se stessi, invalidando di fatto la possibilità di utilizzare anche in futuro il misero repertorio valoriale che avrebbero voluto tesaurizzare: cose come “il modello Roma” o un antagonismo di classe atomizzato. E quindi obbligando chiunque voglia riaversi da questo ground zero politico, a ripartire sicuramente non “da qui”, ma “da altrove”, a cercare qualunque altro tipo di riferimento ideale, di germe identitario per dare vita a qualcosa che possa chiamarsi sinistra.










