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Vertigine. Nuova serie.

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di Francesco Raiola

(Vertigine, il periodico di scrittura e critica letteraria curato da Rossano Astremo, dopo tre anni e la pubblicazione di sei numeri autoprodotti, cambia totalmente pelle. Verrà presentato domenica 28 maggio, presso il Fondo Verri di Lecce, a partire dalle ore 20, il primo volume della nuova serie della rivista, pubblicato dalla Luca Pensa Editore. Anticipiamo uno dei pezzi della sezione inedita della rivista, Tritature, dedicata al recupero di libri passati sotto silenzio nella scorsa stagione editoriale. Per maggiori informazioni sulla rivista basta guardare alla fine dell’articolo. P.S.)

Sostenibile a chi?

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di Maria Luisa Venuta

“È sostenibile”. È affermazione che si sente spesso. Sostenibile può essere un lavoro. Sostenibile è una vita o anche una sola decisione. Sostenibile come? Sostenibile quanto?
Dietro al termine di sostenibilità si nascondono diversi concetti e interpretazioni. Due documenti ufficiali ne definiscono le basi concettuali: l’Agenda 21 votata in conclusione alla conferenza UNCED di Rio de Janeiro nel 1992 e il Rapporto Bruntland del 1987.

La frontiera nascosta

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copertina di Marino Magliani

[Marino Magliani ha appena pubblicato uno splendido libro. Questo. Gli ho chiesto, per festeggiarne l’uscita, un racconto, che lui prontamente ci regala. Un inedito che ha sapore e luoghi del suo romanzo. Buona lettura.]

La piazza era senza fumo. Zanellu era stato dappertutto. Il mattino davanti ai bar di chi bottava la scuola, sotto le palme dove i ragazzi temevano di più il passaggio di un genitore o di un professore che quello di una volante. Segno che fumo non ne girava, poi sotto i portici, dove la puzza di hascisc non contaminava l’ aria da tempo, gente curva, seduta sulla spalliera delle panchine, mezza tappata da altri, intenta a fabbricare castelli, visione gratificante che precedeva un arresto, un sequestro, una denuncia, un complimento del questore. Niente. E il questore chiedeva risultati.

Fascismo naturale

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anatomia della battaglia.jpgSu Anatomia della battaglia di Giacomo Sartori

di Stefano Zangrando

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Sul risvolto di copertina di Anatomia della battaglia di Giacomo Sartori (Sironi 2005) ho trovato una delle più chiare e puntuali presentazioni in cui mi sia imbattuto negli ultimi tempi. I primi due paragrafi espongono la cosiddetta fabula, ossia l’intreccio ridisposto in una sequenza cronologicamente ordinata: scopriamo così che il romanzo è la duplice storia, ambientata per lo più in Trentino, di un rapporto umano, quello tra un figlio e il padre ex-soldato fascista, e della lenta morte di quest’ultimo a causa di un cancro. Il terzo paragrafo è un’introduzione critica breve ma istruttiva, il cui merito principale è quello di presentare Anatomia della battaglia come un romanzo senza attributi di genere, definendolo invece «un romanzo sull’ambiguità del sentimento eroico».

MILANO FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA

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La casa della poesia

(Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia)

19 – 21 maggio

La Restaurazione

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ferdinandoI.jpgovvero il sesto capitolo di Prove tecniche di romanzo storico

di Marco Palasciano

1.

Napoli, 9 giugno

Tronfio, gonfio, il Borbone…
…a un asino siciliano bardato a festa…
Due bravi dalle crocchie reticellate, col baffutissimo ceffo che era un’avvisaglia di morte…
…le povere lumachine che avevano invaso il suolo inumidito dalle recenti piogge di lacrime…
Il sangue delle lumache si meschiava – bella variante: meschiava
Non solo a Capua ma pure a Napoli l’Austria aveva…
…su mandato dell’ONU.
I napoletani che non volevano lasciarsi strappare…
…ammansiti, festavano…
…rivoltose solo le gabbane…
…Ferdinando IV, che sull’isola s’era incapricciato di farsi chiamare Ferdinando III, e ora s’incapricciava di farsi chiamare Ferdinando I, per sentirsi più giovane…
…vecchione di sessantaquattr’anni…
…sul suo asino…
…bravi…

Storia di una strada

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 di Sergio Garufi

 storia di una strada.jpgLa vecchia strada della Valcellina in Friuli, che fu un tempo via di servizio alla diga, ma anche percorso che collegava i paesi della valle alla pianura sottostante, è la protagonista del bel volume fotografico di Max Rommel corredato dalle ottime prose di Marissa Morelli (Storia di una strada, pp.108, euro 25, M&B, 2004). Le immagini in bianco e nero dei paesaggi attraversati dalla strada e dei volti che la calcarono ci restituiscono lo spirito più autentico del luogo, che non è altro che una memoria profonda, che conserva e tramanda le tracce mnestiche di un passaggio, qualcosa che lascia un segno sulla materia inerte e con quel segno le infonde vita.

Il ritmo delle cose

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di Evelina Santangelo

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“Un uomo che aveva stabilito di fare una cosa e si trovò a farne un’altra diversa che non aveva nessuna importanza”. Così si potrebbe sintetizzare, usando i pensieri stessi di Noel Boyle, protagonista di The swing of things (pubblicato in Italia, con il titolo Il ritmo delle cose, dall’editore Sartorio, pp.334, €16,00), la storia raccontata, ma sarebbe meglio dire, agglutinata tra le pagine del secondo romanzo di Sean O’Reilly, considerato dal prestigioso “Irish Time”, nonostante la giovane età, tra i cinquanta migliori romanzieri irlandesi di tutti i tempi.

MM1, linea rossa (sangue)

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camminamilano  di Piero Colaprico 
  

Mi piacerebbe che fosse una specie di gioco. Un gioco semplice, tesoro, e poi si vince qualcosa. Si fa così: io dico il nome di una fermata del metrò e tu e gli altri raccontate quello che vi viene in mente. Per esempio: San Babila. Magari mi parlate delle fontane sbilenche e delle targhette dei prezzi nei negozi alla moda, oppure citate i teatri della borghesia e la chiesetta dove venne battezzato Manzoni, le iper-moto posteggiate sghembe o una modella che rideva. Dai, accontentatemi, che vi costa?
Ognuno, dal nostro tunnel ondeggiante del metrò, prova a farci vedere gli scorci colorati della Milano del piano di sopra. Potete tentare di scopiazzare Stendhal, Buzzati, Testori. Ma per me…
Per me può essere molto diverso, ragazzi.

da “Tic”

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docciamare_w.jpg di Emanuele Kraushaar

Non chiedere la marmellata alla mamma, per l’amor di Dio

In collegio ogni volta per prendere la marmellata eravamo costrette a vestirci da piccole pagliacce e fare lo spettacolino solito che la Madre Superiora ci diceva: “Les plaisirs sont doux” e poi ci faceva credere di essere speciali e che Dio voleva bene solo a noi. E che a noi sole dava la marmellata.
Per questo ogni volta che mio figlio mi chiede la marmellata, ho quello scatto che sempre lo terrorizza e l’altro giorno, mentre andava a scuola, mi sono accorta che ha già un ciuffo di capelli bianco come la neve.

Dicono di noi

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(Riporto un articolo di Franz Haas apparso il 10 Maggio 2006 sulla Neue Zürcher Zeitung col titolo “Lolite e capolavori. L’assenza di una critica letteraria in Italia)

Non passa settimana che il più importante quotidiano italiano non proclami l’uscita di un nuovo capolavoro letterario. L’ultimo caso è il magro romanzo di un autore anonimo che vorrebbe emulare in modo penetrante Lolita. E altrettanto imbarazzante è l’ approvazione entusiastica che il libro ha riscosso, ovverosia l’assenza della critica letteraria.

Dialogo sull’entropia – 2004

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Vagando negli archivi di Nazione Indiana con la macchina del tempo, che trovate nella colonna di destra, ho scoperto una conversazione di due anni fa tra Antonio Sparzani e Dario Voltolini che divulga piacevolmente entropia e concetti della Fisica. Me la sono gustata e la ripropongo con un indice a chi non la conoscesse già:

Ladri d’inverno

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di Maurizio Rossi

Alla villa ancora fredda, dai larghi camini accesi una sola volta all’anno, le grandi vampate rossicce risalivano riverberando fameliche lungo i muri, sparpagliandosi in rivoli e tentacoli di calore che facevano più pungente la sera e turbate le ombre. Davano la caccia all’umido e al chiuso di muffa raccolti dentro macchie bigie che sapevano di stantio, di vecchi mobili cerati e di nascondigli a cassettoni per i fucili lucidati e gli scovoli, le cartucce e i proiettili, le bombe e i razzi.

Voyeurismo e flânerie

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di Sergio Garufi

acconci.jpgIn un’intervista recente, parlando a proposito del suo ultimo libro intitolato Finestre di Manhattan, Antonio Muñoz Molina ha detto che “la situazione perfetta per uno scrittore è quella di poter vedere senza essere visto. Io non mi stanco mai di stare alla finestra o di passeggiare”. La frase dell’autore andaluso non è particolarmente arguta o memorabile, e tuttavia ha il pregio di indicare due tra i più diffusi modelli rappresentativi del Realismo nell’arte e nella letteratura contemporanee. Gli incunaboli di questi modelli risalgono più o meno agli stessi anni (1835-40), e sono dei racconti ambientati a Londra opera di scrittori americani. Si tratta de L’uomo della folla di Edgar Allan Poe e di Wakefield di Nataniel Hawthorne.

Il Leviatano

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s37.jpgovvero Il migliore dei mondi

di Arno Schmidt

traduzione di Rosanna Berardi Paumgartner ed Emilio Picco

[Presento un ampio estratto di uno dei racconti più importanti di Arno Schmidt, pubblicato in Italia nel 1966 e ormai introvabile.
*
Berlino, 20 maggio 1945. Sotto gli incessanti bombardamenti russi, si riunisce un’improvvisata compagnia composta da un sottufficiale della Wehrmacht allo sbando (la voce narrante), Hanne (suo platonico amore di gioventù, casualmente ritrovata), un pastore protestante accompagnato da moglie e figli, due Hitlerjugend, alcuni anziani e qualche bambino. Insieme si impadroniscono di un treno e tentano di allontanarsi dalla città.]

(…)

Udite, udite: Un soldato chiacchierava con i ragazzetti della Hitlerjugend (e le ragazze del BDM annuivano convinte): «Abbiamo ancora delle risorse; vinceremo. Il Führer sta seguendo una tattica ben precisa: prima li attira tutti nella trappola, e poi interverranno le armi segrete». Uno dei ragazzi interloquì: «Del resto, Goebbels ha affermato testualmente: “Quando ho visto l’effetto delle nuove armi, mi si è fermato il cuore”. E fra tre anni tutto sarà di nuovo ricostruito, più bello. I progetti stanno già tutti bell’e pronti nella scrivania del Führer». E così via. E i loro occhi balenavano come vetri di manicomi in fiamme! Sarei felice, se il genere umano avesse fine. Nutro la ben fondata speranza che entro i prossimi – facciamo – cinquecento o, al massimo, ottocento anni esso si sarà autodistrutto completamente. E sarà una cosa ben fatta.

“Lavoro da fare” di Biagio Cepollaro

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E’ uscito l’ultimo libro di Biagio Cepollaro: Lavoro da fare (2002-2005) www.cepollaro.it/LavFarTe.pdf
con postfazione di Florinda Fusco.

ora ti tocca prendere
questo dolore rancido
e portartelo ovunque
con te: puzza, certo,
come ogni cosa che viva
è andata a male senza
per questo sparire
ma non hai scelta:
è roba umana comunque

Tempo e dolore nella società degli uomini

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di Stefano Petrocchi

“Lo Scellerato” per l’Accademia degli Scrausi

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I ragazzi sono tornati a scuola, come ogni anno a settembre. Il tempo a una certa età sembra scorrere in modo circolare: cambiano i luoghi delle vacanze, i professori, le materie di studio, eppure tutto riposa su una struttura immobile. Per questo, contrariamente a quanto si pensa, il primo giorno di scuola, la prima sigaretta, il primo bacio sono tanto importanti quanto i secondi. Nessuno potrebbe crescere se non ci fosse la possibilità di una seconda volta – credere in un tempo reversibile è il privilegio e la necessità del non essere adulti.

Gli amici della Canottieri Lazio – una fiction dai primi anni ’90

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Ripubblico questo pezzo al limite del sentimentale uscito due anni fa sulla rivista “accattone”

di Christian Raimo

Giochiamo a calcetto il giovedì. A parte ieri che era partita di torneo, in genere è dalle undici a mezzanotte, sul campo coll’erbetta vera, che manco a Manchester ce l’hanno così. Siamo sempre i soliti più o meno, con alcuni ci conosciamo dall’università. Le squadre anche, sono pressappoco le stesse, e ormai si sono standardizzati anche i ruoli, i nomignoli, e il gergo dello spogliatoio. Io sto in porta, e gli altri che stanno con me sono Attilio, Cesare dietro, Renato e Giovanni davanti.

“Ci vediamo domenica pomeriggio a Booty Bay, per la gara di pesca!”

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 di Matteo Esposito

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Booty Bay è un villaggio di pescatori all’estremo sud delle terre occidentali; poche case di legno forse ricavato da vecchie navi sono ammassate l’una sull’altra, a semicerchio, nella baia che guarda le spalle alla grande statua del goblin-cristo-redentore. Il cielo è blu, limpido, alla sera si fa rosso fuoco e la notte le stelle scintillano sopra un mare sempre calmo. Tutte le domeniche un goblin lancia la sfida della Fishing Extravaganza: il primo che gli porta quaranta esemplari di una certa specie, pescati sulle spiagge di Stranglethorn Vale, si aggiudica un bel premio.

Prima della pensione

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di Thomas Bernhard

dal 4 al 21 maggio

al Teatro Aperto

il Cairo a Milano

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bambini“In uno stabile di inizio secolo, a Milano, convivono famiglie che arrivano da ogni parte del mondo e che hanno saputo integrare le loro “differenze” creando un microcosmo di grande modernità sociale. 35 artisti internazionali tra i più noti nell’impegno sociale, si confrontano con gli abitanti, creando installazioni Site Specific negli appartamenti, cantine, cortili, solai e sui ballatoi divententando tappe di un percorso di integrazione culturale e sociale specchio della città post-contemporanea, dove il rispetto delle differenze è OPERA e AZIONE della cultura.”

Da giovedì 11 a domenica 14 maggio a Milano in via Boiardo 11, MM1 Turro dalle 16 alle 20 ingresso libero.

Informazioni, programma, artisti e documenti su Il Cairo.