di Silvio Mignano
12 agosto e 7 ottobre 2007
La pallina rimbalza con uno schiocco secco, tac, ciottolo o dado d’osso, sbatte contro l’interno del palo, un toc sordo, ed entra in porta con un rimbombo gutturale, ingoiata dal rettangolo buio. I giocatori, incardinati sulle sbarre di metallo già tutto arrugginito, hanno divise a strisce gialle e nere o tutte celesti, dipinte alla meno peggio, uno sbaffo color tuorlo d’uovo si arrampica sulla nuca del centromediano metodista, tagliandogli in due la capigliatura scura aderente al cranio un po’ oblungo. Attorno, pubblicità della Coca-Cola o dei telefoni Entel, tracciate da una mano che a un certo punto, si vede, si è fatta più incerta, tradita dalla stanchezza, dalla ripetitività, o da un’imprevista emozione.




di Beppe Sebaste