di Luigi Meneghello
A lezione una giovane dai lunghi capelli, che pare disegnata da Ciarrocchi, mi ha domandato che cosa vuol dire deorum manium jura sancta sunto. Eravamo verso la fine dell’ora, mancava un quarto all’una.
Ho confessato che da ragazzo credevo volesse dire: “I morti hanno un loro mondo giuridico: rispettatelo”. Ho detto che ogni volta che da adulto ho corretto questa assurda interpretazione fantastorica (per me altamente suggestiva) mi sono poi dimenticato di averla corretta, e ho continuato a vivere come se quella fosse l’interpretazione vera. Naturalmente una frase di questo tipo non possiamo domandarci che cosa vuol dire in assoluto, solo che cosa voleva dire a suo tempo. Qui penso che c’entri il culto dei morti: i decreti, le consuetudini relative a questo culto, gli “jura” dei morti. Quali fossero di preciso non lo so. Diciamo che in pratica si intendesse dire tra l’altro “Si dispone che i giuramenti fatti invocando i morti siano trattati come sacri”. Poi, ancora più in pratica, ho detto, questo potrebbe voler dire varie cose, per esempio “Lo stato s’impegna a far rispettare le promesse fatte nel nome dei morti”, oppure “La legge dispone che siano punite le dichiarazioni false fatte chiamando a testimoni i morti”.







di Gianni Biondillo
Mia figlia Francesca ha 4 anni. Ieri, mentre pensavo all’eventualità di dedicare il Contrappunti odierno alle ultime notizie sulla lotta alla pedofilia in rete mi è venuto in mente di estrarre il cellulare e scattarle questa foto. Dateci una occhiata: mi serve come premessa (e come difesa) a quanto sto per scrivere.