di Christian Raimo
Una Chiesa democratica e una Chiesa reazionaria: questa è l’immagine di contrapposizione che – tratto dopo tratto – si disegna nella società italiana. Ogni giorno si aggunge a un altro piccolo dettaglio, che rende l’insieme sempre più amaro. Giusto una settimana fa Andrea Rivera – che si definisce cattolico nelle interviste (gli piacciono i preti coraggio e San Francesco) – sul palco del primo maggio attaccava la Chiesa (“non si è mai evoluta”), nel giro di ventiquattr’ore l’Osservatore romano replicava paventando una deriva terroristica, collegando implicitamente le battute populiste con le pallottole recapitate a Bagnasco.
Che sta succedendo? Quello che l’ecumenismo e il carisma di Giovanni Paolo II riusciva a tenere unito ora pare esplodere. A scadenza quotidiana sulle prime pagine dei giornali abbiamo a che fare con un esponente della società civile che si sente attaccato da un esponente della Chiesa, o viceversa. Bindi contro Ferrero, Grillini contro Bagnasco, don Benzi contro don Barbero… ma dev’essere per forza così pieno di astio e incomprensione il confronto?


di Gianluca Morozzi



