di Christian Raimo
Quattro persone vengono trucidate in casa. Una donna, suo figlio, sua madre, una signora che viveva al piano di sopra. Accade in un paesino della Brianza. Da subito si pensa che sia stato il marito della donna. Che è tunisino, ha avuto a che fare con giri di droga, è stato in carcere, aveva screzi con la famiglia della moglie. Si crea immediatamente una contrapposizione tra comunità. I Calderoli e i Gasparri d’Italia puntano l’indice contro l’uomo, sottintendendo: “Siamo noi la comunità sana”, non quelli usciti con l’indulto. Poi si scopre che l’uomo è innocente, gli assassini sono in realtà altri due vicini di casa. Anche loro avevano dato vita a una microcomunità domestica, fondata su valori incompatibili con l’esterno. Isolati, con pochi contatti col mondo, in rotta anche con le famiglie d’origine, non sopportavano neppure i rumori del vicinato. Questa ostilità assoluta, e il delitto stesso, li aveva uniti in una forma di fortissima solidarietà a due.

di Sergio Garufi

di Marco Rovelli
immagine di Altan in http://www.focus-magazine.info/vignetta78.htm