di Paolo Cesano
Don Verga, star mediatica di contenitori pomeridiani domenicali per famiglie unite e single gay socialmente modesti, presenza moderata, schietta di spazi televisivi da cinquantatremila euro al mezzominuto, opinionista mite ma intransigente, bonario ma cavilloso, basso di statura ma piazzato e telegenico, fa il suo ingresso, in quanto guida spirituale, amico e confessore, verso le 20.30 nel nuovo spettacoloso appartamento da poco ristrutturato con materiali Touch & Feel e arredato senza badare a spese secondo l’ottimo gusto crossover della padrona di casa – non più giovane speranza di un ovvio giornalismo culturale da merende assessorali – in tempo per l’aperitivo a base di crostini caldi spalmati di paté, pizzette e scenografiche scaglie di grana in letto di foglie di rucola.






