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Simmetrie e coefficienti di correlazione

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ovum.bmpdi Sergio Garufi

Platonici si nasce, e io, modestamente, lo nacqui. Me ne resi conto un giorno di 8 anni fa, quando un amico, che conosceva la mia passione per Houellebecq e Cioran, mi consigliò di visitare un sito in rete che elaborava dei coefficienti di correlazione fra autori diversi, ossia stabiliva matematicamente quanto due variabili statistiche x e y fossero collegate fra loro. Il risultato per il rumeno e il francese era di 0,98. In sostanza, a un estimatore dell’uno non poteva non piacere l’altro.

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sabato 20 gennaio 2007, ore 20:30, LA CAMERA VERDE, Roma

— Via G. Miani 20, Ostiense —

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lettura di testi di
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Gianluca Gigliozzi,
Marco Giovenale, Giuliano Mesa, Massimo Sannelli, Michele Zaffarano

e traduzioni da
K. Silem Mohammad, Christophe Tarkos, Helmut Heissenbüttel,
Rodrigo Toscano, Jeamel Flores-Haboud, Jean-Michel Espitallier

[ 2 ]

Secondo incontro di lettura di redattori del sito e autori, dopo la data presso la Casa della poesia (23 novembre 2006, Milano). A Roma il 20 gennaio saranno letti testi in italiano, e traduzioni in italiano di testi comparsi o di prossima pubblicazione su GAMMM. Direzione e cura della jam-session: Giovanni Andrea Semerano, Centro culturale LA CAMERA VERDE, via G. Miani 20, Roma.

Il fratello oscuro: un ritorno a Napoli

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di Cristiano de Majo

Piazza Cavour. Non lontano da qui può capitare che qualcuno nella notte spari colpi di kalashnikov sulle vetrine dei negozi (è successo durante la notte di Capodanno), e tuttavia non è più la piazza dell’assalto alla diligenza, del caos violento e sconsiderato di un tempo. Come si dice in gergo è stata ri-sistemata dopo l’apertura della fermata della metropolitana collinare. E ora, in questo pomeriggio di gennaio, potrebbe sembrare persino un luogo placido, un luogo dove fermarsi a guardare i gruppi di mamme e figlie che passano in rassegna i negozi di scarpe e di pelletteria, un luogo dove stare. All’imbocco di via Foria passo affianco a una fila di bancarelle cariche di chincaglieria cino-napoletana allestite per le compere della befana.

Esor-dire. Due giorni di conversazioni sul pubblicare la prima volta

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Il 18 e 19 gennaio in occasione dell’Universiade Invernale Torino 2007 la Scuola Holden con il sostegno della Regione Piemonte, organizza Esor-dire, due giorni di eventi e incontri fra Torino e Bardonecchia sulla formazione e il debutto nel mondo dell’editoria, dedicati a scrittori esordienti e aspiranti scrittori under 35.

A Torino: un INCONTRO tra editori e scrittori esordienti in collaborazione con Il Circolo dei Lettori; a Bardonecchia: PROVE D’AUTORE e un TORNEO LETTERARIO con il sostegno del Comune di Bardonecchia.

Esor-dire nasce dall’idea di coniugare l’esperienza pluriennale della Scuola Holden nella didattica per la narrazione con lo spirito delle Universiadi, una manifestazione sportiva e culturale internazionale che mette a confronto giovani talenti con voglia di emergere e di crescere. In questi due giorni gli aspiranti giovani autori avranno l’occasione di incontrare importanti editori italiani che lavorano con gli esordienti, per presentare i loro testi.

Monoscopio segreto (n-z)

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di Franz Krauspenhaar 

Ancora una volta dobbiamo ringraziare la nostra buona stella!Le stelle sono tante/milioni di milioni/la stella di Negroni/ vuol dire qualità!

eccolo ancora davanti al cartone
e tutte quelle stelle che girano
all’impazzata, intorno
a un salame, che ha gustato
nella michetta croccante;
un regalino da fare
ogni tanto, che la mamma
gli consola così, la vita
non troppo spiritosa

Verità o fede debole?

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La Feltrinelli Librerie via Manzoni, 12 Milano Mercoledì 17 Gennaio alle ore 18.00 presentazione Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo
di Gianni Vattimo e René Girard.
Intervengono: Gianni Vattimo – Pierpaolo Antonello – Giulio Milani
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La Feltrinelli Librerie piazza Ravegnana, 1 Bologna Venerdì 19 Gennaio alle ore 17.00 presentazione Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo
di Gianni Vattimo e René Girard.
Intervengono:
Gianni Vattimo – Pierpaolo Antonello – Marco Rovelli
Per informazioni sul libro vedere qui.

Messi male

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di Stefano Massaron e Leonardo Pelo

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“Va’ che figa…”
“Sì, è sempre lì, e alla sera si illumina pure.”
“Che culo.”
Leo si avvicina alla mia finestra. Appoggia le mani sul davanzale e guarda Paola Barale sull’enorme cartellone pubblicitario di Vogue Occhiali che occupa la facciata del palazzo di fronte.
“Mica tanto”, dico senza nemmeno voltarmi. “Tra poco ci sono le europee e lì ci metteranno la faccia.”
“E le promesse.”
“Già. Alle ultime politiche c’era Il Presidente Operaio.”
Leo ridacchia. “E ti sentivi a casa?”
“Sì… a casa sua.”
* * *

Due punti e a capo

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di Andrea Cortellessa 

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Pubblico con molto piacere un articolo di Andrea Cortellessa apparso sull’Indice dei libri del mese del 3 marzo 2006. Nell’articolo viene descritta una nuova iniziativa editoriale generata dall’intelligenza e dalla passione di alcuni ragazzi di Palermo, che suggerisco di seguire con attenzione. Grazie ad Andrea Cortellessa e in bocca al lupo ai ragazzi di :duepunti.

Nel tempo dell’editoria senza editori, per dirla col pamphlet di André Shiffrin col quale qualche anno fa il compianto Alfredo Salsano mise a rumore il quartierino della cultura italiana, il nascere e prendere forma d’un piccolo editore ‘di progetto’ – che preferisca, cioè, l’indispensabile ‘mangiare per vivere’ al compulsivo ‘vivere per mangiare’, e insomma pubblichi solo titoli che rientrino in una precisa linea culturale, prima che commerciale e di management – assurge ad evento inopinato, tra favoloso e teratologico, che merita d’essere ammirato come uno spettacolo naturale. Bello in sé, ma ancora più struggente per la sua sempre maggiore rarità.

Lingua Sovrana – 1/ L’Origine della Lingua: il Dono

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di Marco Rovelli

Nel De vulgari eloquentia Dante – contro la parola della Genesi, dove la prima a parlare è Eva – afferma che la prima parola del linguaggio umano è stata pronunciata da Adamo. E questa parola è stata il Nome di Dio: El.

La prima parola di Adamo, dunque, è una corresponsione al dono di Dio (al dono della lingua). E’ l’invocazione del suo Nome. El. Ma non c’è scopo, in questa enunciazione. Adamo non comunica niente, a nessuno.

Due fatti (diversi): il primo

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di
Francesco Forlani
altan78.jpgimmagine di Altan in http://www.focus-magazine.info/vignetta78.htm

Quando ho letto la notizia non credevo ai miei occhi . Scoperto a Torino un centro in cui i clienti di un fantomatico salone di massaggi si facevano non solo insultare e infliggere pene corporali, ma in più pagavano. Dobbiamo a questo punto immaginare che tali pratiche dovevano essere particolarmente spinte per motivare l’irruzione nei suddetti locali di carabinieri e forze dell’ordine, proprio lì e non, ammettiamo, al ristorante La parolaccia , a Trastevere dove se è vero che ti insultano, pesantemente, è altrettanto vero che almeno ti fanno da mangiare (e mi piacerebbe sapere da uno dei dieci lettori dei miei post su NI se c’è stato e soprattutto se si mangia bene) salvo poi, pare, darti una mazzata finale col conto.

DO YOU SPEAK ENGLISH?

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di Alessandro Raveggi

Hanno quel non so che dell’umanità, e degli ispettori dell’autobus sulla cinquantina facilmente individuabili tra la folla, per un certo qual modo inappropriato e rigido di portare Fruits of the Loom sotto giubbetti da giovanotti e coppole da golfista a righe cremisi e verde. Ma manipolano la serratura argentea, che si incastona come un monile nello spesso portone verde scuro, come se operassero un innesto in una fragile pianta, una pianta odiosa che produce fiori minuscoli solo dopo una lunga dedizione. Sono dentro, abbastanza rapidamente da far trasparire un certo nervosismo, tanto che inciampano l’uno sull’altro. Nessuno però li ha visti, dalla strada, nonostante sia ancora ora di mercato. Bert manda a quel paese Gil, fa come per tirargli uno schiaffo. Chiudono la porta rimasta leggermente aperta. Bert accenna col mento a Gil verso la porta, che, muto, chiede spiegazioni shakerando le mani.

Monoscopio segreto (a-m)

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di Franz Krauspenhaar

Il bimbo, alla televisione,
sta seduto a un metro
da quelle luci a due soli
colori, e sente e vede
come ad un circo
o allo zoo
strani animali:

Appunti per un esilio. Un racconto di Kafka e alcune domande

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di Nadia Agustoni

C’è nell’umano un estremo frangente che tocca la nostra capacità di comprendere e fa sì che non si chieda a questo comprendere una semplice conferma del nostro essere umani ma di aprire uno spazio che ce ne mostri il limite. L’artificio che cela il nostro sovraccarico di dolore e di dolente corporeità diviene a tratti, per pochi momenti illuminati, il farsi portatori/portatrici di una dimensione esiliata e resa afona, che nemmeno le parole di una lingua abitata possono tradurre.

In Una comunicazione accademica (1) un suo breve racconto, Kafka dispiega in pochissime pagine una sapienza narrativa e una misura molto rare. Tocca materiale incandescente con un tono profondo, ma insieme lieve, che apre solchi e li cicatrizza quasi in un istante medesimo. Non trascura però, in quel poco tempo, di farci scorgere un abisso a cui la pacatezza della voce narrante ci conduce tenendoci per mano perché non ce ne venga troppo male. Eppure il dolere è acutissimo.

Vita di Pier delle Vigne nel racconto di lui medesimo, presso i miseri resti dell’arco trionfale di Federico II di Svevia

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da Le strade e le storie di Capua, dialogo didascalico in otto quadri

di Marco Palasciano

[Entra, procedendo tastoni, PIER DELLE VIGNE con gli occhi coperti da una benda insanguinata]

PIER
O beato Raimondo delle Vigne,
aiutami, tu e santa Caterina!
Chi è laggiù? Ascoltatemi voi, almeno.

GUIDA
Ma chi è quel poveretto?
Vi ascoltiamo. Chi siete?

Complementarità e dintorni 1

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di Antonio Sparzani

Cosa suggerisce questa parola? Suggerisce che a proposito di qualche teoria, o idea, o oggetto del pensiero, vi siano due aspetti, presenti entrambi, che si completino l’un l’altro, che solo se considerati assieme forniscano una conoscenza adeguata dell’oggetto d’indagine. È un concetto, per fortuna, non perfettamente e rigorosamente stretto nelle maglie di una serrata definizione, ma fornisce una traccia, un’euristica, un criterio: un criterio per proseguire nell’indagine, quando non si sta seguendo un cammino nettamente indicato da una catena di sillogismi, ma un sentiero che necessita ad ogni passo, per capire la giusta direzione, di facoltà meno chiaramente individuabili, dette talvolta intuitive, che fanno dunque appello a quel bagaglio di nozioni, schemi di pensiero, ricordi di procedure che sono in un dato momento presenti nello sfondo concettuale di ogni ricercatore, come di ogni essere umano.

La scienza pesca le parole dal linguaggio naturale e poi le fissa come pare a lei.

Finta plastica

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 chapman.jpg di Paolo Cesano

 Don Verga, star mediatica di contenitori pomeridiani domenicali per famiglie unite e single gay socialmente modesti, presenza moderata, schietta di spazi televisivi da cinquantatremila euro al mezzominuto, opinionista mite ma intransigente, bonario ma cavilloso, basso di statura ma piazzato e telegenico, fa il suo ingresso, in quanto guida spirituale, amico e confessore, verso le 20.30 nel nuovo spettacoloso appartamento da poco ristrutturato con materiali Touch & Feel e arredato senza badare a spese secondo l’ottimo gusto crossover della padrona di casa – non più giovane speranza di un ovvio giornalismo culturale da merende assessorali – in tempo per l’aperitivo a base di crostini caldi spalmati di paté, pizzette e scenografiche scaglie di grana in letto di foglie di rucola.

Nuovi canti da Post

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di Francesco Forlani
dedicato al fratello Andrea Inglese

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Post: far sbattere la testa dell’avversario contro uno dei quattro paletti rivestiti di gommapiuma del ring (da dizionario del Wrestling)

Il primo che sarà a cadere un tifo assurdo
risuonerà per volti e bocche aperte
faranno a gara il vivo con il morto

e riderai (lo so) che riderai

Dal Manifesto Comunismo Dandy

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di
Francesco Forlani
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Art.87 del Manifesto,detto anche degli animali domestici

“Ne se mettre à genou que pour cueillir une fleur”
Jacques Brel

Il cane del comunista dandy

Il cane del comunista dandy non dice bau bau, ma warf warf perché la sua matrice è anglosassone. A differenza del pit-bull detto anche o’ cane assassine, il ccd non fa paura anzi, ispira tenerezza e certi suoi sguardi sono di un’umanità che tanto bene farebbe ai nostri politici. Il cane del comunista dandy a differenza degli altri quando si accoppia in strada, e lo fa spesso, non assume pose ridicole e non fa espressioni che vorrebbero essere di indifferenza. La sua proverbiale socialità fa di lui più che un animale di compagnia un compagno dì animalità, quella che condivide con il proprio complice. Essendo ateo e comunista, Ni dieu, ni maître, rifiuterà ogni espressione che comporti il termine padrone,tipo; tale il cane tale il padrone, o peggio ancora il termine padroncino.

Com’è scarna la lingua della gioia

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di Andrea Inglese

Molte e diverse vie portano alla poesia, a questa persistente attività umana, a quest’arte dei suoni e dei significati. A questa poca, fittissima cosa che è il testo poetico. Una delle vie per ancora arrivarci, alla poesia, a quel poco di “poesia” di cui riusciamo, possiamo ragionare, è la fragilità.
La poesia è un’attività fragile, il fine di quest’attività è fragile (il testo poetico), e la fragilità è per certi aspetti la dimensione, la qualità saliente, entro la quale il poeta concepisce l’esistenza umana.

Piero Ciampi, uno squalo tra due margherite

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Franz Krauspenhaar intervista Gisela Scerman

Gisela Scerman è una vera esperta di Piero Ciampi. E per questo l’ho intervistata. Sul grande cantautore livornese nel settembre scorso scrissi per NI, da suo recente ma già fervente ammiratore, una specie di lettera, che potete eventualmente ritrovare qui. Gisela è nata nel 1979, un anno prima della morte di Ciampi; e nonostante la differenza di età – a riprova che la grande musica sopravvive alle mode e soprattutto allo scorrere del tempo con una forza che spesso puo’ addirittura farci pensare al sortilegio, alla magia bianca – ha addirittura scritto un libro su di lui, Piero Ciampi, una vita a precipizio (Coniglio editore), con intervista-prefazione di Fernanda Pivano, grande estimatrice di Ciampi. Un libro che parla di Piero raccontato dai suoi amici e collaboratori, dalle persone che gli vollero bene. Ad aprile, di Gisela Scerman uscirà un romanzo “sull’erotismo, l’ironia e la morte”, per Castelvecchi.

Quei cattivi allievi di Leonardo Sciascia

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di Matteo Di Gesù

Sebbene, a rileggerlo dopo vent’anni, quel comunicato del fu coordinamento antimafia che relegava «ai margini della società civile» Leonardo Sciascia faccia ancora accapponare la pelle, per i suoi toni isterici da inquisizione, fa comunque piacere che colui che lo redasse, allora imberbe studentello, ancora adesso, adducendo oltretutto a sua difesa argomentazioni tutt’altro che peregrine, non si penta di nulla, sebbene non gli mancherebbero gli argomenti per ricredersi (si veda Bolzoni su «La Repubblica» del 7 gennaio scorso). A cominciare dalla gimcana politica nella quale si è distinto negli anni successivi quello che allora era lo specchiato coordinatore del summenzionato coordinamento (per non dire di chi, ciarlando di antimafia, ha fatto una carriera politica perfino più brillante).