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Metabolismi e sostenibilità – 1

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di Maria Luisa Venuta

Oggi, 30 Ottobre 2006, si conclude a Torino l’incontro mondiale delle comunità del cibo Terra madre, la manifestazione biennale collaterale  a Slow Food. E’ la seconda edizione che porta in Italia la discussione in corso da anni sui temi della sostenibilità, della biodiversità e della capacità del sistema Terra a sostenere i consumi e gli utilizzi delle risorse naturali da parte della popolazione umana.
In questi giorni, inoltre, a fronte dell’avvicinarsi dell’inverno si ripresentano all’opinione pubblica i temi dell’emergenza degli inquinamenti atmosferici nelle città, dati da sovrapposizione delle emissioni da traffico veicolare, da combustione degli impianti di riscaldamento privati e dai processi di produzione dei sistemi industriali.
Polveri fini, riscaldamento globale, scarsità delle risorse a disposizione e perdita progressiva delle capacità di assorbimento delle emissioni e dei rifiuti stanno diventando ormai argomenti “notiziabili”, con il rischio di appiattire notizie e percezioni su un livello di allarmismo senza possibilità di innescare meccanismi di riflessione e di azione positiva.

Il colosso

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goya_colosso.jpgrisposta a Stefano Zangrando

di Antonio Moresco

   Caro Stefano, 

    ho letto la lettera aperta che mi hai indirizzato e – scusa la franchezza – mi sono cadute le braccia. Se voleva essere una confutazione di ciò che ho cercato di evidenziare nel mio scritto intitolato “La sproporzione”, si è rivelata invece la dimostrazione più eloquente di quanto sia grande questa sproporzione.

Un anno fa (circa)…

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red-cloud02.jpg

…il Furlen ovvero effeffe entrava in Nazione Indiana. Per me si tratta della più bella avventura letteraria che mi sia capitata. Grazie, allora, ai suoi fondatori, e più particolarmente agli attuali componenti, Andrea B, Gianni , Sergio , Andrea I, Helena , Franz , Giulio, Ozzy Osbourne, Mattia , Christian, Andrea R, Jan R, Massimo , Roberto, Piero, Antonio , Eric , Giorgio, Maria Luisa e a tutti i commentatori (quasi tutti)
effeffe
ps
Ne approfitto per segnalarvi che anche il titubante Sergio Garufi si è ufficialmente iscritto al Partito Comunista Dandy

Bordello blog

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di Franco Arminio

Qualche tempo fa mi era venuta l’immagine di un blog letterario come di una strada a luci rosse. Ognuno sta in vetrina a esporre la sua merce. Chi mostra i glutei, chi spalanca le cosce. Tutto un susseguirsi di merci che cercano acquirenti nella scabrosa condizione in cui i produttori di merce sono assai di più rispetto ai possibili compratori.

Attori

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di Franz Krauspenhaar
 

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La  mascella inutilmente volitiva si profila contro lo spessore del  buio, vede nella notte con i suoi occhi piccoli di faina  stupida  la figura netta e decisa del suo migliore amico. Era fin da ragazzi che si spintonavano lungo le scale della scuola, lungo quelle scale, quelle scale, quel marmo color gorgonzola lavato tutti i giorni dai due bidelli, due pseudonani senza dignità di uomini, lui credeva.
 

Sonntäglich (Domenicale)

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di Stefanie Golisch 

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Im andren Zimmer
kaut sich der Tod
Bissen um Bissen
altes Fleisch zurecht.

 

Hier kochen Würste und Polenta,
ein Kind macht Schularbeiten;
für einen Kuß noch 
wäre Platz hinter der Tür.

Il cesto di pomodori

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taglio immagine testamento di marlon brando
di Tiziana Verde

Io e mio fratello Alberto frequentavamo il liceo di un paese vicino.
L’edificio era una vecchia casa riadattata e la nostra aula conservava ancora i rubinetti e le piastrelle di quello che una volta, era stato un bagno. Su ogni piano erano stipate, dopo l’ultimo terremoto e nonostante l’inagibilità, 5 classi per un totale di più di duecento persone e bastava pestare un piede per sentire che i pavimenti ballavano.

Terra! Zu’ vs Peppe Lanzetta

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Dialogo tra Monica Zunica e Peppe Lanzetta
Napoli. Piazza Dante, le sei del pomeriggio. È l’ora in cui devo incontrare Peppe Lanzetta per una intervista. Al telefono, prima di vederci, mi aveva chiesto quale sarebbe stato l’argomento della nostra chiacchierata. Gli ho detto che avremmo parlato del rapporto che c’è tra scrittura e territorio. Quando mi vede arrivare mi sorride e, da lontano, mi mostra una copia di Repubblica piegata in due.
Mi avvicino e mi fa leggere la notizia in prima pagina: Napoli, volo cancellato per rapina.
Lanzetta stringe ancora il giornale e poi mi dice: Te lo dico da adesso. È difficile parlare di territorio quando questo territorio fa così male.
Ci facciamo uno sguardo e comincio con le mie domande.

Questa chiacchiera apparirà sul blog Nazione Indiana. Tu che rapporto hai con questo modo di fare comunicazione?

Le proporzioni del senso

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Lettera aperta ad Antonio Moresco

di Stefano Zangrando

Caro Antonio,

ho letto con affetto e perplessità i tuoi articoli sull’“emergenza di specie” apparsi recentemente su Il primo amore. [La sproporzione, Uomini o struzzi? ndr] Affetto, perché conosco e stimo il tuo slancio e lo sai. Perplessità, perché qualcosa del tuo discorso non mi torna. Non mi torna, in particolare, l’idea della sproporzione. Perché dovremmo smettere proprio adesso di guerreggiare e di ucciderci? L’emergenza di specie è una realtà e un’urgenza da molto tempo ormai; non ho riferimenti bibliografici d’annata, ma chi ti scrive, se non altri, un senso animale d’allarme lo ha avuto fin dai primi mesi di vita della sua comunissima coscienza.

A proposito di una triste puntata di “Porta a porta” dedicata al velo

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di Francesco Longo

(Questo articolo è stato pubblicato sul Riformista il 25 ottobre 2006, ieri hanno replicato sullo stesso giornale Massimiliano Parente, Filippo La Porta e Dino Cofrancesco, oggi direttamente Bruno Vespa)

Durante la puntata di lunedì scorso di Porta a Porta si è assistito ad un triste spettacolo. La trasmissione è dedicata alle polemiche sul velo delle donne islamiche. Tra gli ospiti in studio (oltre la Santanché, la Pollastrini e Fouad Allam) c’è una ragazza con il velo. Ad un certo punto il tema del dibattito diventa la lapidazione, e Vespa chiede alla ragazza se per lei la lapidazione è «giusta o ingiusta». Sarah dice che è lì per parlare del velo e che preferisce non rispondere. Ma Vespa incalza: «Signorina, per lei è giusto o ingiusto che una donna che tradisce il marito sia uccisa con le pietre?». Sarah: «Preferisco non rispondere». E Vespa, con la faccia stupita, come se stesse chiedendo quanto fa due più due: «Le sto domandando se è giusto o ingiusto lapidare una donna». Sarah si rifiuta di rispondere. Vespa e tutti gli altri ospiti, e molti telespettatori, sono sbalorditi dalla elementarità della domanda e non riescono a credere che una risposta così facile come: «La lapidazione è sbagliata!», non esca da quella bocca.

Putin e l’eredità staliniana

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di Alessandro Leogrande

Questo articolo è uscito su Lo Straniero n. 62/63, agosto/settembre 2005

Anna Politkovskaja, inviata speciale della moscovita “Novaja Gazeta”, ha scritto il suo ultimo libro, La Russia di Putin, per un pubblico occidentale. Il dettagliato resoconto del regime putiniano, che esce ora in edizione rivista e ampliata per Adelphi, è già stato pubblicato in Gran Bretagna nel 2004, ma l’originale russo è ancora inedito nel suo paese. Per un semplice motivo: così come ai tempi di Breznev, non sarebbe possibile mandarlo in libreria, dal momento che la libertà di stampa è seriamente compromessa in quello che è, come si diceva un tempo, il paese più esteso del pianeta, la settima parte del globo terrestre. Altro che democrazia: la Russia di Putin è retta da un’oligarchia militare-terroristico-mafiosa, da un reticolato di poteri che lega il centro alle province, le province al centro, in un rapporto di reciproco do ut des tra l’ex-tenente colonnello del Kgb insediatosi al Cremlino e i suoi molti emuli disseminati nel paese.

Il Muro dei Trolls (Saga di Dagherroctopussy, tomo Uno)

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Di Englishman

Ho fatto un sogno: si trattava di un libro, un libro poderoso, selvaggio, dal costrutto asimmetrico e abnorme , come una chiesa gotica, piena di mostri e cartilagini, ossature e insediamenti alieni, bestiari e florilegi, era il libro dei Trolls, anzi, era l’impronta magmatica della letteratura Trolls che, giunta alla piena consapevolezza di sé, passava dall’aforisma di latrina, dal graffito insonne e suburbano, alla carnevalizzazione totale della lingua, dove i rutti e i peti, primo vagito linguistico del troll, andavano ad articolarsi in mostruose invettive, in bestemmie pantagrueliche, in parodie lancinanti.

Oltre le nebbie

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di Helena Janeczek

Questa che per me è la lingua della pietà,
di parole che posso dimenticarmi o dire,
perché anche se mi passano di bocca,
come scivola di mano una bottiglia
e si spacca, che io raccatto e pulisco,
pulisco e perdo, qualcuno mi perdona

 

IL METODO DELLA TRANSUSTANZIAZIONE

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buffoni.jpg[Dopo che il governo italiano dichiarava il lutto nazionale per tre giorni alla morte di papa Wojtyla (3 aprile 2005), concludevo su NI un mio personale “mese dell’ateismo”, postando un brano (1 e 2) di un libro ancora inedito di Franco Buffoni. Più luce, padre è ora uscito (Sossella, 2006), e ne pubblico volentieri un passaggio ulteriore. (Il dialogo avviene tra il nipote e l’autore.) A. I.]

di Franco Buffoni

Nella Seconda lettera tu menzioni Gobineau, quando parli degli insegnamenti fascisti e specificamente razzisti al corso per allievi ufficiali. Ma chi è Gobineau?

Gobineau era stato ambasciatore francese in Persia, Grecia, Brasile e Svezia. Poi, nel 1853, scrisse il Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane, dall’apparente connotazione scientifica. L’opera si diffuse in Germania e influenzò molto Hitler, che ne amplificò a suo uso un breve paragrafo dedicato alla funzione rigeneratrice dei popoli assegnata alla razza ariana. Ma attenzione, se poi Hitler esagerò, in Svezia…

In Svezia, cosa?

In Svezia tra il 1935 e il 1976 sessantamila donne furono sterilizzate in quanto portatrici di handicap, indigenti o di razza mista. L’operazione culminò nel 1946. Ovvio che le interessate dovessero firmare “volontariamente” la richiesta di sterilizzazione.

Brodo caldo

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brodo.jpgfulgido esempio di borghesissima mentalità mafiosa raccontato con trasporto e disprezzo da Nicolò La Rocca

Quel sabato d’agosto avevo un appuntamento con mio zio Masino. Masino Pirro, il ragioniere del comune.
Credevo che grazie a mio zio avrei potuto aiutare il mio amico Enrico.
Aiutare Enrico.
In fondo era l’unica cosa importante.

Terra! Furlen vs Braucci

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1.jpgCarissimo Maurizio, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Questo nostro incontro è per Nazione Indiana. Un’idea ce l’hai dei blog?

Devo rivelarti che il mio rapporto con la tecnologia è complesso, ne sono stato un grande appassionato fino a pochi anni fa ed anche un operatore (web designer, informatico, video montaggio) poi mi sono accorto del suo effetto da “modello toyota solipstistico” ed ho iniziato a provare un avversione quasi luddista. Tuttavia, padroneggiandola e non facendosene padroneggiare, la tecnologia (rivoluzione digitale, internet etc…) sono strumenti formidabili; una notte, mi sono svegliato in piena crisi di panico e avvicinandomi al Mac che era connesso mi sono accorto che la possibilità di interagire con persone distanti e desiderose di relazioni era uno strumento di difesa contro l’ala oscura della morte. Amo i forum e i blog, quando non sono cazzaroli e ognuno mette in comune le proprie conoscenze, altrimenti sono una perdita colossale di tempo e di senno.

ancora un po’ di calce…

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band_bootsypic.jpgftp_graucho-ok.jpgmanga-1.jpg Si le génie te fait défaut,
cultive ta bêtise.

(Georges Picard)

Io so, e ho le prove.

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di Luigi Weber

Questo pezzo è stato scritto molto tempo fa, nella settimana seguente alla pubblicazione di Gomorra, e per ciò tace sul suo straordinario successo. A differenza di molti best-seller, che vendono ma spesso rimangono intonsi, il libro è stato un evento anche in quanto generato da – e generatore di – autentica lettura, un risultato che allora mi auguravo, sul quale però non avrei certo potuto scommettere. Varie ragioni avevano confinato il mio scritto in un cassetto. Le notizie degli ultimi giorni mi hanno spinto a recuperarlo.

1. Sono stanco di eroi. E sono stanco di martiri. L’eroe, che giornalmente ci viene propinato, è per definizione postumo, ed è in questo che si incontra con il martire.

Linea negra, una storia dall’Uruguay

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di Jorge Santalmassi

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A metà degli anni sessanta mi capitò la grande fortuna di avere come professore di spagnolo il poeta René Pertusi, fuggito dall’Uruguay poco tempo prima a causa di un fatto di sangue, di cui egli fu soltanto vittima per così dire scampata al peggio, che era successo a Montevideo: da tempo Pertusi era coinvolto in una polemica interna alla cosiddetta “Linea Negra”, una piccola rivista di poesia e critica letteraria che dal 1958 al 1966 aveva raccolto in sé come in un cenacolo litigioso alcuni poeti uruguaiani considerati, a mio parere a torto, minori. Non v’era una linea direttiva ma una serie di nuclei ideativi, di monadi a volte arroccate su certe posizioni non sempre conciliabili con quelle degli altri, di cui Pertusi era forse il più vulcanico e attivo esponente, ma anche il più chiacchierato. Spesso in polemica con i compagni Francisco Gutierrez e Antonio Malendo, la rivista chiudeva e riapriva continuamente, tra scontri anche frontali molto forti e conseguenti riappacificazioni.

Terra! Gianluca Limatola e Paolo Graziano

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terra.jpgFenomenologie della Camorra.
Lo sguardo dell’antropologo sulla criminalità organizzata

Luigi Maria Lombardi Satriani risponde a Paolo Graziano e Gianluca Limatola

Gli spari di Secondigliano, i morti ammazzati a Scampia non sono la realtà. O meglio non sono tutta la realtà. Di essa sono l’eco assordante che costringe a prestare ascolto, che precede le parole di cordoglio e giustificazione, ma è un’eco venuta da lontano, distorta e amplificata fino a rendere irriconoscibile la sua fonte. Perché il clamore di queste truci giornate di fine anno sorge dal mormorio continuo e impercettibile con cui si stipulano affari, si spartiscono territori, si decidono destini nelle stanze segrete – ma sono poi così segrete? – delle periferie metropolitane meridionali.

La spiaggia (Il male chiaro)

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di Stefania Bufano

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 Ah! Il piacere dell’assenza di volontà su una spiaggia! Lì ci si sottrae alla «vita» […].
E. M. CIORAN, Quaderni
 

Le dune della calda sabbia sotto la pelle erano una sublime cosa per la donna che vi si era distesa. Non aveva nemmeno voluto usare un asciugamano per proteggersi dai fastidiosi granelli che un poco la pungevano, volendo dare attenzione solo a ciò che più le dava piacere in quel momento.
Era passato molto tempo dacché non aveva più visto il mare: le era mancato così tanto da averla fatta decidere di cercare quel posto quasi deserto. L’acqua del mare era talmente limpida che pareva non essere mai stata toccata da alcuno.