La top ten fondamentalista di Massimo Introvigne

quinta puntata de “Il giornalismo italiano e l’Islam”
un’inchiesta di Roberto Santoro
[leggi la prima, la seconda, la terza e la quarta puntata]
L’Est è una carriera.
Benjamin Disraeli
Avvocato e sociologo delle religioni, Massimo Introvigne nel 1988 ha fondato il CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni). Insieme allo studioso americano Rodney Stark, Introvigne ha sviluppato una singolare “teoria dell’economia religiosa”, secondo la quale non sarebbe l’economia a determinare la vita dell’uomo, ma la fede e le origini etnico-religiose di un popolo.[1] Questo significa che le macchine critiche elaborate dai pensatori contemporanei, per definire la natura del potere economico, saltano quando entra in scena “il manager di Dio”. La realtà viene schematizzata in base al suo quoziente religioso e il centro ideale del mondo diventa il conservatorismo. Un modello di equilibrio universale tra i popoli, verso il quale tenderebbero tutte le fedi.
Fondamentalismo e progressismo religioso, i due estremi dello schema utilizzato dall’autore, lentamente si svuotano, finché gli opposti approdano a una sintesi conservatrice tra religione e mercato.



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