di Alessandro Del Moro
C’è qualcosa di sbagliato in questo libro, “Gomorra” di Roberto Saviano, che è indiscutibilmente uno dei libri più importanti, fondanti si spera oltre che fondamentali, dell’anno, e questa cosa sbagliata, una sorta di refuso – da cui partire per andare a comprendere il senso del libro stesso – è la copertina: Knives di Andy Warhol, ossia la silhouette viola sfumata di sei coltelli affiancati.

In un’intervista recente, parlando a proposito del suo ultimo libro intitolato Finestre di Manhattan, Antonio Muñoz Molina ha detto che “la situazione perfetta per uno scrittore è quella di poter vedere senza essere visto. Io non mi stanco mai di stare alla finestra o di passeggiare”. La frase dell’autore andaluso non è particolarmente arguta o memorabile, e tuttavia ha il pregio di indicare due tra i più diffusi modelli rappresentativi del Realismo nell’arte e nella letteratura contemporanee. Gli incunaboli di questi modelli risalgono più o meno agli stessi anni (1835-40), e sono dei racconti ambientati a Londra opera di scrittori americani. Si tratta de L’uomo della folla di Edgar Allan Poe e di Wakefield di Nataniel Hawthorne.