Dopo il cambio di potere avvenuto a Kiev, in seguito alla fuga del Presidente Viktor F. Janukovyč e al collasso del regime, la Russia ha immediatamente avviato le proprie contromisure per tenere stretta l’Ucraina nella propria sfera d’influenza.… Leggi il resto »
Tag: Giovanni Catelli
diari
Wien – Mitte
by
•di Giovanni Catelli
Tu credi ancora, lo so, di poter un giorno ritornare, a quella stanza della F.Strasse, a quei mattini, a quella musica, quasi che le cose, la luce, la stagione, ti potessero aspettare, immutabili, sospese, nella perfezione innaturale del ricordo, nella pace del tempo che non fugge, come in quei giorni a primavera, in lieve anticipo su tutto, in quell’attesa leggera di partenze, d’ogni cosa misteriosa del futuro.… Leggi il resto »
dispatrio
Rivelazione
by
•di Giovanni Catelli
Finì di maledire l’esistenza di Dio dopo il settimo giorno dalla nascita del vento, quella bestemmia del creato che traversò il paese sino a devastarlo, spalancò le finestre dell’immaginazione alle dame bigotte dell’ Unione benefica, strappò le campane superflue dalla cima del campanile, per concedere ai fedeli di riconoscere il cielo, distrusse le vetrate a colori, dono generoso della banca del Latifondo, le sfondò con rigore cartesiano, spargendone i frammenti per le navate come granita di frutta, s’infilò con urla di sirena vendicatrice nel cratere immenso della cupola sfondata dalle campane, disperse i chierici con il terrore semplice della sua mala intenzione, ma non se ne andò, prima di aver assistito alla rovina di tutte le case della Conquista,… Leggi il resto »
diari
Cesenatico
by
•I bambini guardano passare il treno, dal giardino della colonia, e salutano.
Ancora credono all’estate, all’ora del gelato, alla passeggiata serale.
Domani, ancora il bagno, la spiaggia, le corse a perdifiato, la pasta col ragù, l’aranciata, e le partite a calcetto, il profumo della polvere, che sale, dallo spiazzo bianco, innaffiato dal custode.… Leggi il resto »
inediti
le château tremblant
by
•di Giovanni Catelli
Non siamo più tornati al Château Tremblant, ed è un peccato.
Ci dev’essere un motivo, chissà, forse lo scopriremo, una mattina, svegliandoci, e sarà tutto chiaro, come averlo saputo da sempre.
Era un giorno di calura intensa, ricordo, e passavamo lenti, con i finestrini abbassati, sul lungo ponte metallico, non sapevamo davvero dove andare, quell’estate ci saziava con le sue giornate africane, le sue notti corte, in cui proseguire la veglia era una felice condanna, sino all’alba, senza mai desiderare il sonno, mai essere tentati dalla stanchezza.… Leggi il resto »
carte, dispatrio
La Signora del buio
by
•di Giovanni Catelli
Nelle sere d’inverno, al diradarsi delle folle sul Kreschatik, la Signora del buio riappare.
Quando le cifre rosse sulla torre del Maidan segnano le ventitré, e il carillon sparge le sue note di commiato all’aria gelida, la Signora spalanca le porte del suo arrivo e si fa strada nel calore luminoso della tavola calda: muove qualche passo, riservata, scruta i tavoli già vuoti, osserva ogni vassoio abbandonato, dai clienti già lontani, nel metrò, nel vasto gelo, non decide, si sofferma con un lieve sorriso di stupore, di fronte allo schermo sospeso, alla sua luce fosforica, ed ai volti sereni che soffiano sillabe uguali al silenzio.… Leggi il resto »
inediti
La morte e la città di B.
by
•di Giovanni Catelli
Un assassino si muove nella città di B.
E’ venuto con l’autunno, con i primi freddi e le giornate brevi, quando la folla si dirada nelle strade, le persone iniziano a tornare sole nel buio.
La prima ragazza è stata trovata, distesa come nel sonno, nel vasto e desolato quartiere fra la stazione e la fortezza, dove rade officine s’alternano a garage, a villette silenziose, a prati senza nome, dove giungono stridori e lamenti di vagoni, dallo scalo ferroviario; giaceva senza scarpe, senza borsa, si scorgevano tra l’erba le sue lievi calze bianche.… Leggi il resto »
dispatrio
A un amico: per Boris Mikhailovič Hoffman
by
•di Giovanni Catelli
Ci siamo detti do vstreči e do skorovo, l’ultima volta, ricorda, Monsieur Boris?
Mi ha voluto accompagnare, attraverso la breve serra del cortile, sino alla soglia del Boulevard, per un po’ d’aria fresca, per uscire, da quella navicella colma di libri e di par ole, che riceve il suo silenzio dalle vie quiete del retro, sospese in un’eterna provincia, prima della grande luce di Rue Gay-Lussac.… Leggi il resto »
A gamba tesa
Pinelli. Manichini a dicembre
by
•di Giovanni Catelli
Alla memoria di Pino Pinelli, ferroviere anarchico, padre, caduto innocente da una finestra della Questura di Milano la notte del 15 dicembre 1969.
Cadono i manichini, dalle finestre della Questura, come angeli, con leggere traiettorie di stupore, pallida memoria d’ogni peso, si librano quasi verso l’alto, nell’aria priva di dolore, nello sguardo attento di chi vede, non conoscono inverni, notte, dicembre, non sanno di questori, commissari, brigadieri, stanze colme di fumo, e anarchici colpiti, forse non solo da malori attivi, eppure capaci di scatti fulminei, proprio così, è un dono degli anarchici, lo scatto fulmineo, chissà quale gioia l’andarsene, con balzo felino, da un quarto piano della questura, in una notte di dicembre, nell’aria frizzante, pulita finalmente, come una salvezza, dopo un fermo illegale, stanze di elastici poliziotti che minacciano, e cercano nel fumo l’idea per un’accusa.… Leggi il resto »
inediti
Diktiriovskaja
by
•
di Giovanni Catelli
Dimmi, forse tu sai, ancora, i numeri degli anni, tutta la catena infaticabile dei giorni, che hai ceduto all’avvenire, o alla memoria, senza serbare per te che il puro istante, l’attimo, di gesti che segreti andranno col silenzio, con ogni tuo furtivo allontanarti nel domani :… Leggi il resto »
Territorio
Diorama dell’Est #14
by
•di Giovanni Catelli
Ceske Budejovice
Tu sai che non ci rivedremo, nel momento preciso in cui affronti la piazza, lungo il passo interminabile che frana sui selciati, senza sosta, mentre il piede si precipita, lentissimo, nell’aria che non regge, si fa largo, nella grande piazza che trabocca, dalla minima fessura che incide l’avvenire, si divarica nell’ora, nella ferma luce, nell’istante, si propaga tra le case, lungo il ponte, nella timida città popolata di giardini, s’allontana, verso il mondo serale che accumula frontiere,… Leggi il resto »
diari
Diorama dell’est #13
by
•di Giovanni Catelli
Den nezavisimosti (Kiev)
…Et le cafard t’a rattrapé, rapide sur le boulevard, comme une foudre derrière toi, tu ne pouvais pas te défendre, comme toujours, tu le savais…
Il carillon della torre ha suonato le ore, ad una ad una, in fila, sul grande viale colmo di uniformi e vento, mentre tu tradivi ogni minuto nel fragore, nella folla, vasta diserzione d’ogni sguardo e gesto, lieve sparizione di fantasmi e tempo : si smarriva, irripetibile, il calore delle mani, la tenacia della stretta già premeva l’aria senza peso, la memoria delle dita confondeva i calcoli del vuoto :… Leggi il resto »
diari, Territorio
Diorama dell’est#12
by
•di Giovanni Catelli
Verso Karlštejn
Vorrei partire, una sera della vita, verso Karlštejn.
Il locale mi aspetta, sempre, al primo binario di Hlavní Nádraží, alle diciassette e venticinque: entra in stazione, lentissimo, si arresta come in sogno, accanto al marciapiede basso degli anni lontani, apre le sue porte, ormai elettriche, sui neon fiochi, le plastiche usate, azzurrine, l’aria speciale dei vagoni deserti, concessi dal tempo a giorni remoti, e mai più ritornati al presente.… Leggi il resto »
diari, dispatrio
Diorama dell’est #11
by
•di Giovanni Catelli
Odessa, albe
Che sapore ha la birra, che sapore ha il fuoco, nella sigaretta il silenzio, la separazione dal vuoto, dalle luci fosforiche.
Solo il gesto dell’alba ti cala, feroce, la distanza, quali piazze del giorno concedi ai poteri del fato.… Leggi il resto »
mosse
Genesi e Metamorfosi. Cremonainpoesia 2008
by
•II edizione
Cremona: prologo 24 maggio, 5-8 giugno
Per contatti e informazioni:
www.cremonainpoesia.it
Tel. 348-3515505
Era di maggio, io no, non mi dimentico,
cantavamo una canzone a due voci…
Più tempo passa e più me ne ricordo,
fresca era l’aria e la canzone dolce…
E diceva: “Cuore, cuore!… Leggi il resto »
diari, dispatrio
Diorama dell’est #10
by
•di Giovanni Catelli
Stazioni
Bratislava, Autobusova stanica
E di nuovo le strade sono vuote, la piazza reclama l’aria dei respiri, accelera la corsa degli affanni, verso il buio che preme le mura del tramonto, insegue la caduta della luce, morde quell’incendio d’esili finestre, quel perduto fremere di foglie ai transiti del cielo :… Leggi il resto »
dispatrio
Diorama dell’est #9
by
•La polvere arriva, in grandi nuvole grigie, dalle profondità dell’Est, quando il corso dei venti si confonde, gli ostacoli delle stagioni s’accasciano, sulle pianure, spalancano il cammino senza difese, alla pressione immensa delle correnti, alle onde argentate che s’infrangono, verso il tramonto, sull’arenile stupito dei nostri sobborghi, sulla roccia friabile di queste case disperse, che non provano ancora l’insidia del mare, non conoscono più la voce rabbiosa, il respiro, il sibilo fermo della cieca distanza.… Leggi il resto »
diari
Diorama dell’est #6
by
•di Giovanni Catelli
Caffè, Yalta
E tu sapevi tutto eterno, mi ricordo, in quei caffè del porto, a Yalta, dissipavi le penombre, con la mano leggera, l’incessante sigaretta, vigilavi sull’autunno, quell’onda più lesta, nel buio, quel rammarico di sabbie, cancellavi, le distanze dalla vita, reclamavi quei minuti, lì, per sempre, li fissavi nell’acciaio, dello sguardo più lucente, nella voce di sirena e vento, che scioglievi tra i bicchieri, lungo il fumo azzurro ed il silenzio.… Leggi il resto »
diari
Diorama dell’est #5
by
•di Giovanni Catelli
Hlavnà Stanica
Ora puoi stringere il dono dell’istante, al caffè della stazione, a Bratislava, nell’ora dubbiosa che mescola i treni e divide, l’arrivo il partire, la sosta l’addio, l’attesa il ritorno, quali sostanze aduni al ricordo, quali stagioni trattieni alla mano, senza smarrire il peso del giorno, vasta misura di brezze penombre, luci fragori, solo più largo lo spazio fra i gesti, morbido e lento il vagare dei treni, lasco e cedevole il ferro dell’ora, il sole raggiunge i vagoni del sonno, tocca in silenzio le ruggini quiete, varca gli asfalti donati al risveglio, celebra calme stanchezze d’estate.… Leggi il resto »
diari
Diorama dell’est #4
by
•di Giovanni Catelli
Hradec Kralové
Tu ricordi questi alberghi tiepidi, a cui tornare nell’alba, fumando piano sulle scale in attesa del giorno, disponibili alla luce, alla visione della vita, precari nell’altezza, sospesi, all’insegna sottile che sbiadisce d’azzurro, nell’ora del mattino che venera il silenzio, mi confortano, leggeri di vetrate, deserti, così giovani a sorreggere il presente, la mano furtiva che tradisce, ignari, del fuoco invisibile attraverso le case, nome lontano a devastare città, esercito d’ombre a pattugliare le strade, mi proteggono, dall’urto dei rimpianti, dal rumore, navi serene sui mari del passato, lievi di stagioni, polvere sommessa, ritorni, visite furtive, risvegli, voci di stanchezza, chiarori.… Leggi il resto »
diari
Da Dnepropetrovsk
by
•di Giovanni Catelli
Il Dnepr e’ vasto e potente come il silenzio.
Qui, all’ombra del ponte bianco voluto da Breznev nel 1969, che pare quasi gettare le sue brevi arcate senza numero verso la Florida, e non verso Lievo Bierezni, appare l’irrealtà di questo inverno tiepido e ventoso come una primavera, visitato da brezze umide quasi marine, da giornate di sole degne di un aprile, da una luce di bronzo che rade la corrente all’imbrunire, disegnando finissime fuggevoli scaglie d’argento prima del buio, e del piombo improvviso che sospende allo sguardo la fuga delle acque: lontano, dove sappiamo perdersi le fioche luci dei filobus che arrancano verso il centro del fiume, giace l’immenso quartiere di Pravda, Verità, come altrove, a distanze mute quasi invincibili dal passo, respirano le torri parallele di Pabieda, Vittoria, gli alti palazzi dispersi sulle morbide colline di Topol, i condomini anni’50 di Pietrovski, le barriere piu’ recenti di Parus, Vela, sino alle vie piu’ remote ed infide di Amur.… Leggi il resto »