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Siria

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Il bambino sulla spiaggia

di Antonio Sparzani È il titolo del libro scritto da Fatima (abbreviato in Tima) Kurdi, con il contributo di suo fratello Abdullah, edito da Piemme Voci (gennaio 2019, € 18,50), tradotto dall’originale inglese The Boy on the Beach da Annalisa Carena; originalmente pubblicato in Canada da Simon & Schuster. L’ho letto in questi giorni d’un fiato perché ne ho sentito parlare a radio3 in maniera assai attraente. Io non son...

Il tempo tormentato nelle celle siriane, “Il luogo stretto” di Faraj Bayrakdar

di Giuseppe Acconcia “Il luogo stretto”, l'ultima raccolta di poesie del siriano Faraj Bayrakdar (Nottetempo, 2016, 98 pag., 10 euro), traduzione di Elena Chiti, si inserisce nel magnifico e vario filone della poesia in carcere e sul carcere fiorita negli ultimi decenni nel Paese. Faraj ha trascorso sei anni in completo isolamento e 14 anni in carcere, attivista del partito comunista anti-governativo, il poeta è stato costretto...

Di sommersi e di salvati (riflessioni siriane)

di Daud al-Ahmar* Si sbaglia a credere che le nazioni vittime della storia (e sono la maggioranza) vivano col pensiero fisso della rivoluzione, vedendovi la soluzione più semplice. Una rivoluzione è sempre un dramma (...). La rivoluzione è l’ultima risorsa e se un popolo ha deciso di ricorrervi è perché ha imparato per lunga esperienza, che non gli resta altra via d’uscita. (Ryszard Kapuściński - Shah in Shah) Mi dice che non...

Extraterrestrial activity #5: Hijab scene

Scena dell’Hijab #3 “Qualcuno vuole candidarsi per il consiglio di classe?” ha chiesto la donna picchiettando con la penna il portablocco, “Sì, io”, ho detto, senza nessun effetto, non mi vedeva proprio. “Qualcuno per il consiglio di classe?” ha ripetuto, “Sì, io” ho detto, fossi stata antimateria era lo stesso. Una regolare madre americana accanto a me ha fatto spallucce e scosso la testa, “Io! Io!”, ho mandato razzi d’emergenza, suonato tamburi, sventolato bandiere di segnalazione, provato coi segnali di fumo, il...

La geopolitica der paesello, la matita di Pelù e l’ecologia del seggio elettorale

di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas Lorenzo. Leonardo Bianchi si è messo a scavare su pagine facebook semi-dormienti, Tipo “800.000 iscritti per Homer Simpson presidente del Consiglio”. Consiglio una rapida visione, il mondo lì sembra fatto al contrario. Tutto assomiglia al mondo pentastellato, fatto di ka$sta e “!1!!!” e “a casaa!”, di toni accesi, ma i contenuti sono integralmente antigrillini. Leonardo mappa il tutto e dice alla fine che...

Il Grande Complotto che dà senso al Telefonone

di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas Lorenzo. dopo l’uscita dell’ultimo pezzo ho dovuto fare un po’ di controcomplottistica, cioè il corrispettivo digitale della prepugilistica. Mi sono dedicato a un esercizio complesso: combattimento cinguettante. Che la forma dialettica naturale di Twitter sia la bagarre è evidente: quel social non è fatto per dialogare e articolare un ragionamento complesso in una serie di pensierini da 140 caratteri è semplicemente impossibile. Dunque è un’ottima palestra: sono...

La filologia del grande complottone, da Raqqua [sic!] ar Torrino (e ritorno)

di Lorenzo Declich e Anatole Pierre Fuksas Anatole. Avremmo adorato continuare ad ignorare la questione del complottismo, ancorché informi senza ombra di dubbio gran parte dello Zeitgeist contemporaneo, ma troppi fatti coincidenti la chiamano in causa in maniera veemente e non più eludibile. Lorenzo. Sì, è chiaramente un complotto di Loro contro di Noi. Non ci possiamo più sottrarre. Dobbiamo parlare!1!!1 Dopo vent'anni circa, poi: pensavamo compiuta la missione quando spiegammo la celebre...

Ferragosto a Milano

di Gianni Biondillo Una piazza del Duomo piena di gente il 15 di agosto non l'avevo mai vista. File interminabili di gente che aspetta paziente di entrare nella cattedrale. La Milano estiva della mia infanzia è vuota, spettrale, tutt'altra dalla Swinging Milano che mi appare sotto gli occhi. Turisti, sopratutto. Stranieri. Moltissimi gli arabi, curiosi di conoscere il nostro stile di vita, le nostre bellezze artistiche. I loro vestiti, i...

Tanto baccano per una strage

di Andrea Inglese Perché tanto baccano per le stragi del 13 novembre a Parigi, che hanno fatto solo 130 morti? La domanda è legittima, se uno considera che la copertura mediatica di queste stragi è stata particolarmente intensa a livello mondiale. A ciò bisogna aggiungere le reazioni di solidarietà espresse sia dalle istituzioni sia dai cittadini di un gran numero di paesi, e ulteriormente amplificate dai media. Certo, una strage...

Il trappolone

di Helena Janeczek C’è un arma usata a Parigi che si sta rivelando micidiale come un gas tossico: il passaporto che portava con sé uno degli attentatori, il primo e l’unico documento d’identità a essere stato ritrovato dagli inquirenti. Benché un ufficiale dell’intelligence americana avesse tempestivamente espresso l’ipotesi d’un falso e anche la polizia francese abbia parlato di un documento contraffatto probabilmente acquistato in Turchia, l'altro ieri il nome di tal...

I dati da salvare sul 21 agosto 2013

di Lorenzo Declich Ricorre in questi giorni il secondo anniversario dell'attacco al sarin in alcune aree della periferia di Damasco, la Ghuta. Casualmente da qualche giorno si rincorrono le notizie sull'uso della stessa sostanza da parte del gruppo Stato Islamico in Iraq. Sarebbero in questo caso fonti militari statunitensi ad affermarlo. Le due cose non sono connesse fra loro. O meglio, potrebbero essere connnesse fra loro in una forma non intuitiva, non facile,...

La Siria nel mare magnum della disinformazione

Lorenzo Galbiati, Fouad Roueiha, Alberto Savioli Della guerra civile in Siria i media si occupano sempre meno, le notizie ora escono solo se l’ISIS compie qualche azione particolarmente grave. Anche i programmi di approfondimento, come lo speciale di Piazza Pulita di Formigli dell’8 giugno 2015, si occupano essenzialmente di narrare la nascita del gruppo  Stato Islamico, e l’attenzione si concentra su dove e come vengono reclutati i suoi militanti. Che...

Palmira. Tra verità e menzogne

di Alberto Savioli* Nel dicembre del 2010 mi congedavo da un caro amico residente nell’oasi di Palmira, affidandogli parte dei miei bagagli e anche una sella da dromedario e un tappeto beduino in feltro, chiamato ceben o lubbad, ricordi personali della mia vita tra le tende e tra i beduini che ho frequentato per quattordici anni. Doveva essere un breve distacco di soli tre mesi, ma purtroppo è diventata un’assenza di...

Quello che brucia

di Lorenzo Trombetta Più per l’orrore che toglie il sonno per le atroci immagini del pilota giordano, Muaz Kassasbe, che si dimena abbrustolito nella gabbia, lo stomaco si contorce per l’indifferenza di molti europei di fronte all’uccisione da parte della polizia egiziana di Shaimaa Sabbagh, una giovane madre colpita a morte a piazza Tahrir al Cairo lo scorso 25 gennaio mentre tentava di deporre dei fiori nella piazza simbolo delle...

L’onere della prova e gli eroi bambini

di Lorenzo Declich Ci sono volte in cui la semplice esposizione di cose presenti lancia messaggi molto chiari. In principio, dunque, vi racconterò cosa ho nel mio computer, nella cartella “hero boy”, dove ho messo diversi video scaricati da YouTube. Aggiungerò a questa descrizione alcuni dettagli, facilmente reperibili in rete. Nel primo video un bambino si trova sotto il fuoco dei cecchini. Fa finta di cadere, colpito, poi si rialza e...

Dialoghi con Georges Corm

Intervista a cura di Lorenzo Carrieri (Beirut, aprile 2014) Tempo fa abbiamo visto l'esplodere delle primavere arabe: di quelle esperienze cosa sopravvive oggi? Ha ancora senso, oggi, parlare di primavere arabe dopo il colpo di stato militare in Egitto (e in questi giorni la vittoria di Al-sisi alle elezioni, segnate da un fortissimo astensionismo), la vittoria degli islamisti di Ennhada in Tunisia e il sempre crescente potere delle milizie...

La resistenza e la rivoluzione a Kobane (e dintorni)

di Lorenzo Declich La cittadina curdo-siriana di Kobane è stata sotto assedio per più di un mese. A combattere erano gli assalitori di Daesh (IS, Stato islamico, Daesh, ISIS, ISIL chiamateli come volete), e i difensori curdi e arabi: YPG/YPJ e brigate dell'Esercito Siriano Libero. A poche centinaia di metri dai luoghi dello scontro, in territorio turco, erano appostati diversi mezzi blindati dell'esercito regolare turco. La maggior parte dei civili a Kobane era...

Ultimi appunti su Kobane

di Helena Janeczek Allora: l'ONU dice che a Kobane si rischia una nuova Srebenica. La Turchia dice che in città sono rimasti solo i combattenti e le combattenti dell'YPG, ossia militanti di un'organizzazione terroristica, e su quella base ha rifiutato persino la creazione di un cordone umanitario verso il proprio territorio. Il comando centrale USA (se non mi confondo) si colloca su una posizione intermedia e dirama cifre basse dei civili ancora...

Il buongiorno che si vede stamattina

di Lorenzo Declich Scrivo all’indomani del primo attacco americano sulla Siria*. 1. l'U.S. Department of Defense ha diramato un dispaccio nel quale si afferma che: The strikes destroyed or damaged multiple ISIL targets in the vicinity of Ar Raqqah, Dayr az Zawr, Al Hasakah, and Abu Kamal and included ISIL fighters, training compounds, headquarters and command and control facilities, storage facilities, a finance center, supply trucks and armed vehicles. Aggiunge che, oltre ad...

Violenza, silenzio e barbarie: quello che ho visto io della Siria

di Lorenzo Declich Le cose, sul campo, erano già molto chiare all'inizio. La violenza del regime ha iniziato a manifestarsi subito, anzi, la rivolta nasce simbolicamente come risposta "civile" a un atto di violenza: un gruppo di ragazzini, picchiati e torturati per aver scritto su un muro quello che pensavano di Bashar al-Asad. La macchina della propaganda, allora, era già ben oliata, ma nessuno che avesse un po' di senno pensò che video...

Considerazioni calcistiche in margine ad avvenimenti storici recenti

Di Giorgio Mascitelli Guardando una partita di calcio Italia Francia al televisore una dozzina di anni fa, un amico mi disse che bastava osservare la composizione delle due nazionali per capire come la società francese fosse aperta e cosmopolita e quella italiana chiusa e un po’ razzista. La squadra transalpina era infatti composta da giocatori di origine maghrebina, senegalese e antillana, mentre la nostra squadra presentava i soliti nomi e...

Non fate come me

di Enrico Donaggio Incrocio sotto casa corpi e volti appena scorti di là dal mare, al telegiornale. Pugni al cielo, sventagliate di mitra, grida di vittoria o paura tra bandiere che bruciano e piedi in fuga. Sono proprio loro: giacche di pelle come guappi anni Sessanta, tute da ginnastica degne di arresti domiciliari, qualcosa di sgualcito per sempre nel viso e nelle mani. Parlano e fumano attorno a un carrello...

Lettera aperta agli scrittori di tutto il mondo

di Khaled Khalifa Amici, scrittori e giornalisti di ogni parte del mondo, e specialmente voi che vi trovate in Cina e in Russia, vorrei mettervi al corrente del fatto che il mio popolo si trova a fronteggiare un genocidio. Da una settimana a questa parte le forze del regime siriano hanno intensificato i loro attacchi alle città insorte, e in particolare Homs, Zabadani, Rastan, la provincia di Damasco, Madaya, Wadi...
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