di Marco Rovelli
[Transeuropa ha chiesto a diversi scrittori di leggere l’inizio del romanzo Madeleine dorme di Sarah Shun-lien Bynum fino al punto in cui la protagonista si addormenta, per poi provare a continuare da lì. Questo è il sogno che ho scritto. mr]
Madeleine si guardava intorno, non c’erano più né alto né basso. Il sogno ruotava su se stesso, dovevano aver dato troppo olio ai cardini. Era una giostra impazzita, i cavalli rococò schiumavano rabbia e fatica. Il maestro di cerimonia, di cui Madeleine sentiva la presenza senza vederlo, si diede alla fuga. Dal momento della fuga – ma il sogno era appena cominciato – i cavalli avevano preso a schiumare di gioia. Che Madeleine non capiva bene come fosse possibile, ma si sa che nei sogni è così che accade, e lei sapeva perfettamente di essere in un sogno. Madeleine era il solo essere umano, ma tutt’altro che sola, in quella giostra senza testa: dal momento che non c’erano né alto né basso, Madeleine scoprì con sorpresa che non era a testa in giù, ma stava in un vuoto diffuso, e provava la sensazione di stare in più posti contemporaneamente. E per quanto sapesse di essere in un sogno, riuscì per qualche istante a godersi quella sensazione ominosa.












